Capitolo 11

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Zara e Phoebe mi avevano spiegato che, da quando Seth e i suoi amici studiavano lì, Halloween era una di quelle feste che non potevi assolutamente perdere. Non si sapeva il motivo ma organizzavano sempre qualcosa di grande ed era obbligo andarci in quanto tutti ci sarebbero stati. Era una di quelle feste dove girava molto alcool, forse anche droga, ed era la notte dei morti che si risvegliavano e degli scherzi, insomma, era possibile un po' di tutto. 

Ora, per grande e tutti credevo fosse solo per esagerare. Invece da quando ero scesa dalla macchina del ragazzo di Zara stavo cercando di capire come diavolo avesse fatto Seth ad organizzare una festa in una mega villa gotica abbandonata a circa mezz'ora dal campus. E la quantità di gente che c'era nell'ampio cortile frontale, sulle scale e sicuramente dentro, equivaleva davvero a tutti

«Oh.» Fu tutto quello che uscì dalle mie labbra tinte di un rossetto violaceo e lucido. 

I miei occhi erano incollati su quella struttura imponente a tre piani, una miriade di finestre, molte delle quali spaccate, e punte aguzze che la riportavano indietro nel tempo. Le luci ad intermittenza e la musica spaccavano il silenzio di quell'area in mezzo al nulla, solo campi, alberi e una strada che probabilmente non era così trafficata. Mi chiesi come facesse ad esserci elettricità ma pensai a dei generatori portatili. 

«E' legale?» Chiesi, guardando Phoebe che mi aveva raggiunta. 

Lei scoppiò in una breve risata. «Dubito. Ma, ehi, bisogna divertirsi nella vita.»

Se ci avessero arrestato perchè fatto una festa in una proprietà -anche se in disuso- mia madre mi avrebbe letteralmente uccisa

«Daniel cerca parcheggio, noi entriamo che mi si congela il culo qua fuori.» Disse Zara, stringendosi nel suo giubbotto corto.

I nostri costumi erano venuti molti bene. Phoebe ovviamente aveva optato per gli outfit un po' più esibizionisti. Perciò, io indossavo una minigonna e un mini top senza maniche a colletto a camicia aperto davanti azzurri, stivali alti bianchi -in assenza di stivali azzurri- e poi avevo comprato uno spray per capelli che si avvicinava molto al colore dei capelli del personaggio, una volta applicato mi sono fatta un'alta e ben tirata coda di cavallo, lasciando fuori due ciocche ondulate proprio come Icy. Il trucco si basava su colori argentati e azzurri. Phoebe indossava dei pantaloni a vita bassa e zampa di elefante viola -diceva che le facevano un culo meraviglioso- e un top senza spalline dalla forma a rombo, e aveva messo anche i tipici occhiali rettangolari con le lenti arancioni. Zara indossava una minigonna e un top con dei fili intrecciati sul costato e con una fascetta attorno al collo che poi si univa al gancio frontale bordeaux e degli stivaletti dello stesso colore. Non aveva i capelli ricci ma si era fatta due ciocche colorate. 

Accogliemmo la richiesta di Zara perchè effettivamente faceva freddo e ci avviammo verso l'ingresso, dopo una scalinata in pietra con diverse crepe. 

Halloween era una festa che non mi faceva particolarmente impazzire ma era difficile dire che in parte non fosse colpa dell'influenza di mia madre. Halloween per tutti i bambini e ragazzini significava solo una parola: dolci. A casa mia c'era un forte rigore sul cibo e tutti gli alimenti con zuccheri o troppi zuccheri erano fuori discussione. Inoltre, i miei genitori non erano i tipi che ti accompagnavano a bussare alle case per fare dolcetto o scherzetto. Mia madre faceva addobbare la casa per non essere quella diversa del quartiere ma la sera del 31 dicembre, mentre loro erano fuori a qualche cena, io ero chiusa in casa. A volte, però, mio fratello Ian mi portava dei dolci che era riuscito a recuperare e li mangiavo di nascosto. Quando iniziai le superiori le cose cambiarono ma il momento del 'dolcetto o scherzetto' era passato e tutto quello che facevo con Winter era quello di andare al cinema a vedere film horror, che odiavo,  con altre ragazzi e poi se ne avevamo voglia infilarci a qualche festa. 

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