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Le lacrime furono per cedere e la forze per abbandonarlo, e a fatica William riuscí a resistervi. Ogni istante divenne una piaga di dolore e la paura cominció a prendere largo di fronte a quella ormai ineluttabile sconfitta. La sua mano sporca di sangue fu salda sul polso di Victor nel tentativo di bloccare quella pressione micidiale spaccargli la spalla, sebbene per ogni istante passare sembró che quella forza aumentasse o che la sua diminuisse, non seppe bene quale tra le due. Perché Noah non rientrava? di quel passo sarebbe veramente morto dissanguato, se nonché l'inaspettatato accadde e la situazione parve ribaltarsi. In un lasso di un secondo la figura di Victor occupare il campo visivo di William venne scaraventata con una forza inaudita dall'altra parte della stanza, con sorpresa di quest'ultimo, il quale sentí un piccolo spasmo di sollievo per essersi liberato di quel peso e del pezzo di vetro in corpo, per poi guardare con assoluta sorpresa Miller precipitarsi su di lui:
-Will!  Will, cristo, che cazzo é successo? stai sanguinando, cazzo- 
-Henry...- William fu genuinamente felice di vederlo, che per un momento scordó il dolore alla spalla mentre Miller si tolse la giacca di dosso, appallottolandola per bloccare il dissanguamento:
-agh...io non...- 
- non sforzarti. Sono qui, piccolo, sono qui.-gli strinse la mano con la sua e quella miriade di domande che avrebbe voluto porgli svanirono di fronte allo spavento di trovarsi il suo amato in quello stato:

-come...- Will si interruppe, sentendo il dolore alla spalla pulsare incessante, mentre sentí le forze fievoli abbandonarlo
-shh, ti porto all'ospedale ora. Resta con me, piccolo, ti prego- disse Miller, e in quel momento fece irruzione Noah nella camera, il quale condivise lo stesso spavento iniziale di MIller:
-ma che cazzo?!- si accostó di fianco  a William, incredulo per un momento:
-Noah, porta Will in macchina, adesso- ordinó Miller con la mente ragionare a velocitá raddoppiata e Noah ubbidí senza ribattere, certo che non potessero perdere tempo a discutere. Lo prese in braccio poiché la perdita di sangue rese debole William:
-agh...-
-scusa- disse Noah  cercando di trasportarlo senza recargli danno, per poi rivolgersi a Miller, che non si mosse dalla stanza:
-Henry?-
-Restate in macchina e aspettatemi. Vi raggiungo tra poco- Noah lo guardó dubbioso ma infine fece come detto, trasportando l'amico fuori e lasciando Miller e Victor soli. Quest'ultimo si riprese a fatica dalla botta subita da quel lancio che parve essere inflitto di una forza al di fuori dalla norma,  facendolo alzare a fatica:
-Agh...ma che diamine- non ebbe tempo di prepararsi alla mossa successiva di Miller che questi gli inflisse un calcio nello stomaco di una forza micidiale tale da farlo flettere in due per il dolore.
-te la faccio pagare, cazzo. Ti faró pentire di averlo solo sfiorato, puoi giurarci cazzo.- disse con una voce piatta ma piena d'ira e con una calma ghiacciante si fece i risvolti alle maniche, come se si preparasse a sporcarsi. Il corpo di Victor reagí piú velocemente della sua coscienza e dei tremori cominciarono a pervaderlo in ogni punto, come se qualcosa di tragico stesse per accadere.


-Ah! fa male- Will gemette dal dolore
-lo so, lo so, ma serve bloccare il sangue. Cazzo, stai sanguinando un botto- disse Noah che una volta fatto sedere William nel sedile passeggero dell'auto di Miller, cercó di tamponare con la giacca di lui la ferita del suo amico:
-andrá tutto bene Willy caro, tra poco arriverá Henry e ce ne andremo- disse Cassie rassicurando lui e sé stessa:
-perché non arriva?- domandó William preoccupandosi:
- Noah, devi andare a controllare, ti prego.- disse sofferente 
-Non posso lasciarti cosí e Henry  ha detto che sarebbe arrivato a breve-
di fatto quando videro Miller uscire dalla casa, tutti e tre trassero un sospiro di sollievo, per poi salire in auto, certi che dovessero andare d'urgenza in ospedale. Quando Miller salí nel lato del guidatore, controlló rapidamente William, portandogli una mano in viso:
-Will...piccolo ascoltami- disse deciso e incurante della presenza di Noah e Cassie:- resta sveglio per tutto il tragitto, non ti addormentare, promettimelo- egli lo guardó con intensitá e Will annuí, provando vergogna per sé stesso per essere stato trovato in quello stato e aver causato una tale preoccupazione in Miller. Quando egli peró pose le mani al volante, Will non poté non accorgersi delle sue nocche rosse e sporche di sangue , lasciando Willliam immaginare che cosa avesse combinato Miller con Victor.
-Henry, che é successo dentro?- domandó Noah, sebbene non ci fu risposta.

Il viaggio per l'ospedale fu rapido ma non spericolato e ogni qual volta Miller avesse una mano libera, l'appoggiava come magnete sulla coscia di William, accarezzandola e assicuradosi che il suo compagno fosse sveglio, mentre egli fu pervaso da reazioni di protezione del proprio corpo: la sudorazione fu importante e i respiri affaticati, con minaccia costante di un possibile svenimento, sebbene a un certo punto il dolore divenne cosí forte che la sua faccia fu convulsa da contrazioni:
-Will- disse Miller allarmato: -stiamo arrivando, resisti un altro po'-  nel tragitto non volle sentire alcuno dargli spiegazioni, al momento disinteressato di tutto, se non di William. Una volta al pronto soccorso, egli fu ricevuto dagli infermieri e subito portato a farsi controllare, mentre Henry, Noah e Cassie rimasero in corridoio ad aspettare con anticipazione, privi di sonno sebbene fosse l'una passata. 
-Dammi ora una cazzo di ragione per la quale William si trovava a casa di Sprouse con quel pezzo di merda su di lui e che cazzo avevate in mente di fare- disse Miller a Noah, il quale fu un po' intimorito da quell'aurea aggressiva e per cui dovette svuotare il sacco e raccontare ogni particolare di quel giorno, a partire dagli orecchini da 40 milioni di dollari. 

Quando il medico uscí dalla sala operatoria, Miller si alzó per prim dalle sedie appostate, apsettando l'esito:
-sta bene. Ha la spalla un po' lussata ma tendini o ossa non sono state danneggiate. Fortunatamente il suo gruppo sanguigno é abbastanza comune, quindi il ragazzo se la caverá. Ora sta riposando, per questa notte lo lasceremo qui- Miller espiró di sollievo, sentendo un peso in meno sulle spalle:
-dio mio...-
-Henry, io- Cassie fu per dire qualcosa, ma egli la interruppe subito:- non voglio sentirla minimamente. Anzi, dovreste andare voi due. E' tardi, ma ci sono dei taxi notturni. Resteró io con William. Domani sicuramente avremo grattacapi con la polizia- 
-Mi dispiace- disse infine Cassie ma lo sguardo stoico di MIller non vacilló a quelle parole:
-ha solo creato problemi a William e io me ne sbatto delle sue fottute scuse-

Quando fu finalmente solo, entró nella stanza dove si trovava William, il quale era steso addormentato su un lettino con una flebo inniettargli il sangue perso abbondantemente per la ferita, mentre bende e tintura igenica erano state poste intorno alla spalla lesionata. Miller si sedette vicino al lettino, prendendo una mano del suo amato a accarezzandola dolcemente, per infine scostare dei capelli dalla fronte di lui e porgli un bacio lungo e dolce, inalando l'odore della sua pelle. La paura aveva preso il sopravvento perché per la seconda volta aveva rischiato di perdere William, dopodiché seguí anche la delusione per essere stato tenuto nascosto da quel piano e non aver rispettato la promessa di non vedere piú Cassie Evans, sebbene non attese altro che il momento in cui il suo piccolo si sarebbe svegliato e lo avrebbe stretto alle sue braccia, come se in fondo il resto non importasse. 

Cosa mi stai facendo, Will...







Il soldato e il tenenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora