Capitolo 19

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Il giorno dopo mi sentii pazza quando mi chiusi nell'ufficio di mio padre e accesi il suo computer per controllare le registrazioni delle nostre telecamere esterne. Ma dovevo avere la conferma di quello che avevano visto i miei occhi la notte passata sul balcone della mia stanza, in quanto la neve caduta durante la notte aveva eliminato possibili tracce di impronte della persona. Purtroppo, mi sentii ancora più pazza quando constatai che le telecamere non avevano ripreso nulla di strano. Nessuno sembrava essere entrato nel giardino, nessuno aveva raggiunto il mio balcone arrampicandosi su qualcosa. Stavo impazzendo sul serio? Era stato l'alcool bevuto a farmi immaginare Seth così vividamente? Non riuscii a darmi una spiegazione, se non quella che qualcuno avesse alterato i video della sicurezza ma sarebbe stato davvero assurdo. Quel giorno lo passai interamente chiusa in stanza a preparare le valigie per il viaggio di capodanno a Las Vegas ma anche perchè da quel pomeriggio sarei andata dalla mia migliore amica e avrei trascorso i due giorni prima della partenza dal lei. A quanto pare voleva tornare all'Angels e per quanto una parte di me mi avesse urlato di stare lontano da quel locale, avevo accettato. Seth non lo sentivo, o vedevo, più da quella telefonata. Mi dissi che non avrei dovuto pensare a lui perchè non mi stava facendo affatto bene ma allo stesso tempo fremevo un po' all'idea di tornare in quel locale, stesso locale in cui c'era stato anche lui.

«Winnie?» La chiamai.

Lei alzò la testa, distogliendo lo sguardo dalle unghie delle mie mani e tenendo il pennellino dello smalto fermo a mezz'aria. «Ti piacciono i tuoi capelli, bionda?»

Sghignazzai. Odiava quando la chiamavo così.

Sbuffò e riprese a passare lo smalto sulle mie unghie. «Che vuoi?»

«Hai mai immaginato così intensamente qualcosa da vederlo effettivamente, come se fosse reale?»

Sapevo quanto suonasse assurda quella domanda e infatti lei tornò a guardarmi con perplessità e preoccupazione. «Si chiama allucinazione, tesoro.»

«Non in quel senso.»

«Be', non esiste altro senso.» Replicò. «Perchè? Cos'è successo?»

Mi morsi il labbro. «A natale ho avuto una...particolare chiamata con Seth.»

Lei pucciò il pennellino nel barattolo di smalto con un ghigno. «Ah si? Il bello e tenebroso?»

«Smettila. Non l'ho mai chiamato così.»

«Be', da come ne parli è esattamente questo il tipo. Bello, tenebroso e super stronzo.»

Già.

«Comunque, hai fatto sesso telefonico per la prima volta. Sei contenta?»

Arrossii e scossi la testa. «Winter!»

«Cosa?»

«Non c'è bisogno di dirlo così specificamente.»

«Sei adorabile.»

Sbuffai e mi schiarii la voce. «Ad ogni modo, l'ho visto sul mio balcone.»

Lei aggrottò la fronte. «In che senso scusa?»

«Che ad un certo punto lui era , sul balcone della mia stanza e non capivo come potesse essere possibile.» Sputai con un grosso sospiro. «Poco prima avevo sentito dei rumori e non so...questa mattina ho anche controllato le registrazioni delle videocamere ma non è stato ripreso. Sembrava tutto normale, non è scattato nemmeno l'allarme.»

«E lui cos'ha detto a riguardo?»

«Che avevo solo una fervida immaginazione ed è andato avanti.»

«Uuh, avanti a fare cosa?» Chiese maliziosa.

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