Capitolo 19

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Noah

Bastardo!
Figlio di puttana!
Stronzo!
Coglione!
Erano queste le parole che mi vorticavano nella testa mentre percorrevo i corridoi in cerca di quell'infame di James.
Quando l'ho sentito urlare contro Chloe mi sono subito imposto di starle alla larga e farmi i fatti miei perché sapevo che non avrei resistito all'impulso di picchiarlo.
Quando, poi, ho ceduto e sono corso da lei, l'ho vista tremare, appoggiata al muro, con gli occhi colmi di lacrime.
Allora non mi sono trattenuto e ho reagito.
Quel coglione non deve permettersi un'altra volta di trattarla male oppure la prossima volta finisce davvero male.
Lui mi tirò un pugno in faccia e il mio naso cominciò a sanguinare.
Mi fa ancora male, cazzo!
Io invece, non volevo che Chloe mi vedesse nel mio stato di rabbia.
Io impazzivo. Diventavo incontrollabile e volevo che Chloe si allontanasse, non che avesse paura di me.
Lei, dopo il colpo del suo ex, mi guardò spaventata ma riuscì a tranquillizzarla.
Quando il coglione se ne andò la feci calmare.
Purtroppo, quel momento durò poco visto che la campanella ci fece scattare in classe.
Però, io non ero d'accordo.
Finché non avrei trovato quel bastardo e lo avrei ammazzato non mi sarei fermato.
Quando ero immobile ad assistere alla scena mi sembrò di rivivere il mio incubo.

6 anni fa
Ero in classe e stavo studiando matematica.
La campanella suonò e tutti gli studenti uscirono dalle proprie classi per recarsi nella mensa.
Mentre andavo a riporre i libri nell'armadietto sentì un tonfo.
Mi voltai in quella direzione e vidi lei.
E

ra una ragazza della mia scuola che veniva sempre derisa.
Avrei voluto aiutarla ogni volta, ma non riuscivo a reagire perché lei....mi rendeva debole, impotente.
Così, decisi di aiutarla senza che lei lo sapesse.
Ogni volta che qualche ragazzo le faceva del male, io correvo da mio padre dicendo che lo aveva fatto a me. Che mi aveva spinto e che non ero riuscito a difendermi.
Lui ci credeva sempre e con una telefonata riusciva a rovinare la vita di quella famiglia.
Per esempio una volta, il padre di un ragazzo ha perso tutte le sue proprietà dopo averla derisa per il suo abbigliamento.
Indossava una semplice maglietta bianca e una gonnellina rosa. Era un outfit adatto a una ragazza di tredici anni.
Ricordo ancora la prima volta che ci siamo visti.
Indossava un vestito azzurro con delle farfalle bianche.
Da quando entrò nella mia classe non riuscì a staccargli gli occhi di dosso.
Era davvero carina.
Credo che mi fossi preso una cotta per lei.
«Io sono Chloe e tu sei?»
Fu questo che mi chiese quando venne a parlarmi per la prima volta.
Pian piano riuscimmo a diventare amici.
Poi, però, arrivò lui.
James Brown.
Lui la portò via da me. Se ne andò e io...non riuscivo a vedere la persona che amavo da tre anni sparire seguendo un altro uomo.
Così decisi di andare via dalla grande Londra recandomi a New York.
Mi promisi che non avrei mai più amato.
Non volevo soffrire ancora.

Chissà se lo sa?
Chissà se ha capito chi sono?
Se sa che io ero il bambino con cui passava le giornate nella mensa a parlare di filosofia?
Chissà se è a conoscenza del fatto di averla protetto per anni.

Mi trovavo davanti l'aula di biologia che attualmente era vuota se non fosse per un ragazzo che era fermo a osservare fuori dalla finestra.
Era James.
Mi avvicinai a lui e gli tirai un pugno in faccia.
Dopo vari colpi decisi gentilmente di risparmiargli quella faccia di merda che aveva.

Le lezioni finirono molto in fretta e io tornai a casa di corsa.
Appena varcai la soglia di casa vidi mia sorella intenta a prepararsi.
Indossava una maglietta nera con le maniche lunghe e il colletto. La maglia era corta e lasciava la pancia scoperta.
Nella parte inferiore indossava una gonna grigia a quadri.
Le gambe erano fasciate da delle calze scure e ai piedi aveva delle scarpe col tacco.
«Dove vai a quest'ora, scusami? E vestito così poi?» gli chiesi.
«Vado con Chloe e le sue amiche in...»
«Dove?»
«Al Crystal Pub.»
«Quella è una discoteca. E...»
«Tranquillo non saremo sole.»
«Come scusa!?»
«Gia. Ci sarà Nicholas con noi. È un suo vecchio amico d'infanzia che starà qui a New York per tre giorni. Domani, però, se ne andrà visto che il tempo è scaduto.»
Nicholas!?
Chi cavolo è questo ora?
«Okay, allora verrò anch'io.»
«Non ci credo!?» disse Grace ridendo.
«Cosa?»
«Tu, fratello, sei geloso di Chloe.»
«Ma che cazzo dici?»
«Oh, andiamo ammettilo. Lo hanno capito anche i muri ormai!»
«Adesso basta! Vedi di essere pronta entro 5 minuti.»
Detto questo, salì al piano superiore e mi cambiai indossando una camicia bianca e un jeans con le Jordan.

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