Capitolo 18.

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Chloe

«Che ore sono?» dissi sbadigliando.
Presi il cellulare sul comodino e guardai lo schermo che mi accecò.
Erano ancora le 7:42.
Un attimo...7:42?!
Dio sono in ritardo e lo dimostra il fatto che qui fuori ci sia Lily che suona il clacson dell'auto come una pazza.
Mi avvicino alla finestra e dico alle mie amiche di aspettare altri dieci minuti.
Corsi a fare una doccia e indossai dei cargo jeans neri e una maglietta corta e stretta bianca con le mie amatissime converse.
Presi lo zaino e la giacca e mi fiondai di sotto.
Entrai in macchina col fiatone.
«Scusate ragazze, mi sono svegliata tardi e la sveglia non ha suonato.»

«Bene, la lezione è finita. Ci vediamo la prossima volta. E vi raccomando di studiare» ci salutò la professoressa Cooper, docente di arte.
La mensa era affollata.
Un rombo provenne dal cortile e vidi una Ferrari parcheggiare.
La sua Ferrari.
Ieri avevo lasciato un pensierino sulla sua auto che, adesso, spiccava agli occhi di tutti portandoli a ridacchiare lanciando occhiate al proprietario dell'auto.
Io, nel frattempo, feci spuntare un sorriso sul volto.
Quando scese dal veicolo mi lanciò occhiate furiose e si avvicinò a me.
Mi prese da un braccio e mi portò dentro un aula vuota.
«Che cazzo hai fatto!?» gridò infuriato.
«Ho fatto quello che ti meritavi»
«

Si può sapere perché mi odi?»
«Tu mi hai lasciata umiliare davanti a tutti e ti sei messo a ridere nonostante avessi visto che ero in imbarazzo per la situazione. In più, dopo quella sera, mi hai ignorato e mi hai trattato come se mi odiassi. Non capisco. Perché. Ho sbagliato io? Eh? Dai dimmelo. Abbi almeno il coraggio di dirmi in faccia quello che pensi una volta per tutte.»
«Vaffanculo!»
Noah se ne andò lasciandomi da sola, di nuovo.
Quel giorno mi sembrò di tornare indietro nel tempo.
Il mio corpo si fece più piccolo e minuto.
I miei capelli si accorciarono e la mente tornò lì.

1 anno prima...
Ero in 3 liceo e non avevo molti amici.
Anzi nessuno.
Qui a Londra tutti ridevano di me per il mio taglio di capelli.
Adesso mi arrivano poco sopra la spalla.
Tutto questo era colpa di una persona che mi odiava perché secondo lei io non potevo stare in una scuola come questa visto che non ero molto ricca come gli altri. Lydia Johnson.
Mia madre cercava di sostenere me e mio fratello da sola dopo il divorzio con papà.
È più difficile di quanto si possa pensare.
Ora avevo lezione di fisica quindi mi recai alla classe con i libri tra le braccia.
Non riuscì, però, a raggiungere l'aula visto che un corridoio Lydia e i suoi amichetti che la seguivano come cani mi aspettavano. Capí che era me che volevano quando mi bloccarono la strada facendomi cadere.
«Buongiorno, Hayler. Come va la vita?»
«Lasciami in pace» sussurrai.
Lei mi alzò da terra e fece una cosa inaspettata. Mi lasciò andare.
Perché!?
Pochi minuti dopo capí.
Varcai la porta della classe e due secchi d'acqua mi vennero rovesciati addosso.
Due studenti erano appostati ai lati opposti della porta.
Tutti risero. Si alzarono e iniziarono a congratularsi con i creatori dello scherzo.
Io ero immobile, fradicia.
Vidi James, il mio ragazzo.
Ci eravamo fidanzati da due settimane, ormai.
Lo guardai implorandolo di aiutarmi.
Mi prese un braccio e mi portò via.
Arrivai in bagno dove mi cambiai e uscì per tornare a casa.

2 giorni dopo...
Questi due giorni passarono velocemente e finalmente l'aria natalizia iniziava a farsi sentire.
Tra tre giorni è Natale.

A scuola c'era molto movimento visto che domani ci sarebbe stata la partita tra i Silver King e i Red Jaguar.
Inoltre, tutti erano molti emozionati e ogni studente aveva una decorazione natalizia in mano pronto ad addobbare i corridoi.
La prima ora avrei avuto letteratura.
Poi matematica, inglese, arte e infine filosofia.
La mia preferita.
Anche se oggi non avevo voglia di andarci visto che vi sarebbe stato anche quel coglione di Noah.

La giornata passò in fretta.
No, perché!?
Tutti sarebbero felici di aver finito le lezioni, ma non io.
Dopo le lezioni c'è la mensa.
Le mie amiche sono dentro quindi non posso scappare.
Bene.
Varcai lentamente la porta d'ingresso e tutti si voltarono.
Iniziamo benissimo.
Mi incamminai verso l'angolo della stanza dove trovai le amiche.
E Bryan, che era con Lily.
E... Noah, Connor, Logan e le due stronze.
Era prevedibile.
Il rapporto tra Lily e Bryan è cresciuto molto.
Lui è gentile, premuroso e ama Taylor Swift, come la sua ragazza.
Sono fatti l'uno per l'altra.
Oggi però non solo loro sono molto in sintonia.
Anche Ruby e Logan parlano molto affiatatamente.
«Ciao a tutti!»
Si voltarono e mi videro.
«Ciao Chlox, come stai?» disse la ricciolina.
«Chlox?» le chiesi.
«Si è il tuo soprannome. L'abbiamo scelto noi.» disse Alison che corse ad abbracciarmi.
Io e lei avevamo una connessione speciale che era cresciuta dopo il suo racconto. Dio non potevo credere che le fosse accaduto qualcosa del genere.
«Allora Ali, come va?» le chiesi.
«Tutto bene, tu?»
«Fifty-fifty» risposi sventolando la mano.
E ridemmo.
La cosa che sapevamo fare meglio era questa. Ridere.
«Ehi ragazzi. Ascoltatemi, Oggi si unirà a noi mio fratello che è tornato ieri sera dalla spagna.» ci spiegò Charlotte, o stronza n°2.
«È il nostro migliore amico da circa 6 anni ormai.» continuò Noah.
Spero che almeno lui sia gentile.
«Ehi James, vieni qui» gridò Charlotte sventolando una mano in aria.
James. Questo nome mi faceva pensare a una sola persona.
James Brown.
Cazzo. È vero. Il suo cognome era Brown.
Io non conoscevo sua sorella all'epoca quindi non potevo sapere che lui...
O mio dio!
Il ragazzo arrivò.
I capelli erano più lunghi rispetto all'ultima volta. Erano castani e chiari.
Al polso portava un Rolex argentato.
Indossava una maglietta bianca e un semplice jeans.
«Ehi ciao ragazzi, io sono....»
Si bloccò fissandomi e io fissai lui.
«Chloe Hayler.»
«James»
«Come mai vi conoscete? Cioè fatemi capire siete amici?!» disse Noah con tono duro.
«Compagni di scuola al liceo. Tutto qui.» risposi sbrigativa correndo via.
James mi seguì e mi fermó tirandomi il braccio.
«Che cavolo vuoi?!» gli urlai.
«Voglio parlarti. Sistemare le cose.»
«Sistemare le cose? Scherzi vero!? Tu mi hai abbandonato nel momento in cui mi servivi. E non sei l'unico. Sembra che tutti vi divertiate a ridere di me invece che aiutarmi.»
Noah lui mi aveva trattato malissimo.
E adesso James era tornato.
«Ho visto Jason. Mi ha tirato un pugno in faccia e poi è stato fermato dal suo amico Jonathan. È un ragazzo simpatico. Capisco perché loro siano amici.»
«Mi sarebbe piaciuto se ti avesse lasciato il segno. Te lo meriti.»
«Io non ti ho abbandonato. Ho solo pensato a me stesso, ma ti ho sempre voluto bene. Non ho mai voluto ferirti. Era questo il mio pensiero costante.» gridò lui richiamando l'attenzione di alcuni dei nostri amici.
«Ah si?! E anche quando mi tradivi ogni sera con le altre ragazze della scuola dicendomi di uscire con i tuoi amici? Eh? Anche in quei momenti pensavi a me? A come mi sentivo?» urlai.
«È stato un errore. Un fottutissimo errore. Ok? Smettila. Smetti di fare la parte della vittima. Io non provavo più le stesse cose per te e...»
«Potevi dirmelo. Lo avrei preferito. Avrei preferito sapere che il mio ragazzo era uno stronzo che usciva con una ragazza diversa ogni sera mentre era fidanzato. Tu sapevi come stavo a causa della situazione della mia famiglia e non te ne è fregato niente quindi..»
«Ci saresti rimasta male e avrei voluto dirtelo in un altro momento.»
«Sei uno stronzo, un cretino che non riesce a trovare il coraggio di confessare alla propria ragazza che non l'ama più però poi va in giro dicendo di essere il migliore, a fare lo spavaldo con le ragazze quando invece non sei altro che un fallimento e....»
Non riuscì a finire la frase visto che lui mi spinse contro il muro trattenendomi dalle spalle.
«Sei una stupida, non te ne rendi conto. Perché tutti ti stanno lontano, ti evitano? Mmh? Perché tu non sei nessuno. Sei solo una ragazza che non vale niente rispetto alle altre.»
«Lasciala.In.Pace»
Noah.
Guardai il tavolo e le mie amiche non c'erano.
Oggi mi avevano detto che potevamo stare solo pochi minuti perché dovevano andare ad alcuni corsi.
Non avevano assistito alla scena, quindi.
Vidi Noah davanti a James impedendogli di avvicinarsi a me.
Io mi avvicinai a lui e gli strinsi il braccio, nascondendomi dietro di lui.
«E tu che vuoi scusa? Stavamo parlando.»
«Tu la stavi aggredendo, non le stavi parlando» rispose serio.
«E tu fatti i cazzo tuoi!» sbraitò il mio ex.
Iniziarono a spingersi e James tirò un pugno a Noah colpendogli il viso.
Il naso cominciò a gocciolare e del sangue scivolò sul cemento.
«Noah...Noah stai bene? Ehi?»
Lui si alzò e quando stava per colpirlo si tirò indietro.
Quando James sparì io mi concentrai sul ragazzo che mi aveva difeso.
Ero arrabbiata con lui ma non potevo mostrarglielo in questo momento.
Mi aveva salvato.
«Grazie» dissi iniziando a piangere.
«Che voleva?»
«Niente solo...»
«Ah un ultima cosa. Lydia aveva ragione. Sei solo una stronza senza cuore.» disse James tornando e sparendo nuovamente.
«Sparisci coglione!! Non ascoltarlo ok? È solo un idiota.»
Io strinsi forte le braccia attorno al suo corpo continuando a inzuppargli la maglietta con il mio pianto.

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