IVY
«Questo posto è magnifico.» Mi guardai lentamente da una parte all'altra del ristorante che aveva scelto appositamente per noi.
«Tu sei magnifica.» Parlò catturando la mia attenzione mentre i suoi occhi di fuoco accarezzarono con cura e nei minimi dettagli tutta la mia sagoma. Gonfiai il petto con un respiro profondo quando la passione delle sue gesta o delle parole del ragazzo si diramò in me. Probabilmente arrossii pure.
«Sarà questo vestito.» Abbozzai un misero sorriso indicandogli l'abito anche se le mie labbra si rilassarono quando lui scosse lentamente la testa. Aveva un non so che di eccitante nello sguardo quella sera, segno che mi avrebbe punita.
E forte.«O sarà che io sono pazzo di te.»
Lo fissai a lungo lasciandogli comprendere tutto ciò che mi stesse passando per la testa.
«Mi sei mancato da morire in tutti questi mesi, Hunter.» Mi lasciai sfuggire dalle labbra quelle poche ma significanti parole. «Niente aveva più senso dopo di te e niente avrebbe mai senso senza di te. E saperti qui ora mi riempie il cuore di gioia. La mia vita assieme a te è più colorata che mai.» Deglutii prendendo un po' di tempo, venendo assalita dai suoi occhi magnetici e così belli. Un cameriere si avvicinò al tavolo e ci riempì un paio di calici con del vino rosso. «Se qualcuno mi avesse detto che un giorno ci saremmo rincontrati non ci avrei mai creduto...» mordicchiai il labbro inferiore lentamente «...eppure, eccoci qui, e qualcosa significa.»
«Cosa significa secondo te?»
Mostrò curiosità.«Che forse il nostro amore è destinato a spezzare le catene di questa intramontabile faida. Siamo rimasti solo noi due delle rispettive famiglie. Io e te.»
Sospirò assaggiando il vino, infine, si sollevò dalla sedia e la avvicinò alla mia destra. Prese posto voltando tutto il suo corpo nella mia direzione, dopodiché, afferrò entrambe le mie mani e le racchiuse nel calore e nella possente morsa delle sue. Me le accarezzò ed abbassò la testa affine di baciarmele e quando nuovamente mi immersi nel suo sguardo ambrato, il mio cuore ballò d'esaltazione.
«La mia vita, piccola Ivy....» scostò una delle mani e sfiorò i miei capelli portandomene una ciocca dietro l'orecchio cosicché potesse accarezzarmi la guancia ed io mi fusi al calore delle sue dita. «...La mia vita è incominciata dopo aver incontrato te. Ora nulla ti porterà più via da me.»
La mia bocca assunse la forma di un sorriso. «Come fai a saperlo?»
«Perché non avevo mai sofferto la perdita di qualcuno così tremendamente. Neppure quando mia madre o mio padre sono morti. Te ne fai una ragione ed impari ad andare avanti...» sospirò «...ma la sofferenza che nutrivo per te era ben lontana da quella che percepisci quando viene a mancare qualcuno a te caro. È una ferita aperta. Un dolore simile a quello fisico. Qualcosa di costante che si intensifica ad ogni minuto che passa. È disintegrante. Un po' come morire dentro poco alla volta finché di te non resta più niente.»
Una lacrima abbandonò il mio occhio sinistro ma lui la asciugò con la sua mano prima ancora che scavasse la mia gota.
«Tu sei tutto ciò che conta per questo cuore.» Sollevò le mie mani ancora intrappolate in una delle sue e le appoggiò sopra il suo petto, dove udii i battiti scalpitanti del suo muscolo cardiaco. «Lo senti? Sei tutto ciò che mi è sempre mancato per potermi sentire completo. Vivo e mi nutro di te. Riesco a respirare soltanto sapendoti al mio fianco...» si passò la lingua tra le labbra e vorrei averlo fatto io «...sei amore, Ivy. Puro, magico ed illimitato amore per me. Sin dal primo istante...» abbozzò un lieve sorriso guardando con nostalgia al passato «...solo che ancora non lo sapevo, e mi rammarico non aver sprecato ogni secondo al tuo fianco vivendoti a pieno. Ma sappi soltanto una cosa. Anche se avessi saputo dal primo giorno che fossi una Keller, non ti avrei mai fatto del male. Anzi, avrei fatto tutto il possibile per renderti mia perché la purezza di questi occhi...» fece una breve pausa affine di ammirarli come se avessi lo sguardo più bello «...questi occhi che tanto amo e che quella sera al Karma mi hanno trafitto così voracemente il cuore, sono più potenti di qualsiasi faida a questo mondo.» Sogghignò e stampò di nuovo un paio di lunghi baci alle mie mani. «Mi ostino a credere di averti resa mia, ma la realtà è che tu hai reso me tuo senza neppure sforzarti.» Mormorò sincero. «E ti amo così tanto per avermi accettato, sempre. Per aver insistito e creduto in un noi. Per amarmi così come sono, in tutta la mia imperfezione.»