Cassie guardava fuori dalla finestra con certa impazienza da spingerla a grattarsi le proprie cuticole, mentre il cielo si rabbuiva e la strada rimaneva deserta. Il padre era stato scortato in questura e il gangstar Gambino dietro le sbarre, preoccupandola di una sua confessione compromettente, e per la quale ebbe fatica a dormire gli ultimi giorni. Il suo piano in merito ai gioielli non era stato confidato a Victor per timore di scoperchiare la sua menzogna sul fatto di non essere mai andata a dormire in un hotel la notte della sua fuga, ma bensí di essersi rifugiata da un altro uomo, con le dirette conseguenze. Non temeva che Victor avrebbe potuto aizzare della violenza fisica su di lei, su questo poteva starne tranquilla, ma piuttosto di vendircarsi diffondendo notizie false su di lei, chissá se non di adulterio, di arrecarle danno in affari o persino di riversarsi su William in qualche modo da lenirlo, e per la quale ella non lo avrebbe sopportato.
La scusa che decise di architravare Cassie per la venuta del suo amico fu quella di consegnarli una lettera con una sua deposizione da far pervenire a Henry Miller e dunque al suo dipartimento d'investigazione, cosicché da non non isospettire Victor, sebbene quell'attesa la fece vacillare nei suoi propositi ad ogni ora che passasse. La sua consolazione fu solo quella di poter infine estinguere un debito con l'organizzazione di Gambino e altri soci di modo da scagionare agevolmente il padre da accuse indifendibili.
Solo quando si fecero le 18 si accorse dell'auto di William giungere sul viale alberato e costeggiare di fronte la villa, in un primo momento rincuorata per poi sorprendersi della presenza di Noah, facendole credere che anch'egli sapesse del loro piano.
-Will, posso dire che mi ricorda l'adrenalina di una missione da soldati?-
-solo che qua non rischiamo la vita ma un processo- disse Will, turbato:
-amico, ci sono io apposta per coprirti le spalle. Ha piú senso che ci sia io ad accompagnarti in quanto cugino di Cassie. Pensa se ti avessero visto venire qui da solo: saresti decisamente piú sospettoso-
-é rincuorante- disse William: -non restiamo molto, lasciamo gli orecchini e ce ne andiamo. Una cosa rapida, intesti?-
-vai tranquillo, che vuoi che sia? Piú ti preoccupi e piú attiri malocchi-
-ma da dove tiri fuori certe frasi?-Percorrendo il vialetto d'ingresso spianato ai lati da un'erba verdissima e curata, videro la porta apirsi e trovare all'uscio Cassie nel suo solito vestiario impeccabile e rifinito, come se nulla potesse scalfirla nella sua cura e meticolositá per sé stessa. I loro sguardi si incrociarono, cupo quello di William e solidale quello di Cassie, la quale accolse benevolmente i due ospiti:
-non mi aspettavo anche te Noah. Sai giá tutto?-
-certo, cugina. Posso dire che sei di una scaltrezza inaudita?-
-meglio entrare. Da questa parte- ella si volse e fece loro strada, assicurandoli che Victor sarebbe rientrato piú tardi, dando loro tempo per quello scambio privato.
-voglio solo lasciare gli orecchini e andare- disse William, il quale tiró fuori dalla tasca una piccola pochette nera con all'interno i cari gioielli e che consegnó senza girarsi intorno:
-non dire cosí Willy. Parliamo un po', solo noi tre-
-non credo sia il momento adatto, Cassie. Preferirei andare ora- si rivolse a Noah per fargli cenno di tornare alla macchina ma ella disse:
- Se hai cosí tanto disprezzo per me, perché stai decidendo di aiutarmi?-
-non ti disprezzo, Cassie, trovo solo che il momento non sia adatto-
Cassie diede uno sguardo di aiuto a Noah, il quale si sentí combattuto tra i due:
-meglio che ti sbrighi a vendere quegli orecchini se vuoi saldare il debito dello zio-
- credete stia sbagliando? lo pensate entrambi, non é cosí?-
William espiró stanco, poi disse:
-Non lo so sinceramente. Tutta questa storia mi é confusa, non so nemmeno quanto tu ne sia coinvolta veramente. E il fatto che mi abbia nascosto questi orecchini in casa mi rende meno fiducioso verso di te-
-lo capisco... Eppure non avevo molta scelta-
- la mia fidanzata mi avrebbe strangolato se li avesse scoperti a casa nostra. Fortuna che Henry non deve preoccuparsi di queste cose-
-temo che lui non mi abbia affatto in simpatia dopo i recenti accadimenti. Sospetto infatti che sia all'oscuro di tutto questo, non é cosí?- Cassie guardó interrogatrice Will, il quale non commentó a conferma della sua ipotesi.-Il fatto che gli stia andando contro per aiutarmi mi dimostra che in fondo mi comprendi, per questo so che di te posso veramente fidarmi.- e in fondo Cassie ebbe ragione, lui stesso non poté negarlo. Guardó gli orecchini venire estratti dalla pochette e riflettere delicatamente la luce dei quel soggiorno:
-e quelli salderanno tutti i debiti?-
-solo una parte, ma sostanziale- disse ella guardandolo con occhi speranzosi: -domani salderó la vendita, se tutto procede come programmato- In quel momento sentirono entrare dalla porta d'ingresso il signor Victor il quale con voce allegra e sbiascicata canticchiava una canzone da lui inventata, accorgendosi dopo qualche secondo della presenza di ospiti:
-Ah...Cassie, amore mio. Non potevo trovarti in un momento mi...migliore. E guarda chi c'é se non il cuginetto preferito e William Turner- il viso rosso era conseguente al suo stato brillo, cosí come la voce alta ma priva di entusiasmo:-piacere signor Victor...lei mi conosce?- Will si sorprese nell'udire il proprio nome dall'uomo del quale seppe solo essere il padrone della casa e compagno di Cassie:
-Quale soldato americano della spedizione Overlord in Francia non conosce il tuo nome? - disse ciondolando verso di loro
-amico aspettati l'autografo allora- disse a bassa voce Noah
-hai bevuto caro?- disse Cassie velando subito gli orecchini: -non avevi detto che dovevi incontrarti con dei clienti?-
Victor si massaggió la fronte, cercando di assumere maggior luciditá:
-i clienti...certo- il suo tono fu di una finta gaiezza:- li ho incontrati, sí... e mi hanno mostrato tutta la loro codardia, quei vigliacchi infami. Grazie al casino del tuo papino ora molti preferiscono ritirare i soldi che hanno investito e su cui avevo una percentuale di commissione...pff. Mi sono visto in mezz'ora perdere milioni di dollari perché pensano faccia parte del giro di tuo padre: che idiozia-
-mi spiace Victor, non immaginavo che potesse...- disse Cassie
-si, si, ora basta- disse egli disinteressato ad ascoltarla: - fai piuttosto in modo che quell'incasinato di tuo padre risolva la faccenda e vada a parlare con i miei clienti, allora forse potró perdonarvi-
William non ebbe piú desiderio di trattenersi al che si rivolse a entrambi:
-Meglio se vi lascio alle vostre questioni in pace, signori; devo rientrare in ogni caso--oh no, rimanga amico mio. Che padrone di casa sarei se non sapessi accogliere degli ospiti in casa mia? Beviamo qualcosa- la sua voce fu vivace ma decisa, come se non accettasse rifiuti:- Abbiamo molto di cui parlare io e lei-
Will fu confuso ma non da meno volle assecondare l'uomo:
-credo che lei abbia giá bevuto, signor Victor, e il momento non é chiaramente dei piú allegri perché io rimanga-
-sará per un'altra, Victor- segui Noah
-ho detto di restare- disse infine Victor in una voce assertiva e apparentemente piú sobria, al che i due amici si scambiarono sguardi interrogativi, finché Cassie aggiunse:
-si...che male c'é a bere un po'-
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Il soldato e il tenente
RomanceNonostante le asperitá della guerra, il soldato William Turner e il tenente Henry Miller si lasciano lentamente andare a un'infatuazione che presto tramuta subito in altro... Miller ha il carattere fermo e da leader, William riservato ed empatico...