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-cosa vuol dire che domani te ne andrai?- William fu ancora piú confuso una volta che Miller inizió a spiegare il piano di Smith. Il tenente era appoggiato allo spigolo del tavolino nella tenda, cercando di mantere un tono quieto:
-devo portare il messaggio all'unitá 108, hai detto anche tu che ci sono file di basi tedesche a confine con la foresta-
-no...cioé si, ma...perché devi andare tu?- il suo tono sveló preoccupazione quanto confusione:
-Will...- Miller lo guardó con dolce rassegnazione: - é un messaggio importante, non possiamo assegnarlo a un soldato qualunque. Una volta all'unitá saró al sicuro-
-che vuol dire questo?- La mente di William spazió rapidamente tra mille pensieri, non sapendo da quale partire:- é come con Larry Halpert, vero?-
-come sai di Halpert?- 
-non importa- Will sentí un'angoscia cadergli come un velo dall'alto:- dimmi che non é cosí-
Miller lo guardó penetrante per poi fare un passo verso William, il quale lentamente arretró:
- Will, devo farlo. Portare questo messaggio ci garantirá  la vittoria contro i tedeschi, e senza sprecare vite nostre. Capisci perché devo?-
-no...perché devi essere tu ad andare?-
-cosa?-
-perché Smith o-o Wilson vorrebbero te come messaggero? Sei il tenente della nostra unitá, un loro pari!- William si agitó e la rabbia prese il posto alla confusione:
-proprio per questo é giusto che sia io a portare un messaggio delicato come questo. Will, te lo sto dicendo solo perché non voglio lasciarci senza salutarci- Will lo guardó stupito e atterrito al pensiero che quello potesse essere un addio:
-peró te ne vai. E' questo quello che vuoi?-
-ovvio che no- Miller lo guardó serio:- ma devo-
-no, non é vero. Sei tu al comando, puoi-puoi decidere come i colonnelli su chi mandare!- il battito di William divenne il rimbombo che il suo corpo percepí come unico suono, incapacitandosi di quella decisione:
-Will non voglio discutere su questo. Voglio solo stare con te prima di partire- Lui si avvicinó ma William non volle farsi cedere al suo tocco, scioccato per come Miller apparisse rassegnato:
-é questo quello che Wilson voleva dirti prima? Ti ha guardato in faccia per dirti chiaramente che ti avrebbe mandato a morire da solo cercando di portare uno stupido messaggio?-
-Will- Miller si alteró, benché a William non importó:
-cosa?! non é vero? Dimmi come stanno le cose-
-mi sono offerto io per la missione, non mi é stata imposta- un silenzio breve cadde gelido tra i due, lasciando William piterificato a sentirsi proferire quelle parole:
-ascolta...conosco il territorio, l'ho studiato con te, so come muovermi e orientarmi, per questo sono perfetto per questo compito.-
-sei ingenuo a pensarlo- William si sentí inspiegabilmente tradito, o almeno questa fu la percezione che nel profondo di sé prese lentamente forma, non riuscendo a spiegarsi i motivi di quell'allontanamento volontario del tenente, sembrando tutto fuorché razionale:- ho sentito cosa é successo a Larry Halpert e tu....- gi fu difficile estrinsecare a parole quella dura veritá:- finirai come lui se parti. Dio te ne rendi conto?-
-Basta Will-
-almeno dimmi la veritá,  perché lo stai facendo?-
-te l'ho giá detto- quel discorso fu piú difficile di quanto Miller si fosse immaginato, cercando di mantenere una linea di ferro: - é mio dovere, punto-
-smettila di dire cosí- le sopracciglia di William si inarcarono per la disperazione:- ti stai consegnando alla morte dopo mesi che cerchiamo di sfuggirla e tu lo chiami senso del dovere. E' una cosa stupida, insensata, macabra e da idioti!- 
-Will!- il tono piu' alto e serio del tenente lo spaventarono per un attimo benché non potesse fermarsi dal continuare:
-se domani parti, non ci rivedremo mai piú- un groppo in gola gli si formó e guardare Miller divenne insopportabile, quasi irrispettoso per se stesso, come se dopo quello che avevano passato insieme lui avesse deciso di buttare tutto al vento:
- Torneró da te-
-non dirmi queste stronzate- Gli occhi di William si fecero lucidi e la voce piú alterata: - non vuoi veramente tornare, altrimenti non partiresti a priori-
-Will, cristo... serve che io vada perché so come arrivare all'altra unitá!- 
-solo perché hai tradotto le cartine dei nazisti? Per questo allora sarei io il piú idoneo alla missione e Wilson dovrebbe saperlo!- William si fermó riflettendo in merito a ció: -perché non ha scelto me? io sono piu sacrificabile di te-
-smettila cazzo- la sua voce fu quasi intimidatoria ma William seppe di aver centrato qualcosa:
-Henry..perché non hanno scelto me?- Miller lo guardó con occhi penetranti, non volendo dire quanto fosse in realtá inetivabile:
-Henry, ti prego!- la voce di William si acquietó, stanco di quella menzogna che Miller gli stava propinando:
-perché ho deciso io di non mandare te!- Disse serio Miller - non é la tua missione. Tu hai un altro ruolo in questa guerra e di certo non riguarda questo. Servi ancora come cartografo-
-mi stai dicendo che ti sei offerto per non far andare me?- William ebbe una morsa al cuore fracassargli il petto e la voce indebolirsi: - che cazzo significa Henry?-
Miller espiró per lo stress accalcarsi in lui: - Significa che come tenente ho una responsabilitá piú grande verso l'unitá, cosa che tu non hai. Non lo sto facendo per te- dovette a fatica dire quelle parole, per quanto necessarie. Guardare il volto ferito di William fu difficile e non si immaginó di provare lui stesso una sofferenza di quel tipo:
-Will?-il soldato abbassó il capo, pulendosi gli occhi dalle sue lacrime, lasciando sorpreso Miller, il quale avanzó verso di lui, standogli a pochi millimetri di distanza:
-non voglio che il mio ultimo ricordo prima di partire sia di te piangere- Miller gli accerezzó dolcemente la guancia- torneró da te, Will-
-no...- una ventata di pessimismo o crudo realismo rese incapace William di vedere un possibile lieto fine:- non ti credo. Sei un bugiardo...solo un bugiardo- si guardarono negli occhi, con quelli di William lucidi e addolorati:
-Sei troppo intelligente per credere che sia una missione sensata e con probabilitá di successo, non ci andresti mai se non obbligato. Non conosci questa terra come la conosco io, non é nel tuo ruolo essere un messaggero....Lo stai facendo per non far mandare me, é cosí?- 
-Credi che sia cosí folle da gettare la mia vita cosí?-  ci fu un silenzio tra i due, e Miller sciolse il contatto con William: -Will...-
-fammi venire con te-
-Cosa?-
-lascia che ti accompagni. Posso esserti di aiuto, guardare le cartine, indicarti i percorsi migliori...-
-no, non se ne parla-
-perché?-
-non mi serve il tuo aiuto, posso farlo da solo- 
-adesso é diventata un'impresa personale? perché non posso accompagnarti?  sono certo che il colonnello non si opporrebbe-
-smettila con queste stronzate- disse serio Miller- andró da solo perché mi staresti d'intralcio; non riuscirei a stare concentrato con te di fianco- 
-faró quello che vorrai, non mi lamenteró. Posso portare piú carico nello zaino se vuoi-
-Will- Miller lo afferró per le spalle, guardandolo con una tale profonditá di sguardo da zittirlo subito: - non ci arrivi vero? o forse non vuoi capire. Non riuscirei a concentrarmi perché sarei costantemente preoccupato per te, e il pensiero di farti venire quando invece avrei potuto scegliere di  lasciarti qui mi fa sentire solo un pezzo di merda . Non posso e non voglio che tu mi accompagni-
-Henry- le lacrime di William fluirono interminabili,  causando dolore a entrambi: -non siamo protetti da nessuna parte, ogni giorno rischiamo un bombardamento a sorpresa. Se pensi di star facendo la cosa giusta per me ti stai sbagliando, cazzo. Dicendo cosí ammetti tu stesso che questa missione ha poco o nulla di probabilitá di successo, e cosa dovrei fare io? - deglutí a fatica per poi continuare:- non mi faró consumare dalla speranza come mia madre, perché io so che se domani parti io non ti rivedró mai piú- 

La tensione fra i due fu forte, entrambi emotivamente agitati, per quanto alla fine Miller volle mettere un punto fermo alla questione:
-non posso dirti cosa provare, ma la mia decisione é questa e rimane tale. Volevo che lo sapessi perché non volevo andarmene senza averti salutato almeno una volta. Dopo quello che c'é stato tra noi due mi sembra il minimo-
-avrei preferito che non ci fosse mai stato nulla- Quelle parole furono un colpo allo stomaco per Miller, il quale a fatica mantenne la sua compostezza:- se non fosse mai successo nulla, a quest'ora non mi sentirei cosí, non mi sentirei in colpa della tua partenza, non mi sentirei abbandonato come un cane e non proverei questo dolore nauseante a sapere che non non ti rivedró mai piú. Vorrei odiarti in questo momento- dei singulti lo interruppero:- vorrei tanto-

Miller lo prese d'istinto a sé, stringendolo forte e lasciando che i loro corpi si sentissero a vicenda, provando un immensa sofferenza a essere causa del suo struggimento, per un momento indeciso se partire o meno.
-Torneró Will. Torneró solo per te-


Il soldato e il tenenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora