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Il mattino seguente ci fu uno squillo dalla cornetta che sveglió con certa noia i due amanti placidamente sopiti nel letto, e benché avessero cercato di ignorarne il rumore questo continuó con viva insistenza.
Miller guardó confuso l'orario della sveglia sul comodino per accorgersi che fossero solo le 8:00 del mattino:
-dio, chi chiama a quest'ora di sabato?- strascicó con la sua voce bassa del risveglio, benché fu il piú assonnato tra i due, al che fu William che decise di alzarsi con le sole mutande addosso per dirigersi in cucina a rispondere. Per un momento si sentí le gambe deboli, ma cercó di non farlo vedere. Si strofinó gli occhi, sbadiglió un poco e si diede una passata di mano tra i capelli scarruffati, per poi alzare la cornetta del telefono una volta in cucina:
-pronto?- disse confuso e assonnato:
-Will sei tu?-
-Noah? ma che...- 
-si lo so a cosa stai pensando. Per che diamine ti abbia chiamato a quest'ora, giusto?- 
-mi sembra ovvio- Will si strofinó ancora gli occhi, ora piú lucido 
-ascolta, siamo amici da molto ormai, conosci ogni difetto di me, e sai che sono un po' impulsivo in certe cose, non che mi voglia giustificare chiaro, mi prendo sempre le responsabilitá di ogni mia azione, ma é solo una premessa per...-
-si si taglia corto-
- non ho abbastanza monete per continuare la chiamata,  vediamoci tra 40 minuti al diner di Joe. Offro io la colazione, promesso-
-Noah dimmi almeno...-non terminó la frase che venne subito riagganciato di modo che Will rimase lí in piedi con la cornetta sospesa e ancora piú confuso di prima, e per cui espiró con stanca rassegnazione. 

-Will- Miller entró pigramente in cucina , con indosso le sole mutande e calze, i capelli scarmigliati e tutta la sua bellezza fisica ostentata con disinvoltura:
-ehy. Non vuoi piú dormire?- chiese con curanza Will, piú rilassato una volta che lo vide entrare. Miller diede un bacio semplice alla fronte di Will per poi avviarsi pigramente al frigo a prendere dell'acqua:
-mi é passato il sonno con quel diamine di trillo- prese un bicchiere, versó l'acqua e ne bevve qualche sorso, appoggiandosi al piano della cucina e guardando Will. Quest'ultimo fu momentaneamente distratto dai pettorali e addominali di Miller emergere con tale naturalezza.
-chi era al telefono?-
-Noah...mi ha detto di incontrarci al diner di Joe, non so neanche perché sinceramente, sembrava come di fretta-
-devi andarci per forza?-
-credo sia importante...non lo so, lo scopriró. Se non é importante mi dovrá i soldi per la benzina- 
-mmh... Allora guida piano all'incrocio con Saint Andrew. Ci sono sempre degli scannati lí.-
-ok- Miller ebbe infine un sorrisino ammaliato squadrando Will:
-non ci sono andato pesante ieri se sei giá pronto per uscire- Will alzó gli occhi ironicamente:
-sei veramente...- per poi andarsene in camera a preparsi
-ammaliante?- 
- pervertito- disse William in corridoio, nascondendo le sua labbra inarcate.


-Ti perdono solo per la doppia razione di caffé latte-
-mi sembri un ragazzino a chiedere ancora il latte nel caffé-
-bada per te. Piuttosto ti conviene spiegarmi questa fretta di parlarmi. Sei per caso finito nei guai con qualcuno?- William gli puntó la bevanda contro:
-nahh, nulla del genere. Riguarda mio cugina, Cassie-
-quella Cassie? Cassie Evans?-
-si, si la figlia di quel riccone industriale di mio zio Cillian. Il fatto é che oggi Cassie rientra da un viaggio da Monaco, e io le avevo promesso che sarei andata a prenderla ma mi sono scordato di non aver cambiato i miei turni e ora ho le due cose sovrapposte. quell'egocentrico del suo ragazzo tornerá tra qualche giorno in cittá e io non posso mancare all'ultimo a lavoro, il mio capo mi ucciderebbe-
-ma non ti ha messo proprio tuo zio in quella compagnia di credito? il tuo capo non credo voglia dare un dispiacere a un suo cliente importante, no?-
-lo so, ma l'ho giá fatto alterare troppe volte che rischio di fargli venire un attacco al cuore. Quello per cui avrei gran bisogno di chiederti é se tu potessi andare a prenderla al porto questo pomeriggio. Lo so che ti sto scompigliando il weekend ma ti prego, ti supplico, non dirmi di no, altrimenti non so come fare-
-amico, é letteralmente ricca, non puó prendersi un taxi che l'accompagni a casa?-
- oh lo sai come sono qui i tassisti: taccagni e frenetici, e lei li odia. Potrebbe noleggiarsi un tassista privato ma con il poco preavviso non credo ne troverebbe qualcuno, e farla aspettare non é nel suo stile. Per questo ho un gran bisogno di te, capisci?-
-calmo, sei troppo agitato. Devo solo andarla a prendere e portarla a casa? Ma si fiderá a salire in auto di uno sconosciuto?-
-diciamo che le ho giá parlato di te. Ha visto anche le foto delle premiazioni di guerra, per cui non le sarai totalmente estraneo. E poi quella si fa attizzare subito da ragazzi di bell'aspetto, anche se ha il tipo che é un poco di buono-
-mi stai facendo un complimento?  Vedo anche che non ti sta simpatico il suo compagno- Will si mise a ridere, ma Noah alzó gli occhi al cielo:
-é solo uno che siccome fa affari in finanza crede di essere il padrone del mondo, per quanto é vero anche che gli faccia comodo stare nel circolo della famiglia Evans. Che imbecille...ad ogni modo se riusciresti ti devo un favore, qualunque cosa, promesso- disse Noah
-si si va bene, andró a prenderla. Fammi vedere una sua foto almeno, cosí la riconosco- 
-ehmm, non ne ho qua, ma non é un problema, la riconoscerai: castana, vestita sicuramente da borghesotta parigina con gioielli vistosi, tacchi alti e forse occhiali da sole troppo randi per la sua faccia. Ti sará facile, vedrai-
-certo, ho giá capito che sará un incontro spassoso- disse sarcsatico Will e Noah uní le mani come in preghiera proferendo accatastate parole di ringraziamento e riconoscimento, per poi consumare gli ultimi avanzi della loro colazione. D'altronde William pensó che non ci avrebbe impiegato molto, giusto il tempo di trovarla e accompagnarla a casa, sempre se il traffico lo avrebbe permesso. Sicuramente avrebbe dovuto rimandare ogni piano con Miller per quel pomeriggio.

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Cassie Evans guardó il profilo di New York imporsi tra cielo e mare con la fierezza di una cittá cosmopolita unica nel suo genere, lieta di poter ritornarci a ogni suo viaggio per il globo, per quanto apprezzasse solo alcuni aspetti di quella cittá. La classe e il lusso dei quartieri chic, sorseggiando tra le bollicine di un bianco fresco all'interno di un ristorante rinomato, erano i suoi ricordi piú vividi da farle lodare quell'ambiente caotico e sempre frenetico. La nave transatlantica giunse puntuale al porto di New York, affiancando la fiera Statua della Libertá e facendo scendere i suoi passeggeri, i quali si dividevano tra chi tornava e chi arrivava, confusi indistintamente. Fu curiosa al suo sbarco di quel Turner che l'avrebbe accolta e accompagnata a casa, pensando se fosse cosi affascinante come dalla foto scattata a Washington insieme ad altri soldati, e se fosse cosí cordiale come gli aveva raccomandato quello sbadato di suo cugino. Egli non godeva certo di grande acume, ma la sua semplicitá gli permetteva subito di riconoscere la gentilezza negli altri, anche se con pochi discorsi, e per cui Cassie decise di fidarsi. 
Guardandosi in giro si trovó molte facce diverse ma comunque indistinte, finché non squadró un uomo giovane appostato all'entrata degli uffici di accoglienza: alto, bello, dal fisico proporzionato e i capelli folti e scuri ricadergli morbidamente, e per cui ebbe un piccolo ghigno divertita. Era uguale alla foto pensó.


Miller venne informato dei piani di William, e sinceramente ne fu un poco scocciato, benché non lo diede a vedere. Pensó a quella Cassie Evans che William gli aveva citato una volta rientrato a casa, ma soprattutto al padre, Cillian Evans, il quale non gli era estraneo proprio per essere un ricco industriale della cittá, pieno di riconoscimenti quanto di contraddizioni, e che a Miller personalmente non piacque. Tendenzialmente era solito trovarsi con dei suoi amici, alcuni di vecchia data e altri conosciuti di recente, a giocare a biliardo tra il fumo dei sigari specialmente consumati da Taylor. I due si erano conosciuti al lavoro ed entrambi erano accomunati per una certa aurea dominante e senso d'umorismo che li avevano resi come dei  fratelli, coprendosi reciprocamente le spalle. 
Per quel giorno si vide solamente con lui, e le loro conversazioni ruotarono attorno a un tavolo di biliardo.
-e quindi il tuo amoroso é impegnato con la signorina Evans, ugh? interessante- Taylor soffió una ventata di fumo mentre Miller posizionó l'asta, miró e colpí, scontrando due palle e facendo buca:
- mi basta solo che non lo sfrutti come il suo autista personale, é giá stato fin troppo disponibile- 
-é il passatempo preferito dei ricchi assegnare agli altri ruoli in cui non si riconoscono, non sará da meno oggi. E poi noi due non siamo troppo diversi da loro-
- devi essere miope allora-
-e tu sei troppo concentrato nel particolare, tanto che non ti accorgi di quello che ci circonda altrimenti avresti notato come le bariste ci stessero squadrando come due prede- I due uomini non potevano certo non essere oggetto d'attenzione femminile: Miller vestiva con camicia blu sotto bretelle fini e ricamate, pantaloni beige e un orologio da definirgli il polso, mentre il suo compare vestiva simil modo con camicia viola e pantaloni grigio antracite, nel complesso suggerendo il loro stato abbiente. 
-me ne sono accorto invece, ho deciso solo di ignorarle. Vedi, la differenza tra noi e loro sta nel punto d'osservazione, e noi ne abbiamo sperimentati parecchi e per il quale abbiamo sviluppato un'empatia diversa da quella dei ricchi di cui tu parli-
-quindi mi stai dicendo che tra me e il signor Evans cambia solo il nostro grado d'empatia? perché se cosi fosse allora devo essere cieco piuttosto che miope.-
-é il tuo turno, vedi di recuperare. Nessuno si puó comparare a Cillian Evans, sia per soldi che vicende, ed io mi accontento di questo.-
-sono curioso di sapere cosa ti racconterá William dopo oggi. Le figlie tendono in genere ad assomigliare ai padri.- disse Taylor proseguendo con il gioco. 















Il soldato e il tenenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora