Capitolo 16

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COLE

<< Ragazzi sono arrivati!>> urlo per dare il via alla messa in scena.

<< Come ti senti?>> mi domanda Simon.

<< Bene. Come altro dovrei sentirmi?>>

<< Io direi che sei piuttosto nervoso>> dice ridendo, mentre mi dà una pacca sulla spalla.

Mi guardo le mani, sono tutte rosse e sudate, per quante volte le ho strofinate da quando lo zio è andato a prendere papà alla stazione.
Suonano al campanello.

<< Okay ci siamo>> dico facendo un bel respiro.

Apro la porta.

<<Papà!>>

<< Cole! Figliolo!>> papà mi stringe in un abbraccio forte ed io ricambio la stretta. Era da tanto che non lo vedevo.

<< Che bello che sei qui>> lo penso davvero, anche se spero che la sua visita duri poco.

<< Ci ho messo un po' ma ce l'ho fatta>>

<< Vieni, entra>>

Gli faccio cenno di accomodarsi, mentre anche lo zio viene verso di noi. Anzi, verso di me.

<< Sta tranquillo andrà tutto secondo i piani>> cerca di rassicurarmi. Io annuisco. Spero che abbia ragione.

<< Salve signor Smith>> i ragazzi salutano all'unisono papà.

<< Ei ragazzi! E per favore, non chiamatemi signor Smith. Solo Charlie>>

Loro sorridono.

<< E Charlie sia allora>> dice Bruno.

<< Bravi>>

<< Vuoi qualcosa da bere papà? Acqua, succo, birra?>> gli domando una volta che si è accomodato su una sedia accanto al tavolo.

<< Acqua ghiacciata, per favore>>

<< Arriva>>

Nel mentre vado in cucina per prendergli l'acqua, mi ritrovo a sorridere. Uguale allo zio. Acqua ghiacciata.
Gli porto da bere e mi fermo ad osservarlo. Passano gli anni ma lui rimane sempre uguale. Capelli scuri con qualche ciuffetto grigio, un accenno di barbetta della stessa tonalità dei capelli. Ha otto anni in più allo zio, ma sembrano quasi gemelli, l'unica cosa che li differenzia sono gli occhi verdi di papà contro quelli azzurri dello zio, e l'altezza. Papà è leggermente più alto di suo fratello. Ma per il resto, sono fotocopie.

<< Non sei cambiato affatto papà. Sei anche più in forma rispetto a quando ti ho visto durante le vacanze di natale>> dico notando la pancetta scesa attraverso la maglia di lana rossa che indossa.

<< Tua madre mi ha messo a stecchetto>> ride.

<< Beh i risultati si vedono>>

Mi siedo accanto a lui e parliamo- insieme allo zio e ai ragazzi-- del più e del meno. Mi racconta di Carter, mio fratello maggiore, e dei suoi successi allo studio legale per cui lavora, della nuova passione della mamma per oggetti e capi vintage con i quali sta riempendo l'intera casa. Ed infine la mia assenza.
Non pensavo che tirasse fuori l'argomento così in fretta. Mi sistemo dritto sulla sedia.

<< Non è così papà>> inizio, mentre guardo gli altri presenti.

<< Ma è vero che mi sono fatto sentire poco. E ti chiedo scusa per questo>>

Una melodia perfettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora