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HUNTER



«Sei stanco?» Mugugnò assonnata quando le accarezzai la testa con la mano libera , poiché con l'altra stessi reggendo il volante. «Vuoi che guidi io?»

No, per l'amor del cielo, sorrisi pensandoci.

«No, sto bene.» Replicai vedendola accovacciarsi e mettersi comoda sul sedile del passeggero. «Hai freddo?»

«Sto bene.» Accennò un sorriso ancora con le palpebre serrate. «Sono felice.»

«Ahhh...» la stuzzicai «...e c'entro per caso io con tutto ciò?»

Afferrò la mia mano e la strinse nelle sue prima di posarci la sua guancia calda sul dorso, usandola a mo di cuscino. Dopodiché, ci stampò qualche bacio sciogliendomi il cuore mentre diedi un'occhiata all'anello che portava sull'anulare. «C'entri sempre tu quando si tratta della mia felicità.» Pensai a ciò che disse e sospirai come se avessi appena provato il sollievo più bello dentro al petto. «Sai...» incalzò di nuovo «...io non ricordo quasi niente della mia vita prima di averti incontrato e sento quasi di essere stata derubata della mia infanzia. Ero all'oscuro di tutto e a tratti penso che ogni ricordo non sia stato solo che una messinscena . So per certo che i miei genitori mi hanno voluto bene, ma dopo la loro morte, tutto è crollato.»

Tesi la mascella non avendole rivelato una cosa. «Ivy...» la interruppi «...mio padre non c'entra niente con la morte dei tuoi.»
Lei mi guardò confusa.
«E mi spiace che sia io a rivelartelo così su due piedi...» parlai a bassa voce «...ma è giusto che tu lo sappia cosicché tra noi non ci sia più nulla da nascondere.»

«Se-...se non è stato tuo padre, allora-....» esitò nel concludere la frase, anche se in cuor suo probabilmente dissolse la plausibile idea che il colpevole potesse essere Victor. Victor, però, amava suo figlio e non gli avrebbe mai fatto del male. «Chi è stato?»

Le gettai uno sguardo prima di riportare gli occhi sulla strada. «Tuo zio Weston.»

Lei si azzittì come se non se l'aspettasse.

«Vedi, Weston è sempre stato geloso del rapporto che Victor aveva con tuo padre e ha complottato il piano nei minimi dettagli...» le spiegai con calma «...andando a far credere a chiunque che i colpevoli fossero i Black.» Mi ascoltò prestandomi la sua massima attenzione. «E giusto per concludere il cerchio, non so se lo sai, ma Luna non è tua cugina. Certo, le vuoi e le vorrai per sempre bene, ma tra te e lei non ci sono legami di sangue.» Notai dello sgomento sul suo docile viso e pensai che apprendere quelle notizie fosse troppo, ma decisi che dovesse sapere. «Quando Abel ha proposto il patto di matrimonio per dissolvere la faida, Victor mi ha proposto Luna, perché di lei gli importava ben poco. Io sapevo bene che avesse un'altra nipote, ma essendo Luna di età maggiore avrei dovuto sposare lei. Abel però non è stupido.»

«Abel ti ha rivelato questo?»

Annuii. «La madre di Luna era già incinta di lei quando Weston la sposò e ciò creò qualche disguido nel rapporto tra lui e Victor. L'unica vera Keller sei tu.» Mormorai. «Quando venni a conoscenza di tutto ciò ritornai alla villa e chiesi a Victor la mano dell'altra nipote, ovvero la figlia di Jeremy, e lui andò fuori di senno....» le sorrisi stavolta afferrandole delicatamente il mento nella mia mano «...ma mai mi sarei immaginato che fossi tu la mia tortura.»

«La tua tortura, eh?»

Tesi le labbra. «La mia tortura. Il tormento che per così tanto tempo mi ha impedito di dormire la notte. Il mio più acerrimo nemico ,e allo stesso tempo, colei che mi ha rubato il cuore scombussolandomi tutti i piani che avevo studiato per anni.» Sorrisi quando mordicchiò le mie dita in vena di giocare. «Fino al giorno prima di incontrarti nemmeno ci credevo al destino, poi invece, ho scoperto che fossi la mia persona...» ammisi col cuore in mano «... non sapevo bene come definire ciò che provavo dentro di me e come ben sai, non sono mai stato bravo a dare un nome alle emozioni che mi attraversavano da una parte all'altra. Sapevo solo che ti volevo. Che in un modo o nell'altro dovevi essere mia. Ero felice sapendoti il motivo della mia felicità. Il mio braccio destro su cui affidarmi quando sarei andato in guerra.» Sospirai affranto. «Solo che io ancora ero ignaro del fatto che la guerra avrei dovuto combatterla contro di te, e non con te al mio fianco. Così, ho maledetto il destino per aver fatto sì che ti incontrassi tempo prima di scoprire chi in realtà fossi, perché così facendo, mi ha messo dinanzi ad una scelta che in ogni caso avrei perso.»

HUNTER  2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora