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IVY


«Dei carichi di merce sono stati confiscati dalla polizia turca!» Mormorò Serkan ad uno dei suoi più fidati uomini, un certo Mert, un giovane ragazzo, sulla trentina. Lo vedevo di rado al Vortice e probabilmente si occupava lui di tutte le faccende losche del mio capo che se ne stava all'ombra. «Che mi dici di questo, eh? Non è mai accaduto nulla ed ora, di punto in bianco, la polizia conosce luoghi ed orari di ogni nostro trasporto.»

Continuai ad asciugare i bicchieri facendo finta di niente, anche se provai ad ovattare ogni rumore circostante affine di origliare la loro conversazione. Ayron aveva la serata libera, per cui, oltre a servire avrei dovuto anche dare una mano dietro il bancone. Fissai i due discutere animatamente per un po', finché qualcuno non sbatté le nocche sul bancone catturando la mia attenzione.
Hunter.
Deglutii, morendo nel suo sguardo spento e nero.

«Whiskey...» parlò pacato prendendo posto sullo sgabello dinanzi a me «...grazie.»

Posò lo sguardo sul cellulare e si mise a scrivere velocemente quello che capii fosse un messaggio, mentre ebbi modo di osservare il suo volto contorto tramite la luce emessa dalla schermata. Desiderai chiedergli come stava o che ci faceva quella sera a casa mia, ma qualcosa mi trattenne, così, afferrai la bottiglia e gli riempii un bicchiere. Proprio come aveva domandato. Riportai gli occhi su Serkan e Mert, ma poco dopo i due si allontanarono. Lui invece, oltre che non aprir bocca non mi degnò di neppure uno sguardo. Se ne restò lì a bere in silenzio ; nessuna provocazione, nessun giochetto, nessuna battutina su me ed Ayron...niente di niente. Era quello che volevo, no? Eppure, qualcosa mi disturbava alla bocca dello stomaco. Ma cosa? Volevo confrontarmi nuovamente con lui? Desideravo mi parlasse o dicesse qualcosa? Che mi rivolgesse uno sguardo e mi facesse capire?

Sbuffai chinando il capo con rassegnazione.

«Se sei stanca...» all'improvviso parlò, spiazzandomi «...dirò a Serkan di mandarti a casa.»

Lo guardai per capire se fosse serio o meno.
Lo era...pazzesco.

«No, sto bene...» parlai sommessamente «...grazie comunque.»

Mi scrutò con sguardo malinconico per qualche attimo, anche se a me parve un'eternità. Quando poi mi sorrise, persi un colpo al cuore. Il naso pizzicò e gli occhi mi si velarono di lacrime ripensando a come un tempo quello sguardo e quell'espressione facciale, che ora mi mostrava, mi facevano provare tanto amore. Mi sommersi ancora una volta nei ricordi anche se facevano troppo male. Il mio povero cuore morì dalla voglia di dirgli quanto mi era mancato in quei tredici mesi, nonostante non avrebbe creduto ad una sola parola, ma un secondo prima di aprire bocca qualcun altro mi anticipò.

Mert.

«Hunter.» Gli appoggiò la mano sulla spalla catturando l'attenzione del ragazzo che gli rivolse uno sguardo di sbieco. «Vieni! Serkan ci aspetta nel suo ufficio.»

Annuì cacciando fuori i soldi dalla tasca della sua giacca quando il ragazzo dai capelli lunghi e scuri si allontanò. Dopodiché, li appoggiò sotto il bicchiere e si alzò in piedi pronto ad andarsene, anche se si fermò e mi chiesi cosa avesse di tanto importante da dirmi. La saliva nella mia bocca si asciugò all'istante ed il cuore iniziò a tamburellare velocemente.

«Ivy?» Mi chiamò.

Andai totalmente in apnea. Il modo in cui pronunciava il mio nome mi scioglieva tuttora e a distanza di così tanti mesi. Attesi trepidante di udire ciò che mi avrebbe detto o forse, ciò che a me mancava il coraggio di dire.

«Sì?»

«Grazie per il tatuaggio...» sorrise beffardo mostrandomi le sue fossette mentre la sua mano sfiorò la zona esatta dove avevo tatuato la sua iniziale nell'alfabeto morse «...è commovente.»

HUNTER  2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora