LEXI
Siamo qui da un paio d'ore ed io devo ancora realizzare cosa è successo. E' tutto così confuso... mi sento io stessa confusa.
Vorrei poter chiudere gli occhi per poi riaprirli e scoprire che tutto questo è solo un incubo. Vorrei poter tornare a casa dei ragazzi, nella loro cucina e guardare Cole cucinare per noi due. Vorrei cancellare le ultime due ore e mezza.
Ma quando torno alla realtà è tutto come prima. Mi trovo all'ospedale con i ragazzi, con la testa sulla spalla di Cole, mentre siamo seduti fuori la stanza di Karol. In attesa.
Cole mi accarezza il fianco mentre con l'altra mano stringe la mia.
Se all'inizio volevo tenerlo a distanza, per via di quello che ho scoperto a casa sua, adesso capisco che non posso fare a meno della sua vicinanza. Non riesco a pensare di vivere questa situazione senza di lui accanto. Cole mi dà forza, mi dà conforto. Mi sento meno persa con lui accanto. Meno sola. Tutto quello che è successo prima lo voglio accantonare, almeno per il momento. Adesso dobbiamo essere tutti uniti e pensare solo a Karol.
Non alzo gli occhi, ma intravedo un'ombra avvicinarsi a noi due.
Cole mi accarezza la mano con il pollice.<< Io vado a prendere un caffè. Ne vuoi uno anche tu? O magari qualcosa da mangiare?>> domanda con voce dolce.
Scuoto la testa.
<< No, grazie. Non riuscirei a far entrare niente nello stomaco in questo momento>> ce l'ho chiuso come se ci avessero fatto un triplo nodo. Ed io non so sciogliere tripli nodi.
Lui annuisce mentre si alza.
<< Torno subito>>
<< Va bene>>
Il tempo di spostarsi ed un'altra persona si siede accanto a me. Nemmeno questa volta alzo gli occhi dai miei stivaletti. Ma non faccio fatica ad immaginarmi di chi si tratti e ne ho la conferma quando sento la sua voce.
<< Andrà tutto bene Lexi. Lo sai vero?>> Bruno mi mette una mano sul ginocchio e me lo stringe leggermente.
Annuisco.
<< Lo so. Lei deve farcela. Deve. Non può lasciarmi. Non può farlo...>>
<< Non lo farà. Sta tranquilla. Karol è una ragazza forte>> non ignoro la punta di dolore nella sua voce.
<< Io...>> mi schiarisco la gola. << Ti devo chiedere scusa. Ho inveito contro di te quando so perfettamente che anche tu stai soffrendo. Mi sono comportata da idiota. E' solo che... mi sono fatta prendere dalla paura e ho sfogato su di te>> gli lancio una leggera occhiata e vedo che ha gli occhi chiusi mentre ha la testa contro il muro.
<< Non penso le cose che ho detto. Non è colpa tua. Tu non potevi sapere che un idiota le sarebbe andato addosso. Mi dispiace tanto Bruno...>> dico con la voce tremolante.
Lo penso sul serio, non si meritava di essere urlato addosso in quel modo.
<< E' tutto okay. Avevo capito che eri in preda all'ansia e alla paura. Tutti noi non eravamo padroni delle nostre azioni, io in primis. Avevo solo voglia di spaccare la faccia a quel coglione che non ha rispettato il limite di velocità. Avevo solo voglia di urlare e di piangere Lexi. E l'ho fatto. Per cui non preoccuparti, la tua è stata una reazione di difesa. E' la tua migliore amica>>
Annuisco.
Le sue ultime parole, durante la nostra discussione, mi frullano in testa in un girotondo infinito.<< Perché non ha voluto dirmelo?>> domando, ancora concentrata sui miei stivaletti.
E seppur Bruno non mi abbia ancora risposto, i miei occhi si riempiono di lacrime. Non fanno altro da quando sono salita in macchina due ore fa.
<< Lexi io non avrei dovuto dirtelo. Mi è sfuggito...>>
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Una melodia perfetta
ChickLitLexi frequenta il penultimo anno alla Berklee. Il suo sogno è quello di diventare una cantante famosa e si sta impegnando sodo per raggiungere il suo scopo. Da un annetto circa è finita la relazione con il suo ex e da quel momento non riesce a fidar...