Capitolo 35

1.1K 34 0
                                    

COLE

Non so cosa cazzo sia successo stasera. Un attimo prima era tutto perfetto e l'attimo dopo è andato tutto a rotoli.
Ho sistemato in fretta le cose alla pizzeria lasciando il comando a Patrick, e ora sto andando verso casa a passo svelto. Non riesco a non pensare a come stava Lexi, era un fascio di nervi e lacrime. Non l'avevo mai vista piangere e avrei preferito continuare a non vederla così. Ho provato una stretta al petto mentre cercavo di consolarla tra le mie braccia. Quell'idiota deve essere sicuramente l'ex fidanzato di cui mi parlò la prima volta che abbiamo mangiato insieme mentre la ragazza...come aveva detto? Amica intima? Dio, immagino sia stato un colpo per Lexi sapere che la sua amica si è messa con il suo ex. La sua reazione è abbastanza comprensibile. Sono in pensiero per lei, quando è andata via sembrava essersi un po' tranquillizzata, ma io non lo sarò finchè non arrivo da lei e mi accerterò che sta bene.
Finalmente arrivo a casa e mentre mi chiudo la porta alle spalle la chiamo.

<< Lexi! Sono tornato!>> mi guardo intorno ma il salotto è vuoto. Nessuna risposta.

<< Lexi!>> inizio a pensare che forse è andata direttamente al garage, così mi avvio verso la porta che conduce giù ma poi la sua voce mi frena.

<< Sono di sopra!>>

Senza indugiare salgo le scale, e l'unica porta aperta è quella della mia stanza.

<< Scusa se ci ho messo tempo, ma ho dovuto sistemare un po' di cose>> sarei voluto arrivare molto prima, ma non sono riuscito a liberarmi prima di mezz'ora.

Quando arrivo alla soglia della porta mi fermo. Lexi è distesa sul mio letto, con la schiena appoggiata alla testiera, ha lo sguardo perso nel vuoto e una birra in mano.

<< Scusa se mi sono intrufolata nella tua stanza, solo che non volevo che i ragazzi mi facessero domande nel caso fossero tornati e...>> alza la bottiglia nella mia direzione. << E per le birre che preso dal tuo frigo>>

Allungo lo sguardo e vedo sulla scrivania una serie di birre, ne ha prese cinque, anzi, sei se contiamo quella che ha in mano. Entro nella stanza e mi dirigo alla sedia posta dietro la scrivania, poco distante dal letto.

<< Non credo che ubriacarsi sia una buona scelta>>

<< Forse, ma avevo bisogno di placare i miei pensieri. E l'unico modo che mi è venuto in mente è quello di bere qualcosa>>

<< E ti aiutato a smettere di pensare?>> le domando una volta che ho girato la sedia nella sua direzione ed essermi seduto.

Fa un sorriso amaro. << No>>

<< Allora proviamo un altro metodo per sgomberare la mente>>

<< Se mi stai chiedendo di parlarti di quanto successo, scordatelo>> risponde seria.

<< Perché sei così contraria all'idea?>>

<< Perché è imbarazzante Cole. Tutto questo è imbarazzante>> dice indicando lei, me, la stanza, e deduco tutta la faccenda.

<< Se pensi che io ti giudichi o ti prenda in giro, stai sbagliando. Non lo farei mai, dovresti aver imparato a conoscermi ormai...>> questo le fa alzare la testa e guardare nella mia direzione per la prima volta da quando sono entrato nella stanza. Ha gli occhi gonfi e offuscati da un velo di lacrime, le quali stanno lottando per venire fuori.

<< Non intendevo quello... ma comunque non credo sia il caso>> prende un sorso di birra, forse anche troppo lungo di quanto avrebbe dovuto.

<< Non penso che vorresti davvero sorbirti racconti noiosi sulla situazione. Ti risparmio lo strazio>>

<< Io invece ti ascolto volentieri, Lexi. Se parlare, sfogarti, ti può aiutare a sentirti meglio, sono pronto a sorbirmi tutto ciò che hai da dire>>

Una melodia perfettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora