IVY
Per tutto il tragitto in taxi telefonai instancabilmente Hunter ma il suo telefono risultò staccato. «Avanti Hunter, rispondi...rispondi, ti prego...» sussurrai tra i denti col cuore frantumato ed i pezzi tamburellanti in gola. «La prego, faccia presto!» Incitai il conducente ad accelerare.
«Sto facendo quello che posso.» M'informò. «Ma con questa pioggia è impossibile guidare più veloce di così!»
Dannazione!
Mi gettai all'indietro sul sedile con le mani tra i capelli. Di quel passo, non sarei mai arrivata in tempo. Vidi finalmente in lontananza, sulla salita, l'hotel ma a causa del traffico che si era creato giù in paese non mi restò altra scelta che scendere e correre. Pagai l'autista invitandolo a portare su il mio trolley ed abbandonai il veicolo venendo inondata da quella terrificante pioggia. Feci zig zag tra le auto sulla carreggiata beccandomi anche qualche insulto e vari clacson da parte di qualcuno, ma m'importò ben poco. Diversi scenari futuri presero forma nella mia testa ed erano uno peggiore dell'altro ; l'avrei raggiunto in tempo? Mi stava ancora aspettando, oppure, era andato via ? Corsi col fiato in gola fino in cima alla salita, non badando a come mi fossi conciata tra fango e pioggia. Una volta raggiunta la reception, mi infilai tra due signori di avanzata età domandando loro scusa per l'interruzione, beccandomi anche della meritata maleducata.«Scusa...» boccheggiai priva di fiato, mettendo anche a disagio il ragazzo dinanzi a me «...poco prima di lasciare l'hotel mi hanno portato un pacco...» gesticolai «...una scatola.»
Lo vidi annuire mentre controllai il telefono rammaricata, poiché Hunter avesse ignorato sia le mie chiamate che i miei messaggi. «Sì, ricordo. L'ha lasciata qui un ragazzo ed io l'ho fatta recapitare in stanza da una cameriera.»
«Sì, giusto...» deglutii, anche se di saliva non ne era più rimasta all'interno della mia cavità orale «...dov'è il ragazzo? Ha lasciato qualche altra cosa scritta? ...O alloggia qui? ...» tremai infreddolita, e soprattutto, terrorizzata dal fatto che potesse essersene già andato via. Ero a pezzi ; col cuore che lentamente si stava sgretolando all'interno della mia gabbia toracica e la testa dolente ed in fiamme.
«È appena andato via...» disse facendomi sovrastare il petto dall'angoscia «...era qui fuori seduto ad attendere fino ad un attimo fa, ma poi ha preso la sua auto ed è andato.»
Quelle parole mi fecero piombare in una gelida immobilità, sia corporea che mentale, mentre percepii un fremito oscuro, simile ad un brutto presentimento. Come avrei fatto a raggiungerlo, Cristo Santo! Ero affaticata e non sarei più riuscita a correre fino a giù. Gettai un'occhiata fuori constatando che neppure il taxi fosse giunto.
«Signori, perdonatemi un secondo...» parlò il ragazzo riferendosi ai due mentre le lacrime incominciarono a sgorgare come fiumi sulle mie guance. «Vieni con me.» Aggiunse riaccendendo le mie speranze, al che, senza battere ciglio lo seguii sul retro della reception. «Se percorri questa scalinata fino a giù in fondo, forse riuscirai a trovarlo nella mischia di auto considerando il traffico creatosi per via di un problema stradale che sta mandando tutti fuori di testa. Devi muoverti però, ma soprattutto, fai molta attenzione perché la scalinata non è illuminata!»
Annuii ricomponendomi e riacquistando le ultime forze rimaste nel mio corpo. Dopodiché, accesi la torcia del cellulare e partii in una lotta contro il tempo. «Grazie.»
Mi diedi da fare e percorsi la scalinata in fretta non badando affatto a dove stessi mettendo i piedi. I gradini erano rovinati e ripidi, ma nulla mi avrebbe fermata dal raggiungerlo.
Glielo dovevo e lo dovevo a me stessa.
Al mio cuore.
Ai miei sogni.
All'amore che nutrivo per quell'uomo e che non era mai cessato sin dalla prima volta che lo avevo visto.