Capitolo 17

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Noah

Dopo la nostra gita al lago, io e Chloe siamo tornati in città.
L'ho accompagnata fino a casa sua e dopo mi sono recato nella mia villa dove, ovviamente, c'era mio padre ad aspettarmi.
«Figliolo io e tua madre stiamo partendo. Dobbiamo andare a Seattle per due giorni. Tua sorella è dalla sua amica Jessie. Non combinare guai.» mi comunicò subito mio padre.
«E....non azzardarti ad avvicinarti a quella ragazza.»
«Di che parli?»
«Della ragazza con cui era stamattina»
«Non ci credo. Mi hai fatto spiare!?»
«Non avevo tue notizie, quindi ho mandato Robert a controllare»
Robert era un uomo che lavorava per lui e faceva la sua spia personale quando aveva bisogno di cercare qualcuno o ricattarlo, specialmente me, infatti adesso mi proporrà qualcosa di inaspettato.
«Devi lasciarla. Ignorarla, odiarla. Fa finta che sia una sconosciuta.»
Appunto.
«Altrimenti?»
«Bè... altrimenti potrebbe andare a trovare Julie. Credo che andrebbero d'accordo»
Julie. Lui l'aveva uccisa e ora stava mettendo in pericolo la vita di Chloe.
"Perché?" mi chiesi. La risposta era ovvia. La conoscevo bene e la conferma arrivò pochi secondi dopo.
«Non lo faccio perché ti odio, lo faccio perché ti voglio bene e lei non è...»
«Alla nostra altezza? Non è abbassato ricca per me, giusto?»
«Sapevo che avresti capito.»
Dopo arrivò mia madre e insieme entrarono nella lussuosa auto che li portò all'aereoporto.

Mi recai a scuola con la paura che mi scorreva nelle vene.
Paura per cosa, vi chiederete.
Io ho paura di ferirla perché so che provo qualcosa per lei da molto tempo e nonostante abbia provato a dimenticarla fu tutto inutile. Ora credevo di poter essere felice con lei e invece.
Poi a un tratto la vidi.
Aveva addosso un paio di jeans e una maglietta un po' stretta.
Di colpo sorrisi, ma mi costrinsi ad assumere un atteggiamento freddo quando le passai accanto ignorandola.

Dopo le lezioni andai dritto alla mensa dove vidi Elizabeth in piedi al centro della sala.
Ignorai anche lei e mi sedetti a un tavolo vuoto.
Entrò nella mensa, poco dopo, il gruppetto di Chloe che però venne bloccato dagli sguardi degli studenti che si voltarono a guardarle.
Un rumore assordante mi fece voltare verso Chloe che adesso era zuppa d'acqua.
Elizabeth le aveva rovesciato un secchio pieno d'acqua congelata sulla testa.
Tutti iniziarono a ridere.
«Oh povera Chloe!» la derise Elizabeth.
«Che è successo? Qualcuno ti ha fatto uno scherzetto?» continuò lei.
P

oi Holly, la sua amica, prese le difese di Chloe.
«Senti bastarda, ora mi hai proprio stancato. Sai voglio dirti una cosa. Tu potrai avere anche tutto quello che vuoi. Puoi avere dei ragazzi, una mega casa stratosferica, un mondo di soldi, puoi avere la popolarità di una star e una bellezza immensa. Ma sai cosa non avrai mai, cosa i tuoi soldi di merda non potranno comprare?» ribatté Holly furiosa.
«Sentiamo» rispose Elizabeth irritata.
«Un cervello, per esempio. Un cuore d'oro, puro, gentile, capace di donare dolcezza e amore. Tutte qualità che a te non appartengono, ma a Chloe si. Lei è dolce, altruista, gentile con tutti, amico e nemici. Forse è vero, non raggiunge i tuoi canoni di bellezza ma, lei è l'amica che tutti vorrebbero. Quindi adesso, brutta stronza, chiudi quella cazzo di bocca e sparisci perché tu non sei migliore di lei. Non so se hai notato ma anche il tuo ragazzo non ti sopporta più. È per questo che ti ha lasciato, no?» concluse Holly.
Elizabeth arrossì diventando tutta rossa e scappando fuori dalla mensa.
Io sorrisi in modo maligno a causa della rabbia che provavo per Elizabeth.
Come si era permessa di fare una cosa del genere!?
A Chloe, per altro.
Lei è off-limits. Per tutti.
Nessuno può farle del male e so che anch'io gli procurerò molto dolore, ma lo faccio solo per proteggerla da mio padre.
Dei passi dietro di me riempirono il vuoto corridoio.
«Fermati!» urlò arrabbiata.
«Che cazzo ti prende? Perché mi tratti così? Ho fatto qualcosa di male, perché se è così dimmelo.» continuò lei fermandosi davanti a me.
Io avvicinai il mio viso al suo.
«Stammi lontana, bambi»
Dopo questa frase, per un millesimo di secondo, vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime.
Io mi allontanai subito con il cuore che sanguinava, anche se sapevo che il suo era messo peggio.
Il suo cuore non solo sanguinava, ma era anche distrutto in mille pezzi grazie a me.
Dio, sono un coglione.
"No non lo sei. Tu vuoi salvarle la vita" mi disse la voce dentro di me.
Sapevo di star facendo la cosa giusta, anche se questa portava con sé solo dolore.

«Cazzo!»
Dopo la bravata di Elizabeth, la ragazzina se l'era presa con la mia Ferrari.
Stavo in camera mia a farmi i cazzi miei e poi Bryan entrò nella stanza dicendomi di scendere a vedere l'auto.
Oggi eravamo tutti a casa mia e doveva essere una bella giornata, invece mi ritrovo una scritta sulla fiancata della macchina.
Chloe aveva lasciato un bel messaggio.
Aveva scritto:

Questo è perché sei solo un coglione bastardo con un ego smisurato.

Bambi

Dio. Si era vendicata di quello che le avevo fatto.
Ma se solo sapesse.
Questo gesto vuole indicate solo una cosa:
La guerra è iniziata!

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