IVY«Perché ho voglia di scopare.»
Aveva voglia di scopare?
Racchiusi tutto il mio disgusto in una sola occhiataccia, mentre lui, rimase impassibile dinanzi a tale squallida proposta.«Certo che hai una bella faccia tosta...» sputai arrabbiandomi. Non fu solo rabbia, bensì anche delusione, poiché mai avevo immaginato sarebbe caduto così in basso. Eppure riusciva sempre a sorprendermi di volta in volta «...ci sono un mucchio di ragazze di là pronte a divertirsi con te. Trovatene una a facci quello che vuoi!»
«Il problema è che io non voglio loro.» Esclamò pacato. «Voglio te.»
«Io non sono una puttana, Hunter!» Sbraitai con le lacrime agli occhi. Otto miliardi di anime al mondo e nessuno riusciva a tirare fuori il peggio di me. Nessuno tranne lui.
«Le puttane si pagano.» Parlò come a volermi umiliare. «Ti sto forse pagando?»
Tesi la mascella trattenendo dentro l'ira che a poco a poco si fece incontrastabile. «Neppure se mi pagassi verrei a letto con te.»
Ghignò, come se non stesse credendo affatto alle mie affermazioni nonostante provai a sembrare più decisa che potei. «Piantala di fare la difficile, Ivy...» i miei occhi si spostarono sull'arma che prese in mano «...ed incomincia a spogliarti.»
Respirai affannata, ma non mi mossi.
Aggrottai la fronte in disappunto. «Vuoi uccidermi? Fallo, perché io non ho intenzione di spogliarmi-....» sgranai gli occhi udendo uno sparo, l'aria del quale mi sfiorò la guancia sinistra. Una lacrima improvvisamente solcò la mia gota. Lui era totalmente fuori controllo. Così, seppur tentennante, levai la felpa dell'uniforme, sbottonai i jeans e li abbassai lentamente lasciandoli cadere sulle gambe ormai nude, rimanendo con addosso l'intimo, il reggiseno e la canottiera. Sollevai lo sguardo volendo incrociare il suo ma lui era occupato a guardarmi per bene, tremare lì, al suo cospetto. Non era rimasto più nulla del mio Hunter in quell'uomo così freddo e privo di magnanimo.«Contento?»
Osai pronunciare.Avevo paura. Stavo letteralmente morendo terrorizzata , eppure, qualcosa dentro di me mi disse che non mi avrebbe fatto del male. Aveva avuto così tante occasioni per ammazzarmi, perché farlo solo in quel momento?
Scosse la testa arrotolando le maniche della sua camicia nera fino ai gomiti, prima di sollevarsi in piedi per raggiungermi a passo lento. «Non è tutto.» Infilò l'indice tra la mia pelle e la spallina della mia canottiera mentre m'irrigidii al contatto e mi scansai indietreggiando di un passo. Non mi ero mai sentita così in imbarazzo in sua presenza, nemmeno agli inizi della nostra relazione quando ero solo una ragazzina priva di esperienza. «Sto aspettando.» Mi puntò la canna della pistola in faccia, spiazzandomi.
Rammaricata e rassegnata, chinai il capo in avanti non riuscendo proprio a reggere l'intensità del suo sguardo fermo su di me. Non riuscii nemmeno a pensare a niente. Nulla, il mio cervello mi abbandonò. «Devi guardarmi in faccia...» sussurrai.
«Prego?»
Sollevai gli occhi nella direzione dei suoi. «Se vuoi uccidermi....» abbassai la canna gelida dell'arma da fuoco piazzandola al centro del mio petto «...devi farlo guardandomi in faccia.»
Ad ogni respiro, il mio torace sfiorò il metallo della pistola, ma non mi tirai indietro. Corrugò le sopracciglia assottigliando gli occhi, come se non stesse capendo quali fossero le mie intenzioni. «Sai, Hunter, poco fa avevi ragione quando hai detto ad Ayron che sarebbe stata proprio la persona per la quale avresti dato la vita, la prima a togliertela.»Tese la mascella, soprattutto quando portai entrambe le mani sulla revolver ed appoggiai i pollici sopra il suo indice pronto a premere sul grilletto.
«Perché esiti? Sono qui, no?» Lo sfidai fino all'ultimo mentre le lacrime scorsero imperterrite. «Nessuno verrà più a cercarti se mi farai fuori , per cui, falla finita una volta per tutte.»