IVY
Mi ero persa a fissare il cielo e a far piegare le mie ciglia dalle gocce di pioggia che cadevano da esso . Non avevo mai messo in conto che mi sarei potuta fare così male, ed invece, eccomi lì. Evidentemente doveva accadere.
I miei polmoni non riuscivano a gonfiarsi di ossigeno per via del lancinante dolore che provai sul fianco, dove ad ogni movimento quella maledetta lama scavava più a fondo facendosi spazio in me. Quanta forza doveva aver usato quell'uomo per far sì che quel coltello potesse squarciare la mia carne con tale facilità?
Tanta. Troppa.
In lontananza, udii il suono sublime delle sirene della polizia o forse dell'ambulanza, ma un sorriso triste si dipinse sul mio volto quando man man venne a scemare.
Solo che non stavano venendo da me.
Sollevai lentamente il mento in avanti per controllare la situazione , provando a palpare anche con le mani la zona circostante a dove ergeva il coltello, constatando che la macchia scarlatta si stava piano piano ingrandendo. Mi stavo indebolendo ; avevo freddo ed il dolore lancinante mi immobilizzò.
Inoltre, non avevo più l'energia per muovermi.
Mi ero sempre chiesta come sarei morta, ma mai avevo immaginato che sarebbe capitato così.
Ero letteralmente sola.
Una lotta tra me e la vita .
Ebbi il tempo di sghignazzare con me stessa nonostante le lacrime calassero giù dai miei occhi a mo di fontane. Avevo sentito dire da qualche parte che nei pochi minuti che precedevano la morte ti scorre davanti tutta la tua vita. Ma io non vedevo niente e l'unica cosa che martellava nella mia testa era il fatto che me ne sarei andata via per nulla appagata...Non avevo concluso un bel niente e a saperlo, avrei preferito morire un anno prima. Credevo che qualcuno avesse mostrato clemenza nei miei riguardi, risparmiandomi, perché avevo uno scopo ben preciso nella vita e non dovevo far altro che trovarlo.
Ma non era così...speciale.
Me ne stavo andando via a mani vuote.
Hunter mi detestava.
Non vedevo o sentivo Luna da più di tredici mesi, ormai. Non avevo più nessuno per cui restare e lottare. Così, mi lasciai andare, chiusi gli occhi ed attesi, ripensando ai pochi ricordi che mi erano rimasti impressi nella mente. I miei erano morti quando avevo dice anni , ma chi se l'aspettava che nove anni più tardi li avrei raggiunti? Mi sforzai di ricordare qualche scena in particolare trascorsa con loro, oppure qualche frase detta da mio padre e che mi era impressa nella mente, ma nulla.
Avevo solo freddo.
In compenso, però, neppure Victor apparve, decidendo di concedermi un po' di tregua. In tutto ciò , però, mi augurai solamente una cosa, ovvero che Hunter avesse un giorno capito e che potesse perlomeno perdonarmi.Riportando il pensiero a lui, singhiozzai sofferente. Faceva male non poterlo rivederlo mai più e l'idea di perderlo di nuovo asfissiava. Logorava. Però, dovevo farmene una ragione. Che altro avrei mai potuto fare?
HUNTER
Rimasi a bere nel mio studio, fissando quel buco aperto sulla parete e ripensando a come o con quanto coraggio i suoi pollici avevano premuto sul grilletto senza che lei battesse ciglio.
Era pazza, letteralmente.
Ivy non aveva paura di niente.
Non avevamo trascorso molto tempo insieme. Solo qualche mese, a pensarci bene. Ma la verità era che seppur pochi, erano stati i mesi più intensi, pieni e felici della mia vita. Era più piccola di me ma mi aveva insegnato cose che mi sarebbero rimaste impresse per sempre. Molto di più di ciò che le avessi lasciato io.
Tesi la mascella ferocemente mentre le narici del mio naso si allargarono quando espirai dell'aria. Ero in costante conflitto con me stesso.
Seppur mi ostinassi a non ammettermelo, io la volevo e niente sarebbe bastato per cancellarla dal mio cuore per sempre. La desideravo così ardentemente che faceva male fin dentro le ossa. Ma non mi fidavo di lei e non era affatto semplice. Forse , quella ragazzina, aveva ragione a darmi del codardo. Probabilmente avevo anche paura di soffrire, ma il fatto che qualcuno mi avesse misteriosamente riportato da lei doveva pur significare qualcosa.
Spettava solo a me decidere cosa farne.