IVYMi vestii velocemente e dopo aver indossato il giubbotto e preso la borsa, uscii fuori. Aprii bene occhi ed orecchie cercando di intravedere o di udire la sua auto, ma nulla. Eppure, di solito era sempre in anticipo. Tuttavia, approfittai di quei minuti per pensare alla sorpresa di Serin. Avevo già una vaga idea in mente, così, cacciai fuori il cellulare dalla tasca del giubbotto nero ed avviai il motore di ricerca affine di trovare un volo ed un hotel per il weekend successivo a Natale . «Ottimo!» Sorrisi euforica, poiché la sorpresa sarebbe piaciuta un sacco alla bambina. Ciononostante, prima di prenotare il tutto decisi comunque di chiamare Ayron sperando fosse già sveglio.
"Pronto?" Rispose dall'altra parte del telefono con voce assonnata. Beh, avrei potuto attendere ancora un altro paio d'ore, no? No...soprattutto perché non stavo più nella pelle.
"So che è presto, perdonami-..."
"No, dimmi pure."
"Ecco, avevo in mente qualcosa per Serin, ma volevo prima chiedere a te, sperando che fossi d'accordo."
"Ivy-..." ridacchiò interrompendomi "...ti ho già detto che a Serin non serve niente. Non devi scomodarti così tanto!"
"Infatti non devo. Voglio!" Corrucciai la bocca facendo una smorfia. "Va bene, ne riparleremo, e dato che ci sono vorrei anche chiederti conferma per il pranzo del venticinque. O preferisci la sera del ventiquattro? Che te ne pare?"
"Non lo so, tu quando preferisci? Insomma, per me è indifferente. L'importante è che stiamo insieme. Tu, io e mia sorella."
Annuii sorridendo. "Vedrai, Serin non starà più nella pelle quando scoprirà ciò che ho in serbo per lei."
"Non lo metto in dubbio." Mormorò e potei captare la sua felicità tramite l'aggeggio. "Ti va se ci vediamo oggi? Pensavo di passare più tardi."
Oh..merda.
"No, oggi sono molto indaffarata e dovrò fare delle visite." Mi morsi il labbro inferiore. Stavo diventando una bugiarda e la cosa non mi stava affatto piacendo. "Ma se finisco prima, perché no?"
"Dei controlli per la ferita? Perché non me l'hai detto! Avrei potuto accompagnarti." Il suo tono di voce suonò preoccupato. "Ora che chiami la babysitter per Serin, mi prepari e venga da te, mi ci vorranno come minimo due ore."
"Stai tranquillo. Al prossimo controllo ti porterò con me."
Sospirò. "Va bene, fammi sapere."
"Allora ci sentiamo."
"Ci sentiamo. Un bacio."
"Ciao."
Non feci in tempo a guardare le foto di un bellissimo hotel che una moto frenò bruscamente facendo un rumore assordante fino a far sgommare la ruota posteriore davanti a me, fermandosi a pochi centimetri dai miei piedi.
Trasalii sollevando lo sguardo, finché il ragazzo sollevò la visiera e mi passò un casco, scrutandomi da cima a fondo. «Mi auguro che quella gonna non svolazzi troppo.» Disse riferendosi all'indumento grigio mentre indossai il casco. «O mi metterai nei casini con mezza Istanbul.»
«Tranquillo, è una pantagonna.» Risposi stizzita.
«Una che..?»
La sollevai mostrandogli il pantaloncino, prima di prendere posto in sella con cautela, alle sue spalle. «Non potevi venire in macchina?»
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