IVY
Quella sera, quando tornai dal lavoro lui non c'era. Perfino la sua roba era sparita e non lo rividi per qualche giorno. Seppur lo conoscessi bene e sapessi come fosse fatto, un po' di preoccupazione nei suoi riguardi la provai. Mi era mancato terribilmente negli ultimi mesi, pensai, ed ora che l'avevo finalmente ritrovato in fondo al mondo, l'avevo nuovamente perso di vista senza che neppure ci fossimo chiariti. Quando entrai in cucina a prepararmi un tè, il mio sguardo venne catturato da una piccola scatola appoggiata sopra il tavolo.
Sorrisi.
Mi aveva comprato uno smart Watch nuovo. Cercai speranzosa di trovare qualche bigliettino, ma niente. Se n'era andato via così. Mi aveva stravolta per poi sparire di nuovo, riaprendo nuovamente quella voragine all'interno del mio petto.«Che hai?» Domandò Ayron la sera successiva a lavoro. «Sembri stanca.»
Apprezzavo il fatto che si sforzasse a parlare in inglese quando eravamo soli. «Sto bene.»
«Ma se stai sbuffando da almeno due ore. Sei deprimente, piccolina. Problemi di cuore?»
Lo fissai per un po'. Non avevo mai parlato a nessuno di Hunter in tutti quesi mesi e a furia di tenermi dentro le cose stavo esplodendo. Insomma, se anche gli avessi parlato di Hunter lui non lo avrebbe mai incontrato. Inoltre, da uomo, avrebbe potuto darmi un consiglio.
«Vedi...» esordii tentennando «...ho rivisto il mio ex di recente.»
«Ah.» Bofonchiò facendo lo sciocco. «Quale ex? Io credevo avessi dodici anni.»
«Come non detto.» Sputai gesticolando, certa che parlarne con lui non sarebbe stata una buona idea.
«No..no..no!» Divenne serio scusandosi. «Avanti, raccontami. Com'è? È più bello di me?» Rise stuzzicandomi, al che, non in vena delle sue idiozie, sospirai sonoramente. «Sto scherzando!» Aggiunse captando probabilmente la mia sofferenza. «Che è successo tra di voi?»
«Diciamo che non ci siamo lasciati nel migliore dei modi.» Chiaramente non accennai dettagli. «Ci siamo amati molto, ma io l'ho ferito. Non so come spiegartelo...» provai a cercare le parole esatte per descrivergli quella burrascosa situazione «...hai presente quando ti sacrifichi purché la persona che ti sta affianco sia felice?» Mi fissò non capendo.
«Come quando preferisci troncare per fargli inseguire un sogno nel cassetto perché sai che quello sarebbe l'unico modo affinché si allontani da te?»
A occhio e croce...
«Sì, più o meno.» Mormorai dispiaciuta. «Non ci siamo rivisti e neppure sentiti per tredici mesi. Non sapevo nemmeno se fosse...» vivo. No, mi corressi «...non sapevo dove fosse, finché qualche giorno fa ci siamo rivisti.»
«E?»
«E niente. Sembra che non provi più nulla nei miei riguardi.»
«È normale, Ivy. Che ti aspettavi? Il tempo lenisce sempre le ferite, perfino quelle più profonde. E poi, sono trascorsi così tanti mesi. Lui si sarà rifatto una vita, no?»
«Lo so e non pretendo niente, credimi...» esclamai «...ma speravo che dopo così tanto tempo non mi tenesse il broncio, o che perlomeno provassimo a chiarirci. A sentire le motivazioni che mi hanno spinta a lasciarlo.» Deglutii, poiché il temine esatto sarebbe stato "tradirlo".
Annuii lentamente con la testa, corrucciando le labbra. «Se come dici tu ti tiene ancora il muso, significa che è ancora ferito....» attesi che si spiegasse meglio «...vedi, noi uomini quando non proviamo niente ce ne freghiamo altamente. Non siamo emotivi come voi donne che vi attaccate a tutto. Ma se questo ragazzo a distanza di così tanto tempo si è ripresentato qui per te, significa che ci tiene ancora .»