Capitolo 24

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Chloe

«Prego signorina.»
Un agente di polizia mi fece accomodare nella cucina dei Wood.
Le porte della stanza vennero chiuse e io rimasi sola con un uomo di mezz'età.
Mi voltai verso destra dove c'era una finestra.
Guardai il mio riflesso.
I capelli un po' scompigliati, il trucco sfatto. Il mascara era colato sulla pelle e ora la parte superiore delle mie guance era sporca di nero.
«

Allora signorina, ci servono i dettagli di quello che è successo. Può dirci tutti i dettagli dell'accaduto e di come lei abbia trovato il corpo.»
«S-si» risposi piano con voce rotta.
«Ok, bene. Se non le dispiace vorremmo che ci parlasse di come ha passato la serata.»
«Certo...» risposi incerta.
Mentre raccontavo gli avvenimenti di qualche ora fa, mi tornò tutto in mente.

2 ore prima dell'accaduto...

Dopo aver ballato con Noah andai al piano di sopra per cercare un bagno.
Quando scesi trovai Grace che ballava con Connor, però quando mi vide si diresse dal suo amico, Logan.
«Ehi Grace, come va?»
«Bene, grazie.» rispose con le guance in fiamme.
«E...come va con Connor?»
«Oh...bene. Va tutto bene. Diciamo.»
«Che vuol dire diciamo?»
«Bè....lui...lui è il tipico Don Giovanni che se la spassa con tutte. Di sicuro non ha tempo per pensare alle ragazzine come me!» borbottò lei con voce malinconica.
Il duo discorso mi intristì.
Volevo che lei fosse felice.
Si meritava di avere un ragazzo gentile che la amasse e la apprezzasse.
Ovviamente, non credo che Connor sia quello giusto per lei ma se la fa stare bene io non posso oppormi.
«Grace tu non sei una ragazzina. Sei una persona stupenda e se lui prova qualcosa per te dovrebbe dirtelo. Se invece non si dichiara tu va avanti con la tua vita. Solo quando capirà di averti perso, forse, si renderà conto di aver sbagliato.

«Quindi lei ha passato la serata con la signorina Grace Wood e suo fratello, giusto?»
«Si ma....perché vorreste sapere tutto quello che ho fatto durante la serata? Di solito i poliziotti chiedono gli spostamenti di una persona minimo nelle 3 ore precedenti e...»
«Ha qualcosa da nascondere?» sbottò l'agente.
«No, no. È solo strano.»
«Possiamo continuare?» continuò il poliziotto.
«Si.»

1 ora prima dell'accaduto...

Attualmente ero seduta su uno dei divanetti posizionati nel salotto della villa. Noah era sparito.
Non riuscivo a trovarlo.
Guardai l'orologio che segnava le undici e dieci.
Dio non sapevo che fare.
Fui distratta dal suono proveniente dal mio cellulare. Una notifica.
Sperai fossero le mie inseparabili amiche ma non fu così.
Ricevetti un messaggio dall'ultima persona che avrei voluto.
Psycho.
Aprì cautamente il cellulare con la paura che i insidiava lentamente in me.
Che cavolo voleva ora?
Finalmente il messaggio si aprì.
Il messaggio diceva:
"Da stasera, a mezzanotte James non ci darà più fastidio. Te lo assicuro!"
Calmati.
Calmati Chloe, è solo in messaggio.
Era questo che mi ripetevo mentre cercavo una spiegazione a quello che era appena successo.
Psycho mi ha detto che James non mi darà più fastidio.
Perché vuole proteggermi? Lui, o lei chiunque sia, mi odia.
E che cazzo c'entra James, adesso?
Davvero non capisco, però....
Rileggo nuovamente il messaggio è mi accorgo di un piccolo dettaglio che sembra inutile ma può essere d'aiuto a scoprire l'identità di Psycho.

«Quindi lei è rimasta seduta su quel divanetto tutta la sera? Da sola?»
«Si è così.»
«Senta signorina, per aiutarci a scoprire di più su questo omicidio deve dirci la verità.»
«Lo sto facendo!» ribattei io.
Più o meno!
Ho omesso solo qualche cosa.
Come il messaggio di Psycho.
E la chiaccherata con James.

1 ora prima dell'accaduto...

Dopo il messaggio di Psycho vidi una figura robusta e alta.
James.
Lo raggiunsi.
«Ehi Chloe! Ti stavo cercando. Devo parlarti urgentemente!» mi disse lui con il fiatone.
«Ok va bene. Che succede?»
«Io...io devo andare via. Mi stanno cercando. Guardati le spalle Chloe. Qualcuno attorno a te vuole farti del male. Molto male!»
«Come....non capisco?!»
«Io..mi dispiacere!»
James corse via, come se stesse scappando da qualcuno.
"Mi stanno cercando".
Chi? Da chi scappi? Chi ti cerca?

«Ok. Allora perché adesso non parliamo dei suoi spostamenti nei 20 minuti precedenti alla mezzanotte.»
«Certamente.»

20 minuti prima dell'accaduto...

La mia agitazione mi stava facendo impazzire.
Il messaggio e la chiaccherata con James mi hanno fuso il cervello.
Perché?
Perché me? Perché queste persone vogliono farmi del male?
Mi diressi al piano di sopra dopo aver avvertito un piccolo giramento di testa.
Avevo bisogno di silenzio.
Di pace.
Salì lentamente i gradini.
Arrivai al piano di sopra.
Guardai il cellulare notando che mancavano solo pochi minuti alla mezzanotte.
Mi appoggiai alla parete e mi sedetti sul pavimento ligneo.
Un attimo.
Alla porta della stanza in fondo al corridoio era attaccato un lenzuolo bianco che proveniva da dietro la porta.
Mi avvicinai cautamente e provai ad aprirla. Era bloccata.
Era chiusa a chiave e, per quanta forza io sprecassi, non voleva aprirsi.
Mi guardai intorno e vidi un ragazzo.
Lo riconobbi.
Era Austin Reed.
Il difensore dei Silver King.
«Ehi Austin, ciao sono Chloe. Sono un'amica di Grace, la sorella di Noah. Potresti darmi una mano?»
Lui mi osservò e dopo aver esitato un po' si avvicinò.
«Certo. Che ti serve?»
«Dovrei aprire questa porta.»
«Ok. Spostati.»
Stranamente non fece domande. Per fortuna.
Dopo alcune spallate la porta di aprì.
Appoggiai la mano alla maniglia e aspettai che Austin si allontanasse con una ragazza bionda che lo stava cercando.
Appena lasciai la maniglia e spinsi la porta si udì un tonfo.
Entrai cautamente nella camera silenziosa.
La tensione crebbe ulteriormente quando dal piano inferiore partì un boato di voci.
Il conto alla rovescia iniziò.
3!!!
Mi avvicinai all'interruttore.
2!!
Accesi la luce e vidi...
1!
«AAAAAAAAAA»
Il cuore batteva all'impazzata.
Il respiro mi si era mozzato.
Nei miei occhi sopraggiunsero alcune lacrime.
Una folla di persone si avvicinò alla stanza.
Io ero accanto al corpo di James Brown.
Aveva un lenzuolo al collo.
Era stato legato ai pali sul soffitto della palestra, la stanza in cui mi trovavo.
L'avevano impiccato.

"Mi stanno cercando."

Le sue parole rimbombarono nelle mie orecchie più e più volte che nemmeno mi accorsi che Noah mi aveva preso in braccio.
Ero crollata.
Dopo quella visione le mie gambe avevano ceduto.

«E questo è tutto.»

I poliziotti mi fecero uscire da quella stanza che ormai era diventato un'ambiente stretto e oscuro.
Corsi ad abbracciare Noah perdendomi tra le sue braccia.

E finalmente tornai a casa.
Nel mio posto felice.
Nel mio posto sicuro.
Mi persi nel suo profumo.
Nella sua voce che cercava di tranquillizzarmi e fermare il mio continuo pianto.
Mi strinsi di più a lui e con questo gesto capì che non lo avrei mai più lasciato.
Lui era una parte di me.
Un pezzo mancante che cercavo da tutta la vita.
Un pezzo che mi faceva sentire vuota e inutile.

«Stai bene?» mi chiede dolcemente posandomi un bacio sulla fronte.
«Si. Io sto bene ora. Grazie di tutto.»
«Io ci sarò sempre. Non pensare di liberarti di me così facilmente, bambi. Sarò sempre al tuo fianco, qualunque cosa succeda e non credere che ti abbandoni, perché non lo farò mai.»

Fanculo tutto e tutti.
Io volevo baciarlo, anche se questo avrebbe significato rivelare il nostro rapporto.
Ma non me ne importava. Volevo baciarlo quando ne avevo voglia. Camminare con lui mano nella mano in mezzo agli altri. Vorrei litigare con lui per delle sciocchezze. Comportarmi come una coppia normale, senza aver paura di farci vedere da qualcuno. Senza vivere nella menzogna. Anche se una relazione segreta è molto eccitante.

Senza pensare a niente posai le mie labbra sulle sue.

«Sta tranquilla. Andrà tutto bene.»
Così mi affidai a lui.
Chiusi gli occhi e tutto il dolore svanì.

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