Erano ufficialmente iniziata la settimane di fuoco. Le lezioni erano terminate e questo significava solo una cosa: esami. Cinque giorni in cui dovevo essere super preparata in tutte le materie studiate in quei mesi. Una concentrazione di stress, fogli e libri sparsi ovunque, caffeina, pianti, fazzoletti, insonnia.
Nel nostro appartamento sembrava fosse scoppiata una qualche bomba. Era completamente sottosopra. Io studiavano nella mia stanza. Zara studiava in quella che condivideva con Phoebe e Phoebe studiava in soggiorno.
Passavamo le intere giornate sui libri. Ci scambiavamo qualche parola quando ci trovavamo in cucina per fare rifornimento di energie e disperarci insieme per poi tornare al nostro dovere.
Non era mai stato un problema per me studiare. Certo, non lo facevo con estrema gioia, ma una volta trovata la concentrazione non era così difficile. Soprattutto grazie ai miei appunti ordinati e i mille evidenziatori che avevo per aiutare la memoria.
Ora però trovare la concentrazione mi sembrava impossibile. Mi sentivo una sfigata ma l'unica cosa che riuscivo a pensare era un certo ragazzo dagli occhi color carbone. E stronzo. Dopo la nostra ultima conversazione non ci eravamo più visti o sentiti. Non che prima capitava spesso, ma proprio a causa degli esami non ero nemmeno più andata in palestra, unico luogo in cui sapevo di poterlo trovare abbastanza facilmente. Ero chiusa tra le mura soffocanti e pieni di fogli della mia stanza mentre ripetevo la stessa frase per almeno tre volte prima di sbattermi la testa contro al muro per far uscire il suo nome della testa.
Era uscito ancora con quella ragazza?
Ero patetica se ammettevo di aver stalkerizzato il suo profilo social? Be', l'avevo fatto. Lo facevo più o meno ogni mezz'ora. Ma non era tipo da pubblicare qualcosa. Così guardavo i profili dei suoi amici ma se pubblicavano, lui non c'era. Avevo controllato tra i suoi seguiti ma non mi sembrava di aver una foto profilo che potesse ricondurre a quella ragazza. Probabilmente sarebbe rimasta per sempre un mistero. Ciò che non rimaneva un mistero erano invece le sue parole:
Perché la prossima volta non mi fermerò.
Come dimenticare quella frase. Come dimenticare il mio corpo accendersi al solo pensiero del suo tocco. Dire che il mio cervello non si era bloccato sarebbe stato un eufemismo. Quella notte avevo sognato cosa sarebbe potuto succedere se avesse applicato subito quella regola e mi ero svegliata ansimante e frustrata sessualmente. E quelle parole, i miei pensieri fin troppo fantasiosi, erano i motivi per cui non riuscivo a trovare la concentrazione per studiare. Riuscivo per un po', ma poi mi distraevo e ora che ricercavo il focus sull'argomento facevo in tempo ad impazzire. Mi sentivo fottuta ma allo stesso tempo non avevo nessun motivo per esserlo.
Né in senso figurato né in concreto.
In quel momento stavo scrivendo con Winter in quanto mi stavo prendendo cinque minuti di pausa. La pausa bisognava sempre farla.
-Ti prego, fallo per me
William in quei giorni mi stava chiedendo conferma o meno sulla mia partecipazione a Capodanno. Dovevano prenotare lo chalet ed essendo quasi la metà di dicembre era già tardi, soprattutto dato che volevano trovare uno chalet con certe caratteristiche.
Avevo anche sentito i miei genitori e mi ero innervosita al fatto che io non sapessi nulla sulla cena a Las Vegas. Ovviamente però quando sentirono la proposta di William non poterono che invitarmi a scegliere proprio quella.
-Passare tutti quei giorni
con William e i suoi
amici figli di papà
oppure stare a qui e avere
la certezza di scopare?
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Avenging Angels
RomanceEra da quattro anni che allo scattare della mezzanotte del 21 Dicembre tutti le reti, tutti i canali televisivi e social, venivano bloccati dalle loro normali trasmissioni e utilizzi, per essere invasi da video di cinque persone mascherate che vendi...