Mi addormentai per esaurimento, dopo aver versato un'infinità di lacrime sulla spalla di Chen. Quando mi svegliai ero ancora sola. C'era il suo profumo nelle lenzuola, ma di lui nessuna traccia. La casa era particolarmente silenziosa quando lasciai la stanza. In corridoio fissai quella dannata porta di metallo, rivivendo quei minuti che avevo trascorso con lui.
«Ehi.» Dissi con voce rauca, entrando in cucina.
C'era Penelope che stava bevendo una tazza di caffè. I suoi occhi verdi si posarono su di me e abbozzò un sorriso.
«Dove...dove sono tutti?» Chiesi, grattandomi il braccio con nervoso.
«Fuori.»
Annuii e andai a prendere una tazza da un'antina, poi mi servii da sola col caffè.
«Sai cos'è successo ieri?» Lanciai la lancia senza nemmeno prepararmi.
Lei posò lentamente la tazza sull'isola e mi guardò, cercando di mostrarmi compassione. «Non sono io a dovertene parlare.»
Lo sapevo. Anche Chen non mi aveva detto niente ma questa situazione iniziava a preoccuparmi.
Annuii ancora una volta e lei mi lasciò sola. Sentivo un macigno al petto e non sapevo come toglierlo. Ieri Seth non era il Seth conoscevo. Era successo qualcosa di grave per farlo arrivare a quello stato e a dire quelle cose. Era forse per Ian? O per quel investigatore? Che tra l'altro non vedevo da molto ormai.
Terminai con fatica il caffè e senza mettere niente sotto i denti, tornai in camera. Presi il telefono e controllai se ci fossero messaggi, ma anche lì non c'era nulla. Nonostante fossi preoccupata per lui, ero anche arrabbiata per come mi aveva trattata. Io volevo solo aiutarlo e lui mi aveva cacciata via.
Decisi così di mandare un messaggio a Winter avvisandola che sarei tornata a Boston quel giorno stesso e che se voleva poteva unirsi a me. Presi la mia valigia da un angolo della stanza e iniziai a metterci dentro le mie cose. Quando avevo svuotato la camera dell'appartamento alla Berkeley avevo spedito il grosso direttamente a casa. La valigia che mi sarei portata in giro non era così grande da aver bisogno di qualcuno. Lasciai fuori solo i vestiti che avrei indossato per il viaggio, un paio di jeans e un top aderente a maniche lunghe.
Erano quasi le 11 e avrei dovuto fare in tempo a prendere il treno delle 13. Mi infilai sotto la doccia e mi lavai. Avvertii altre lacrime bagnarmi le guance ma si mischiarono con l'acqua e le cancellò velocemente. Uscii da bagno con l'asciugamano a stringermi il corpo e mi bloccai quando vidi Seth e Chen in camera. Non li avevo neanche sentiti entrare.
Seth aveva gli occhi stanti, delle leggere occhiaie, i capelli erano scompigliati e indossava ancora i vestiti di ieri ormai sgualciti. Fece scorrere rapidamente gli occhi sul mio corpo coperto da un asciugamano e poi li puntò alla valigia.
«Te ne vai?» Parlò, la voce era profonda.
«Sì.» Incrociai le braccia e guardai entrambi con il cuore che batteva più irregolare.
Lui annuì. «Chen ti può accompagnare alla stazione.»
I miei occhi saltarono sull'amico che mi rivolse un lieve sorriso dolce.
«Non ce n'è bisogno. Prenderò un taxi.»
Ci fu un momento di silenzio in cui io e Seth ci fissammo solamente. Ero certa che ora, a mente lucida, anche lui stesse ricordando ieri sera. Chen senza dire niente, si voltò e uscì dalla stanza.
Seth non si mosse, restò in piedi con le mani nelle tasche e la camicia mezza sbottonata. Mi chiesi dove fosse stato. Era andato a dormire all'Angels? Era stato fuori tutta la notte?

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Avenging Angels
RomanceEra da quattro anni che allo scattare della mezzanotte del 21 Dicembre tutti le reti, tutti i canali televisivi e social, venivano bloccati dalle loro normali trasmissioni e utilizzi, per essere invasi da video di cinque persone mascherate che vendi...