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Il sole languido diede una sensazione di quiete all'accampamento e William lo prese come segnale per dirigersi dal tenente Miller. Quest'ultimo e il colonello furono impegnati per il resto della giornata a discutere e dare ordini e solo in quel frangente del giorno ci si sarebbe potuti occupare allo studio delle mappe; Miller le conservava di modo che appena avuta occasione le potesse leggere e tradurre benché certe scritte fosse codificate o pressoché illegibili. 
Una volta che William si trovó nei pressi della sua tenda fu per un attimo esitante, non sapendo se dovesse usare discrezione nel non farsi vedere dai suoi compagni o procedere indispettito. Era una tenda piú grande di quella dei comuni soldati, un centinaio raggrupate come se formassero un piccolo villaggio, e poco piú piccola di quella in cui era stato convocato nel pomeriggio, rendendosi distinguibile a suo modo. Al suo ingresso William si schiarí la voce per farsi sentire:
-tenente Miller?- ci fu un silenzio di qualche secondo per poi vedere il tenente affacciarsi dalla sua tendina:
-William...entra prego- si ritiró all'interno, al che Turner lo seguí con esitazione, trovandosi infine in uno spiazzetto dotato di un piccolo tavolino con impilate una serie di carte, un quadernino e dei compassi, affianco a due seggiole, un lettino riordinato e la giubba e l'elmetto appesi al palo centrale della tenda.
-mettiti comodo- disse Miller - dovrai stare qui per un po'-
-grazie signore- L'ambiente intimo e coperto sembró attenuare quella rigiditá propria tra soldato e superiore, e per cui William non ne aveva mai fatto esperienza. Si avvicinó al tavolino, osservando le carte che avrebbe dovuto studiare: l'ultima presentó dei tracciati in rosso, con una legenda riportare annotazioni a lui incomprensibili poiché in tedesco.
-Queste sono le vie facilmente percorribili con i fuoristrada e nei cui nodi presumiamo ci siano o ci siano state delle basi nemiche- Miller si avvicinó alla cartina, tracciando con il dito uno dei percorsi in rosso:
- questa taglia la pianura dove ci troviamo, per questo posso dire che non é piú transitabile per loro-
-cosa dice questa scritta?- William indicó una notazione a lato della cartina e per la quale riconobbe solo un  numero 67:
-67 schritte vom Dreieck zum Kreis- lesse Miller con fluiditá e per la quale William rimase genuinamente stupito:
-67 passi dal triangolo al cerchio. Non mi é chiaro a cosa si riferiscano- una volta finito di leggere guardó William per una sua opinione, benché la sua espressione naturalmente onesta lo fece un minimo sorridere:
- ti ho sorpreso con una sola frase in tedesco?-
-oh...mi scusi, non devo essere abituato- cercó di sviare da quel suo impaccio guardando nuovamente la cartina:
-serve che misuri le distanze?-
-esattamente- riprese Miller dopo qualche secondo: - hanno usato misurazioni non convenzionali, per questo serve che tu ristudi la planimetria di modo che queste cartine diventino utili per noi e per la prossima strategia.-
- si signore- 
-ottimo, possiamo iniziare allora- 
William si accomodó sulla sedia e per le prossime tre ore non fece altro che misurare, studiare le reti idriche che fossero piú prossime a loro, l'orografia del suolo e calcolare in scala le dimensioni, accompagnato dall'aiuto di Miller. 
-klarer Fluss, significa fiume limpido. Lo hanno utilizzato fino a due mesi prima per trasporto di  attrezzature militari; ora risulta bloccato-
- klarar Fluss-
-no, no, klarer, come se lo pronunciassi dal fondo del palato-
-klarer Fluss- William ripeté, attento a non sbagliare
-piú o meno- disse Miller inarcando le labbra.- ma é comprensibile la difficoltá: esistono ben 14 vocali in tedesco e sbagliare a pronunciarle puó cambiare l'intero significato della parola.-
- 14? devono avere molto da dirsi per usare 14 vocali-  William guardó sul foglio in cui trascrisse i suoi calcoli, accompagnato con cancellature e ritentativi:
- con il loro alfabeto potranno inventarsi mille parole e codici per restare in segreto. Anche questi numeri...non combaciano tra loro, é evidente che é un sistema pensato perché solo poche persone lo capiscano- si tiró indietro i capelli, stanco e stressato per quelle ore di studio, al che Miller disse:
-lo so, per questo ci vorrá del tempo. Per oggi basta cosí- Miller si appoggió allo schienale della sedia, massaggiandosi gli occhi, per poi dire:
-Riposati stasera, domani sará una giornata impegnativa-
-signore- William si voltó verso di lui, per un momento esitante se continuare: -crede che resteremo qui ancora per molto?- Miller lo guardó pensieroso:- non lo auspico, ma se non troveremo una soluzione al piú presto saremo costretti a recedere e questo comporterrebbe perdere i territori finora conquistati- William non disse nulla, fissando nuovamente la cartina. La scritta "67 passi dal triangolo al cerchio" gli risuonó in testa, benché non avesse trovato il modo per decifrarla, sentendosi genuinamente in colpa per non essersi dimostrato utile.
Miller lo guardó incuriosito, con la luce della candela flebilmente illuminargli e ammorbidirgli il volto. Si alzó infine dalla sedia, recandosi vicino alla sua giubba per cercare qualcosa nelle tasche, naturalmente attirando l'attenzione di William, come se avesse qualcosa da mostrargli. 
-Tieni- Miller gli porse un piccolo involucro di carta e alluminio, nettamente distinguibile da qualunque altro oggetto che circolasse nel campo per la sua desiderabilitá, e per cui William fu subito sorpreso:
-signore?-
-so che ti sei perso la distribuzione di cioccolato questo pomeriggio, e per cui riconosco essere in parte responsabile- William contempló la tavoletta nella mano del tenente, confuso per quell'inaspettata sorpresa:
-prendila, il tuo corpo ha bisogno di zuccheri, specie quel tuo cervello- 
-non é necessario signore che io abbia la sua porzione...-
-non é la mia. Ho richiesto che ne venisse reperita una apposta per te. Prendila prima che cambi idea- William accolse infine la proposta, prendendo la barretta come fosse un oggetto delicato:
-grazie signore- si guardarono attentamente, mentre i loro volti sfumarono per la poca luce nella tenda, con Wlliam che si sentí pieno di riconoscenza e affetto per il tenente per un gesto tanto semplice quanto significativo come quello. 
-non finirla subito- disse Miller con un ghigno in volto:
-ci proveró- con quel gesto William non poté peró trattenere quel pensiero pungergli in testa:- mi dispiace se non sono stato utile oggi. Credevo sarei stato in grado...-
-basta William- Miller alzó una mano a mezz'aria per frenarlo- so cosa vuoi dire: non serve. Hai fatto quello che potevi, non incolparti di cose per cui non devi, chiaro?- fu serio nel tono e William si limitó ad annuire per quanto non convinto:
-bene. sii grato che domani sia un altro giorno, e riposati.-
-certo...Buonanotte tenente-
-buonanotte William-
con ció uscí dalla tenda, sentendo il fresco pungente della notte in viso, benché non fu il suo principale pensiero. Camminando per la sua tenda grazie alla lattiginosa luce lunare fargli strada, sentí alcuni soldati intonare un canto dolce quanto solenne, come accompagnamento per i loro poveri animi solitari, al che decise di ascoltarne un pezzo. Il vuoto interiore attanagliarlo per quanto esso stesso fosse incosistente, fu per un momento colmato da un innato senso di benevolenza che raramente ebbe modo di provare dal giorno del suo arruolamento, per quanto non potesse estromettere quel peso dato dall'insoddisfazione dei propri studi. Seppe che avrebbe otteuto le interpretazioni necessarie al colonello Wilson per muoversi nel territorio, ma non esattamente quando: tre giorni, una settimana, non avrebbe potuto dirlo sul momento, le tempistiche sarebbero potute variare e solo un lampo di illuminazione gli avrebbe permesso di finire il compito in quella stessa serata, a suo dire. 
Rientró in tenda, dove Noah fu giá appisolato, al che si stese nella sua cuccetta senza disturbare il compagno, per estrarre con delicatezza la sua cioccolata. Guardarla e sapere che fosse sua gli diede gran conforto, soprattutto ripensando a quanto detto dal tenente Miller, ovvero che l'avesse richiesta personalmente per potergliela consegnare. Sorrise ripensando a quella serata, per quanto inconcludente gli sembrasse, e a al tenente, il cui aspetto gli parve piú familiare e pacato di quanto apparisse normalmente al campo. Si chiese se fosse solo una sua impressione o no ma alla fine la stanchezza prese il sopravvento e il sonno gli piombó come un macigno.

Il soldato e il tenenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora