Capitolo 40

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COLE

Questa cena sarà sicuramente da ricordare. Un mezzo disastro. Mio fratello è riuscito a farmi incazzare dopo nemmeno 24 ore dal suo arrivo. Ha avuto il suo primo battibecco con la mia fidanzata alla prima cena in cui hanno preso parte. Sapevo che quando Lexi avrebbe parlato della Berklee ci sarebbe stata qualche uscita infelice e così è stato, ma non pensavo che le avrebbe dato della scansafatiche, anzi, ci avrebbe dato degli scansafatiche perché anche io faccio parte di quegli studenti, di quei corsi, di quel college. So che non l'ha fatto con cattiveria, non era il suo intento offendere nessuno ma era sicuramente una curiosità che poteva tenere per sé.
Ma quando credevo che la situazione si stesse placando, ecco Carter che ne fa una delle sue. Quel "per fortuna" ha fatto scattare Lexi e non ci ha pensato due volte a dire la sua per far capire a mio fratello un paio di cose. Aveva assicurato che sarebbe stata al gioco, ed in effetti l'ha fatto non lasciandosi sfuggire le cose fondamentali, ma ha deciso di non far passare alcune cose, come invece io e i ragazzi abbiamo sempre fatto per quieto vivere. Ha fatto bene? Ha fatto male? Non lo so. Non ho avuto modo nemmeno di pensarci dato che Lexi ha deciso di scappare dalla situazione e di mollarmi lì. Ma non gliel'ho lasciato fare. Ecco perché stiamo tornando al suo dormitorio con la tensione che aleggia tra noi. Ogni tanto le lancio qualche occhiata, ma lei ha occhi fissi sul suo finestrino e le braccia conserte, simbolo che è nervosa.
Vorrei iniziare subito a chiarire la situazione perché so che si sente profondamente in colpa per aver parlato troppo. Lexi crede che io sia arrabbiato con lei, ecco perché ha deciso che andare via prima fosse la scelta più giusta. Ma la verità è che io non sono arrabbiato, a dirla tutta sono felice che lei si sia esposta così, anche se ha rischiato di rovinare tutto.
Decido che forse è meglio darle una tregua ed aspettare di arrivare al dormitorio ma dopo neanche cinque minuti, vedendola sempre così rannicchiata contro il sedile come se volesse scomparire, cambio idea.

<< Hai intenzione di non parlarmi per tutto il tragitto?>> le domando mentre ho gli occhi fissi sulla strada.

<< Mi hai costretta a tornare con te, Cole. Non puoi aspettarti che sia anche loquace>>

<< Quindi adesso rigiriamo la frittata? La colpa sarebbe la mia?>> ho un tono calmo, anzi calmissimo, ma Lexi si mette sulla difensiva.

<< Beh se tu fossi rimasto con gli altri, come ti avevo espressamente detto, a quest'ora saresti circondato da chiacchiere e non ti staresti lamentando del mio silenzio>>

<< Okay, ricevuto il messaggio>>

Le do un'occhiata e la vedo muoversi a disagio sul sedile. D'istinto le metto una mano sul ginocchio, sicuro che me la sposti, ma invece la lascia dov'è.
Passa qualche minuto e noi siamo da altrettanti minuti fermi dietro ad una lunga coda di macchine. Rispetto a quando siamo arrivati, ora c'è molto più traffico, o forse c'era anche prima ma ero così preso dai miei pensieri da non averci fatto nemmeno caso.

<< Lexi>> le stringo leggermente il ginocchio, così da assicurarmi la sua attenzione. Ma quando riapro bocca per continuare, lei mi sorprende prendendo la parola.

<< Sono un'idiota okay?>>

Visto che non sto guidando, mi volto completamente verso di lei.

<< Davvero, mi dispiace. Ho rovinato la vostra la cena e in più tu l'hai anche abbandonata per seguire me. Anche se qui la colpa è stata tua perché io ti ho detto di restare>> specifica.

<< Non sei stata tu a rovinare la cena. E sì, sono stato io a decidere di voler venire via con te. Ero serio riguardo al fatto che non sarei rimasto lì senza di te però ammetto anche che non vedevo l'ora di andarmene anche io>>

Una melodia perfettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora