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Al mattino William si risveglió lentamente, sentendosi riposato per quanto confuso su dove si trovasse. Non si ricordó di essere rientrato nella sua tenda e cercando di muoversi si sentí vincolato da una presenza a lui estranea. Un braccio era posto sotto il suo, e la sua schiena premeva contro il petto di qualcuno, per un momento rianimandolo da quel torpore. Si accorse infine di essere ancora nella tenda di Miller, e che il tenente stesso fosse steso di fianco a lui, ricordandosi quei pochi tralci di conversazione avuta con lui nel suo stato mezzo addormentato. Si rivolse nell'altro fianco, facendo con cautela per trovarsi il viso di Miller a pochi millimetri di distanza mentre i loro corpi furono avvinghiati per la ristrettezza dello spazio

. Il battito gli acceleró un poco, e quella situazione gli parve surreale quanto pericolosa, nonostante non poté negare di provare un dolce piacere ad essere abbracciato in quel modo da Miller, sentendosi come coccolato. La sua audacia o sconsideratezza lo spinsero ad avvicinarsi ancora di piú, appoggiando la sua testa sulla spalla di lui:

-buongiorno.- disse con voce roca Miller, spaventando William e portandolo ad allontanarsi.
-tranquillo, non sono mica un nazista- William si mise seduto sul lettino, d'un tratto sentendo la luciditá piompargli come pioggia:
-mi scusi, non volevo...- non seppe se per lo spavento o per trovarsi pochi istanti prima avvinghiato a lui, ma un senso di tensione lo portó a stare allerta:
-ti scusi spesso- Il tenente si stiracchió, svegliandosi completamente: - e ho notato che hai il sonno pesante.  E' raro per un soldato.-
-deve essere stata la stanchezza accumulata- William non si voltó a guardarlo, al che Miller si mise seduto come lui, come per metterlo volontariamente a disagio:
-di cosa vuoi scusarti William?- Turner lo guardó confuso, non sapendo cosa dire:
-ti scusi di aver dormito qui con me?- disse con tono profondo e serio:
-di averla disturbata-
-e come?-
-dormendo qui..nel suo letto-
-ti ho permesso io di farlo, e a me non é dispiaciuto- lo guardó attentamente:
-non c'é nulla di male nell'abbracciarsi tra uomini, William-
-...lo so, signore- disse flebilmente
-bene. Allora non dispiacerti- Miller si alzó, dirigendosi al tavolo imbandito con le cartine. Un cumulo di appunti di William suggerirono che fosse sulla strada giusta:
-hai terminato?-
-quasi- William si guardó le calze, non rammentandosi di essersi tolto gli scarponi, al che una volta rimessi si alzó cespicante, ancora un po' intontito:
-che ore sono?-Miller guardó sull'orologino poggiato lí vicino:
-le 8:15- fu relativamente presto, considerata l'ora tardi a cui si erano coricati:-riprenderai il pomeriggio. Per ora dobbiamo informare Wilson su quello che abbiamo. Sei sicuro di aver fatto giusto?-
-dovrebbe essere esatto-
-dovrebbe? sii sicuro William-
-lo é- rispose egli, per quanto vi fosse un margine sottile di probabilitá che non lo fosse.

Usciti dalla tenda sentirono la luce placida e timida del sole illuminargli senza scaldarli, e con le mappe e appunti non persero tempo a dirigersi alla tenda del colonnello, il quale si trovó con Scholtz nel mezzo della stesura di un telegramma:
-Miller, Turner, eccovi. Spero abbiate buone notizie- 
-si signore- inizió Miller- Turner ha alcune misurazioni giá pronte- gli occhi di Wilson ricaddero sul soldato, il quale rimase silente fino a interpellazione:
-Ottimo lavoro Turner, vediamo cos'hai- I quattro si misero attorno al tavolino cedente del colonnello per stendere le mappe e aspettare che William le spiegasse:
-bene...secondo i miei calcoli ci troviamo a 3 giorni di distanza dal prossimo torrente per valicare la pianura, e per la quale potremmo incontrare possibili venti freddi: sono comuni a queste latitudini ma in compenso le montagne ci proteggeranno da venti dell'est. Se i tedeschi provenissero da Sud sarebbero per chilometri  e chilometri scoperti a questi venti, senza riparo dal freddo, e per la quale ritengo abbiano deviato in questo punto- Miller indicó una fascia scura a Ovest della pianura, e sulla quale vi era trascritto Grün Üppig:
-é una zona boschiva e piú sicura per loro, che certamente conosceranno perfettamente. Da noi disterebbe una settimana a piedi-
-é dove dovrebbero trovarsi gli altri- intervenne Scholtz con gravitá e con Wilson altrettanto serio:
-sei convinto, soldato?-
-quasi certamente- disse William:
-é certamente cosí: il nome del bosco é letteralmente rigoglio verde, é come un picclo paradiso per cui avrebbero modo di accamparsi con maggior riparo- disse Miller, convincendo maggiormente il colonnello:
-dobbiamo avvertire l'altra unitá. Sicuramente anche gli altri avranno i collegamenti tagliati per questo non sapranno come agire.-
-e come? Muovendoci in 600 sarebbe troppo pericoloso e perderemmo il controllo delle zone occupate.- intervenne Scholtz
-il problema- continuó William- é che non riesco a decifrare alcune parti. Per i tedeschi esiste una misura di riferimento che non é matematica ma presumo colloquiale, ovvero che capiscano tra loro soltanto-
-questo vuol dire che non puoi andare oltre questo codice- disse pensieroso Wilson, certo che si trovassero con le spalle al muro:
-dipende. Posso basarmi sulle mie misure per risalire il codice ma dovrei fare vari tentativi e mi richiederebbe piú tempo del previsto, a meno che...-
-cosa?-
-c'é un'annotazione...67 passi dal triangolo al cerchio, l'unica che suggerisca un modulo di misurazione. Se sapessi cosa significasse potrei interpretare il loro codice-
-non c'é molto tempo Turner- disse Wilson sconfortato:- dobbiamo pensare in base a quello che abbiamo. In base a quanto hai detto, abbiamo una probabilitá che i tedeschi non puntino su di noi, ma sull'altra divisione. In un certo senso la pianura ci gioca a favore- 
-comunicare con l'altra divisione ci é impossibile adesso- intervenne Miller:- L'ultimo furgone inviato é stato intercettato prima di arrivare a destinazione e chissá che non stiano torturando i soldati alla sua guida per farsi dire dove ci troviamo.- William impallidí alla possibilitá di essere catturato da un tedesco: avrebbe di sicuro preferito la morte, come ogni altro uomo sano di mente.
-dobbiamo riflettere, serve considerare ogni possibilitá a riguardo...per ora puoi andare soldato Turner, ti ringrazio per il tuo importante aiuto-
-dovere, signore- fu per congedarsi e poco prima di uscire dalla tenda Miller lo chiamó:
-William- egli si voltó a lui: - torna nel pomeriggio per continuare con le mappe- annuí  per infine uscire e rilasciare la tensione del momento. Il sole era alto, la luce piú vivida e il cielo limpido: sarebbe stata una bellissima giornata da trascorrere con un pic nic e forse in un altro contesto qualcuno era venuto proprio in quella pianura a godersi delle domeniche in famiglia. Ma in quel momento non rimase piú nulla e nessuno sarebbe venuto; l'ultimo centro abitato era stato sgomberato prima che l'esercito arrivasse, probabilmente su intimazione dei tedeschi. Sembró di stare rinchiusi in una bottiglia di vetro, per cui si sapesse di essere confinati ma non fino a dove e William ebbe un brutto presentimento su quello che Wilson avrebbe deciso di fare. 

Il soldato e il tenenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora