Miller passó la giornata a smacchinare sulla ricetrasmittente in cerca di qualche segnale, mentre Noah fu incaricato di girovagare per la stanza con un'antenna aggancciata alla macchina per dei cavi lunghi e neri che sembrarono prolungamenti di tentacoli flosci.
I rapporti tra lui e Wilson si erano drasticamente irrigiditi e per quanto il colonnello avesse intimato di non perdere ancora tempo con il segnale, Miller si era intestardito di dover continuare a provare, finché almeno non avesse sentito una qualche voce arrochita rispondergli al segnale.
Non seppe se mosso da disperazione o il suo contrario, ma nulla sembró smuovere il tenente dalla sua decisione, neanche i lamenti di Noah per quel girotondo a lui insensato. Davanti a sé, Miller scrutava la cartina nazista seganta da notazioni e scarabocchi di matita. Se veramente William avesse memorizzato il contenuto delle mappe allora avrebbe saputo dove muoversi e quali zone evitare, benché Miller fu combattuto se credere veramente a questa versione o ritenerla una mera menzogna per convincere Wilson a lasciarlo partire, sentendosi la testa confusa.
-Miller- in quel momento entró nella tenda il colonnello Wilson, del tutto indifferente al soldato Noah nella sua camminata in tondo e che il tenente gli intimó di non arrestare, lanciando quest'ultimo un saluto formale e distaccato al suo superiore. Wilson comprese il suo astio, per quanto non provasse in cuor suo nemmeno un briciolo di rimorso nella sua scelta tanto biasimata da Miller, per poi intimare al soldato di lasciarli soli, cosí che potessero discutere di affari di guerra, al che Noah si sentí un poco a disagio su quale ordine rispettare. Il tenente gli aveva detto di non fermarsi ma tale ordine veniva meno se inibito da quello di un colonnello, come in quel caso, per quanto si sentí in errore a fermarsi e congedarsi dalla tenda. Miller si lasció andare sullo schinale della sua sedia con uno sbuffo sordo, mentre Wilson si avvicinó al tavolino separare i due:
-ancora niente?-
-no-
-capisco- Wilson guardó la cartina aperta che poco prima stava studiando il tenente, per poi parlare senza girare intorno:- presto ripartiremo Miller, verso sud ovest. Smith e io crediamo che rimanere ancora qui possa essere un rischio, specie se avvistati da qualche caccia tedesco. Ci mobiliteremo tra qualche ora, pertanto vorrei che organizzassi la tua unitá- Miller non rispose e si limitó a mantenere un'espressione stoica, e per la quale il colonnello si sentí a disagio:
-non dici niente?-
-non serve. Faró come mi ha detto-
-non hai commenti a riguardo?- La domanda uscí senza rifletterci troppo a conferma della sorpresa che provó Wilson a quella sua accondiscendenza:
-La decisione é giá presa no? i miei commenti sono superflui pertanto- disse Miller gesticolando un poco con le mani intrecciate sul suo grembo.
-non abbiamo convocato te o gli altri tenenti per la rapiditá di venire a capo a una decisione ultima.- Al mutismo di Miller, il colonnello continuó:- so come ti senti, ma non ti ho messo da parte come tenente.... Mi fido molto del tuo giudizio per quanto recentemente ti possa essere sembrato avverso. -
-capisco colonnello.- Wilson si alzó dalla sedia, stanco di trovarsi lí:- sará meglio che dia gli ordini ora. Con permesso-
-Henry- Wilson poggió una mano sulla spalla del tenente:- sono fiducioso delle mie scelte. Ti chiedo che anche tu lo sia- Miller chinó il capo, e con tono apparentemente imperturbato disse:
-si signore- per poi uscire dalla tenda, lasciando Wilson e impensierito.
William, Connell e Antoine camminarono per molto, all'incirca un'ora e mezza, fino a quando non uscirono per un sentiero pianeggiante dove si imbatterono in una kubelwagen che William credette per un momento occupata da nazisti. Antoine si avvicinó con passo deciso, estrasse le chiavi dal suo taschino anteriore e aprí in un attimo la portiera del guidatore, facendo segno ai due di avvcinarsi, assicurandoli dal tono di voce di sapere cosa fare.
-ha rapito un auto tedesca?- domandó Connell sorpreso quanto William:
-non ne ho idea, ma sinceramente sono felice di non dover piú camminare- Una volta saliti a bordo, il signor Antoine ci mise qualche secondo a far partire il veicolo chiaramente usurato, per poi partire e proseguire in direzione sud.
-Monsieur...é sua?- William cercó di comunicare ma l'uomo pornunció con allegro fervore qualcosa plausibilmente diverso dalla risposta desiderata e per questo lasciando con rassegnazione il soldato nel suo completo limbo, sperando solo che lo svolgimento dei prossimi eventi potesse aiutarlo a dargli un quadro di quello che stesse succedendo. Da come proseguirono spediti, William comprese che Antoine non avesse timore di imbattersi in qualche presenza ostile, per quanto il soldato non si sentí in alcun modo rassicurato. Muoversi per quel sentiero con un mezzo rumoroso come quello mandava a monte ogni intento di rimanere nascosti e celati ma alla fine non ci fu alcun tipo di imprevisto se nonché dopo mezz'ora si trovarono fuori dal bosco, con preoccupazione di William:
-Antoine? dove stiamo andando? -
-é inutile, non capiremmo lo stesso. Rilassati, ci porterá al sicuro, vedrai- Connell parló dal suo sedile posteriore, calmo e meno teso dagli sforzi di camminare e dall'agoscia di nascondersi nel bosco. -é presto per dirlo- disse William, guardando Antoine con circospezione misto a curiositá per poi tacere fino all'arrivo della loro destinazione. Destinazione che non fu altro che un paesino campagnolo abbandonato come quello in cui l'unitá di William si era giá imbattuto, stavolta peró dilaniato da macerie postume a un bombardamento e che lasciarono William e Connell confusi quanto attenti. Dalle casupole fatiscenti e da un cumulo di paglia insecchita si trovarono degli uomini vestiti semplici come Antoine e ognuno in possesso di un fucile portato a tracolla con una corda o stretto in mano quasi fosse un prolungamento del braccio, destando diffidenza in William.
Il francese spense l'auto e invitó i due a seguirlo con fare spiccio, per poi salutare calorosamente gli altri suoi compagni, i quali ricambiarono con lo stesso candore. William aiutó Connell e una volta in piedi a fronteggiarsi con quella quindicina di uomini non seppe se aspettare una loro mossa o approcciarli per primo, per poi vedere Antoine parlare rapidamente a un uomo di circa 30 anni e plausibilmente spiegargli chi fossero i due soldati, date le occhiate che quest'ultimo lanció loro . Era un uomo robusto, dai baffi e capelli nerissimi, con un ricciolo ricadergli in fronte e gli occhi chiari vibrare di purezza rispetto alla pelle abbronzata dal sole della campagna, e nel complesso di piacevole aspetto. Si avvicinó ai due soldati e per cui William si irrigidí, per poi parlare in un inglese dal marcato accento francese:
-americani, oui? Siamo felici che siate arrivati, vi stavamo aspettando- disse l'uomo, porgendo una mano di saluto, e che William ricambió non senza stupore:
-mi chiamo Danton, piacere di conocervi messieurs. -
-uhm...io sono William Turner, e lui é Connell Stevenson. Ci aspettavate, avete detto?-
-oui, claro, noi facciamo parte della resistenza del paese, non vedevamo l'ora del vostro arrivo. Antoine non ve l'ha detto? oh mon Dieu, in effetti non vi sarete capiti- William fu sorpreso dalla svolta repentina di quegli avvenimenti e una volta comprovato che quegli uomini non fossero pericolosi furono fatti accomodare in una delle poche case intatte, Connell con prioritá nell'essere curato. Si diede il caso che quel gruppo orgogliosamente antifascista collaborasse con altri gruppi di resistenza per sabotare e ostacolare in ogni modo le unitá tedesche, falsificare documenti, assaltare le pattuglie in cittá, aiutare nella fuga ogni tipo di dissidente e quant'altro fosse in loro potere. Quel Danton spiegó di come avessero rubato quell'auto tedesca una volta assaliti i suoi pattuglieri durante delle ispezioni in campagna, per quanto non potessero farne grande sfoggio in giro e limitandola pertanto a soli tragitti nascosti e isolati. Il gruppo era stato costretto a fuggire e a vivere come dei banditi per scampare alle punizioni delle loro insorgenze contro la repubblica Vichy, giungendo quindi allo stato delle cose presenti e per cui William e Connell erano finiti a incontrarsi.
-vi fa grande onore questo- disse con sinceritá William
-grazie monsieur. Tutto questo é per la vera repubblica di Francia. Sarei curioso di sapere invece la vostra storia e di come siete finiti nel bosco da soli. Non sarete mica dei disertori?-
-ovvio che no! - esclamó Connell infervorito da quella insinuazione: -é una storia lunga- disse stanco, e per cui William si fece carico di narrare nella sua sintesi piú completa, spiegando la sua missione e l'importanza che avrebbe avuto per l'esito del conflitto.
-capisco. un entreprise difficile, monsieur, direi da epopea. Ma se voi dite che le pattuglie tedesche si trovino al di lá del bosco non posso che avere certi dubbi. Difatti queste si saranno giá mobilitate, ma che ne dite se ne parliamo di fronte a del buon vino? Qualcosa si é ancora salvato dopotutto.- William non negó per quanto non volesse bere, e difatti si sentí un poco in soggezione a trovarsi in quel salottino di un abitacolo umile e stipato con Danton e altri uomini francesi osservarlo con interesse. La conversazione si allungó, mentre pezzi frammentati di puzzle sembrarono finalmente incastarsi con un senso. Danton lo informó che avessero avvistato a distanza delle unitá mobilitarsi, di numero inferiore a 400, e che presto sarebbero andate a Est a rafforzare le difese di Parigi dallo sbarco degli Alleati, o cosí egli credette. William spiegó delle cartine naziste, dell'unitá 108 che dovette raggiungere, dell'incontro casuale con Connell e Antoine, e del suo zaino abbandonato nel bosco:
-mais bon sang Antoine, on voit bien qu'il n'est pas nazi- Antoine cercó di giustificarsi dal rimprovero di Danton, quest'ultimo rivolgendosi infine a Connell:
-ragazzo, é un miracolo di Dio se sei ancora fra noi, non credevo si potesse sopravvivere da una caduta del genere-
-meglio toccare ferro signor Danton. Ad ogni modo cosa farete ora? immagino che vogliate prepararvi ad assediare le truppe tedesche-
-esattamente- confermó Danton:- conosciamo il bosco alla perfezione, di certo riusciremo a tendere qualche imboscata e se Dio ci assiste come fin'ora ha fatto saremo in grado di rallentarli prima che accorrino a Parigi. Non chiedo di unirvi a noi, messieurs, so che avete le vostre missioni, ma sareste di grande aiuto per aiutarci a trovare quei bastardi nazisti. Come avete detto signor Turner, conoscete a memoria le loro postazioni-
-si...sono mortificato ma ho urgenza di arrivare all'altra unitá. Ho giá perso molto tempo e i miei compagni mi staranno aspettando-
Danton lo squadró intrigato, per poi sorseggiare dal suo bicchiere di vino Bordeaux: - Capisco. Ma come fará senza armi e provviste? morirá in un secondo lá fuori se qualche tedesco l'avvista.-
-ho bisogno di voi infatti- Disse William con decisione:- d'altronde, non per essere sgarbato, ma é stato il vostro compagno a spogliarmi del mio zaino- Danton sghignazzó, si lasció andare allo schinale della sedia e infine disse qualcosa in francese agli altri presenti, confabulando tra loro per qualche secondo. Sguardi distinti si rivolsero ai due stranieri ma infine Danton disse:
-facciamo cosí, signori. Possiamo risolvere la questione con un semplice affare che avvanteggerá entrambi. Voi ci aiuterete col primo assedio tedesco e in cambio vi garantiremo fucili, munizioni e un'auto tedesca per la ripresa della vostra missione, che ne dite?-
-io accetto- disse senza esitazione Connell: -vi devo la vita in fondo e sinceramente avremmo grande bisogno di un mezzo con le ruote. Non riuscirei a farmi chilometri con la mia gamba fasciata-
-hai intenzione di venire con me?- disse William per sicurezza
-ovvio, non posso restare qui con questi ribelli, non che pensi male di voi, monsieuer- disse Connell con tono mellifluo quando si rivolse al francese. Gli occhi di Danton si riposero infine su quelli di William, in attesa della sua risposta ed egli comprese che si trovasse a mani legati, costretto a collaborare per poter riprendere la missione nelle condizioni piú adeguate, al che disse:
-ci sto- Di seguito quella brigata anti fascista celebró con un brindisi allegro l'entrata dei due nuovi membri e cantando cori da loro inventati sulla cacciata nazista, alleviando un poco l'animo turbato di William per quella sua digressione dalla missione principale. Speró solo di non perdere troppo tempo.
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Il soldato e il tenente
RomanceNonostante le asperitá della guerra, il soldato William Turner e il tenente Henry Miller si lasciano lentamente andare a un'infatuazione che presto tramuta subito in altro... Miller ha il carattere fermo e da leader, William riservato ed empatico...