Capitolo 14

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LEXI

Sapevo che Cole mi stesse ignorando, ma sentirselo dire è un'altra cosa. Detesto che mi abbia visto debole, ieri sera, dopo la nostra discussione. Detesto che quello che mi dice ha il potere di cambiare il mio umore. Detesto che mi abbia sentito con la voce inclinata a causa sua, per quello che ha detto. Il modo tagliente con cui mi ha detto che non sono una persona corretta mi ha ferita. Detesto che lo sappia e detesto che, cosa lui pensi di me, mi importi. Ma mentirei a me stessa se dicessi il contrario, e questo mi fa arrabbiare.
Chi si crede di essere per fare considerazioni senza nemmeno avermi ascoltata? Forse non sono la sola ad essere un'immatura.
Però a quanto pare Cole sembra averci dormito su, perché stamattina mi ha mandato un messaggio dicendomi di vederci ad ora di pranzo perché dobbiamo parlare. Io ovviamente non ho risposto, non può decidere lui quando dobbiamo o non dobbiamo parlare. In più ho già un impegno, ed è per questo che ora mi trovo in mensa, piuttosto che fuori al mio dormitorio come voleva Cole.
Le altre ragazze si sono già sparpagliate tra i tavoli della mensa, io invece sono rimasta seduta al mio tavolo, da sola. Guardo l'orologio che ho al polso destro, sono le 13:20, mancano precisamente dieci minuti. Sono in ansia, è da tanto che non lo faccio, ho paura di non essere più sciolta come prima. Cosa succede se nessuno mi desse corda? Sarebbe un disastro. Nel mentre sento il mio telefono vibrare nella tasca posteriore dei miei jeans.

<< Ehi Karol, dove sei?>>

<< Lexi, sto arrivando. Sono in tempo?>> mi domanda con un leggero affanno. Sta correndo.

<< Si, hai all'incirca nove minuti prima che inizi>> dico controllando l'ora.

<< Perfetto un minuto e sono lì>> dice per poi attaccare.

Karol non è mai stata una persona puntuale, ma non posso dirle niente. In fondo, io ho fatto tardi alla sua presentazione.
Esattamente un minuto dopo, eccola arrivare e sedersi accanto a me.

<< Eccomi veloce come Flash>> dice sistemando le sue cose sul tavolo.

<< Brava>> dico ridendo per i suoi capelli scompigliati. Il sorriso svanisce quando vedo chi altro c'è con lei. Appoggiato alla colonna della mensa all'aperto c'è Cole.

<< Preferivo il tuo vecchio dormitorio, questo è un po' troppo affollato non credi?>> esordisce facendo cenno con la testa verso la grande mensa e incrociando le braccia al petto. In questa posizione sembra ancora più alto e slanciato.

Io mi volto verso Karol.

<< L'ho incrociato per strada che ti cercava e quindi l'ho portato con me>> spiega con fare innocente. Lei sapeva benissimo della discussione che abbiamo avuto ieri.

<< Che gentile>> dico io a denti stretti.

<< Non dovevi disturbarti a venire fin qui>> rivolgo la mia attenzione a Cole che continua a guardarmi. << Pensavo fosse chiaro che non volevo vederti>> affermo.

<< Ti sei solo limitata a non rispondere>>

<< E questo cosa significa secondo te?>>

<< Hai lasciato libero spazio alla mia fantasia. E ho pensato al detto:" chi tace acconsente".>> sorride e Karol gli dà corda.

<< Ha ragione Lexi cara. Questo detto l'ho già sentito ma non ricordo da chi>> si ferma un attimo e poi aggiunge << Ah si, da te>> dice poggiando la mano sotto al mento per guardarmi con fare soddisfatto.

In momenti come questi odio la mia migliore amica.

<< Siete completamente fuori strada>> dico rivolgendomi ad entrambi.

Una melodia perfettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora