Capitolo 5

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Noah

Fin da quando ero piccolo la mia vita è stata programmata da mio padre, John Wood.
Lui è il proprietario della più grande banca di tutta New York.
Questo significa che è un uomo ricco come lo sono io essendo suo figlio.
Alcuni pensano che la ricchezza sia stupenda ma lo fanno solo perché non hanno mai vissuto in quella condizione.
Puoi avere di tutto come giochi, pranzi fuori tutti i giorni e ammetto che sono cose bellissime ma, manca una cosa, la più importante: l'affetto.
Io per anni ho desiderato che io e mio padre fossimo legati ma questo non accadde.
Lui mi escludeva sempre.
"Esci con gli amici" mi diceva quando io chiedevo un po'del suo tempo.
"Che ne dici di un viaggio? A Los Angeles magari." Mi disse così un giorno e io gioii pensando che finalmente si sarebbe deciso a prendersi cura di me ma mi sbagliavo.
Il paparino era troppo impegnato per suo figlio.
Se volete un mio parere la vita da ricco fa schifo.
Se potessi, sceglierei un'altra vita.
Non importa se ci sia ricchezza o povertà.
Per me conta l'amore che mi viene dato dalla mia famiglia.
Chiedo solo questo.

Anche mia madre è così.
Ovviamente lei lavora con mio padre ed è sempre impegnata tra i viaggi con le amiche e le sedute di yoga che pratica tre volte alla settimana.
L'unica persona che ho, al momento, è mia sorella Grace che adesso dovrei andare a svegliare visto che sta facendo tardi a scuola.

Mi alzo ed esco dalla mia camera dirigendomi verso quella della mia sorellina.
Lei è più piccola. Ha solo 16 anni.
Va nel mio stesso liceo ed è molto brava in letteratura.

Bussai alla sua porta.
Nessuna risposta.
Bussai ancora più forte, stavolta.
«Chi è???». Mia sorella mi urlò contro con la sua voce bassa e delicata.
«Sono io, alzati o farai tardi per la scuola» gli dissi con tono severo.
«Rompiscatole» sussurrò pensando che io non l'avessi sentita.
«Ti ho sentito».
«Bene. Ne sono felice».

Dopo aver discusso con mia sorella, entrambi uscimmo dalla nostra villa ed entrammo nella mia nuova Ferrari, un regalo di mio padre, e ci dirigemmo a scuola.
Quando arrivammo tutti si voltarono a causa del rombo dell'auto.
So per certo, però, che non mi guardavano solo per la macchina.
Io ero il ragazzo più popolare della Preston High School dopotutto.

Entrai sentendo il rumore della campanella e mi diressi all'aula di filosofia dove avrei avuto la prima lezione del giorno.
Quando voltai l'angolo mi ritrovai davanti una ragazza molto più bassa di me.
La prima cosa che percepii di lei fu il suo profumo.
Mi ricordava molto un frutto estivo: il cocco.
Lei sbatte la sua piccola testolina sul mio petto per poi massaggiarsi il punto colpito.
Notai che la sua fronte arrivava a malapena al mio collo.
Le esaminai il viso dai capelli lunghi e ramati alle labbra rosse.
Gli occhi erano verdi come i miei.
Il suo corpo era magro ed esile.

Inizialmente la presi un po'in giro facendola arrossire.
La chiamai bambi perché i suoi occhi mi ricordavano quelli di Bambi, il cerbiatto del film che amavo guardare da piccolo, e lei si infuriò così continuai a tormentarla.
Pensai che anche quando era arrabbiata era carina.
Si dovevo ammetterlo era carina.
Le chiesi se le servisse qualcosa e lei mi disse di essere nuova.
Si era persa mentre cercava la classe di filosofia.
Bene!
Decisi di accompagnarla visto che anche io ero diretto lì.

Arrivammo all'aula e io mi sedetti nella seconda fila accanto alla mia ragazza Elizabeth.
Eravamo fidanzati da qualche mese anche se iniziavo a stancarmi di lei.
Nel tempo era diventata molto più possessiva nei miei confronti infastidendo delle povere ragazze fino a farle scappare solo perché mi rivolgevano la parola.
Era davvero una pazza.
Ma in fondo era una ragazza, oserei dire, normale.
Il professore entrò nella aula presentandoci la nuova alunna, Chloe Hayler.
Era la ragazza di stamattina.
Scoprii che aveva 18 anni e veniva da Londra.
A fine lezione il signor Parker annunciò un progetto: descrivere la vita di un filosofo e parlare di quello che lo riguarda.
Io, per volere del destino, finì con Chloe e devo dire che non mi dispiacque.

Mi avvicinai al banco della mia nuova compagna.
«Saremo insieme quindi, Chloe» le dissi con tono sensuale.
La vidi rabbrividire e la cosa mi divertii anche se non ne capii il motivo.
«T-tu sei... Noah Wood?» mi chiese lei con voce bassa.
«Si bambi». La chiamai, di nuovo, con quel nomignolo sapendo di averla infastidita.
«Non chiamarmi così» sbottò furiosa uscendo dalla classe.
La vidi andare contro un altra ragazza cadendo a terra.
Decisi però di ignorarla recandomi nell' aula di musica dove mi aspettavano i miei migliori amici.
Connor Smith e Bryan Colbain erano due ragazzi biondi.
Il primo liscio con gli occhi azzurri. Lui era il tipico ragazzo don giovanni che Ruby White amava da sempre. Lei ha una cotta per lui dalla prima volta in cui l'ha visto.
Il secondo riccio con occhi verdi.
Era come me. È un ragazzo molto dolce, il tipico good boy dei libri.
Anche lui però ha occhi solo per una persona. Lily Baker che ha una cotta per lui.
Casualmente, loro due sono le migliori amiche di Chloe.
Del suo gruppo fanno parte anche Alison Grifford e Holly Sinclair.
La prima è molto riservata come tutto il gruppo.
Ha i capelli castani e gli occhi grigi.
La seconda, invece, ha i capelli ricci e castani con occhi del medesimo colore.
Non ho mai avuto voglia di conoscerla ma ho sempre amato il suo talento nel disegno. Lo so perché frequentiamo lo stesso corso d'arte e la professoressa ogni volta perde tempo a lodare le sue capacità artistiche.
La ringrazio, per essere così brava, almeno ci fa perdere molti minuti preziosi.
Con loro c'erano anche due ragazze.
La prima era mora con occhi castani. Aveva delle forme ben definite come l'altra ragazza. Inoltre, era alta quasi quanto me. Era Elizabeth, la mia ragazza.
La seconda aveva capelli castani con occhi color nocciola: Charlotte Brown, la migliore amica di Elizabeth.
Ci recammo nella mensa sotto lo sguardo di tutti i presenti compreso quello di Chloe e delle sue amiche.

Alla fine delle lezioni andai a casa dove, ovviamente, i miei genitori non c'erano.
Trovai un biglietto sul frigo:
"Ehi Noah, io, Alice e Grace siamo partiti per un viaggio di lavoro.
Torneremo tra tre giorni.
Ps: non distruggere niente e non combinare guai."
Casa libera stasera. E cosa significa?
Serata di festa.
Mandai un messaggio a Conny comunicandogli la festa di stasera e lui invitò tutto il liceo, anche se la maggior parte di esso era composto da persone a me sconosciute.
Non si può dire, però, che loro non conoscano me.
Tutti a scuola mi conoscono.

Passarono due ore e la villa si riempii di persone.
C'erano dei tavoli ai lati della casa con alcolici di ogni tipo.
La musica rimbombava molto forte grazie alle grandi casse prese dalla sala cinema.
Si, la mia casa ha anche una sala cinema con divani di pelle rossi e un maxi schermo.

Girovagai un po'in tutta la villa per cercare i miei amici, ormai dispersi, quando all'improvviso il mio sguardo venne attirato da una ragazza bellissima.
Non riuscivo a credere che fosse lei ma ne fui certo quando vidi tutte le sue amiche girargli intorno.
Chloe Hayler era davvero lì.

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Buongiorno!!!!
Come vi è sembrato questo capitolo??
Scrivetemi cosa vi aspettate dal prossimo e magari potrei aggiungere qualche scena richiesta da voi.

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