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Il giorno seguente l'unitá riprese il suo cammino, consigliando alla famiglia contadina di seguirli fino al prossimo paesino benché questi rifiutarono:
-aspetteremo qui la vostra vittoria- disse il contadino Jack congedandosi con il colonnello, mentre Cecile volle salutare un'ultima volta Miller, certa che non l'avrebbe mai piú rivisto:
-Vi auguro buon viaggio monsieur- gli si accostó, dandogli un piccolo bacio sulla guancia che Miller accettó come cortesia per poi riprendere la strada. Quel mattino si era sentito gaio nel risvegliarsi con affianco William, potendosi coccolare dei loro tocchi e le loro parole, benché sapessero che dovessero presto andarsene:
-Will...- William avrebbe preferito dormire ancora sul petto del tenente per quanto avessero l'importanza di presentarsi dal colonnello:
-solo due minuti- gli disse debolmente sentendosi poi accarezzare i capelli con gentilezza. Quando fu pienamente sveglio Willliam tracció con le dita dei segni sul petto turgido di Miller, prendendogli la piastrina poggiata sulla pelle nuda e leggendo quanto scritto sopra:
-Henry O. Miller. Per cosa sta la O?-
-Otis. E' il mio secondo nome-
-Otis...non é un nome comune-
-mio nonno si chiamava Otis. Lui era di Amburgo-  William mosse gli occhi dalla piastrina al volto di Miller:
-si...sono tedesco per lato materno, anche se non sono mai andato in Germania- 
-pff, intuibile. Chi vorrebbe imparare volontariamente il tedesco?-
-hai ragione- ebbe una sottile risata e che fu piacevole per William poter udire di prima mattina
- ti piacerebbe andare in Germania? in un contesto diverso, intendo- Miller ci pensó un poco:
-perché no. Ogni paese é degno di essere visitato- William si concentró di nuovo sulla piastrina di Miller, per poi sviare a osservare i lineamenti del suo corpo, le clavicole definite, le spalle solide e la carne giovane, perso in un quella visuale dionisiaca.  
- vorrei visitare anch'io dei paesi. Le cartine non rendono molto-
- ci sará tempo- disse dolcemente Miller e William si porse verso di lui per un bacio dolce e semplice, per poi convincersi entrambi che fosse momento di alzarsi.

Miller non amava fare previsioni sul futuro, specie nello stato in cui si trovarono. Per un soldato il futuro non é contemplabile, perché giá il suo presente é incerto, in bilico tra l'essere e il morire, benché con William non gli dispiacque discorrere di ipotesi future, di scenari di lui dopo la guerra, magari con qualcuno affianco...Poteva essere forse William stesso?  L'idea non lo amareggió, ma ció nonostante volle stiparla in un angolo della mente per non alimentarsi di speranze letali. La speranza era di per sé dicotomica e in guerra ci si poteva aggrappare a essa, quanto osteggiarla per la propria tutela psicofisica, e Miller preferiva stare guardingo su queste tipo di armi a doppia taglio.

La giornata fu piú nuvolosa, con rischio di pioggia, e i passi dei soldati furono cadenti e instancabili, percorrendo chilometri e chilometri tra campºi e verde immensi. 
-Dovremo accamparci- constató il colonnello osservando il cielo plumbeo- dannazione, non possiamo perdere troppo tempo!- Si chiese se l'altra unitá fosse giá stata colta dai nazisti o se fossero loro in vantaggio sui tempi, per quanto non avrebbero avuto notizie fino al loro arrivo. 
Quando la pioggia giunse , le tende furono giá erette, e i soldati riparati in esse:
-dio...-
-si puó sapere che hai alla schiena?- domandó Noah 
-non lo so, deve essere lo zaino- Miller seppe in realtá il motivo autentico, benché omise di dirlo:
-amico abbiamo tutti lo stesso peso, e io sto bene tutto sommato. Dai stenditi-
Miller si mise nella sua cuccetta, scaricando peso dalla schiena:
-fammi capire allora: Wilson ti chiede di misurare delle cartine perché non sa quanto dista tra il fiumiciattolo dalla montagnola disegnate?-
-pressoché si-
- dio, siamo messi in buone mani. Di sicuro sarai stato piegato per tutte quelle ore e adesso ti sei ridotto cosí-
-puó darsi- 
-dimmi- Noah si stese ed estrasse la sua borraccia per bere, stanco e dai piedi dolenti:- l'altra unitá, quella che stiamo raggiunendo...abbiamo buone probabilitá di avvisarla in tempo?-
-cosí dovrebbe essere-
-Will, sii sincero, voglio sapere se stiamo rischiando per una cosa sensata o no-
-non ho la risposta a questo, sono solo un cartografo-
-pf- Noah bevve un sorso, poi disse:- hai fame per caso?-
-un po'...- Noah ebbe un ghigno divertito per poi frugare nel suo zaino ed estrarre un pacchetto di carta: -biscotti di frolla. Qualcuno deve averli dimenticati nel paesino-
-non dirmi che ti sei messo a frugare nelle case dei contadini?-
-ehy, ehy, erano sul davanzale di una finestra, che facevo, li lasciavo in pasto agli uccelli? Piuttosto, prendi- Gli passó il pacchetto e William, inizialmente confuso, frugó nella busta, estraendo un biscotto e mangiandolo con innascondibile gusto:
-se vuoi corrompermi, questo é il momento per farlo- disse William con ironia
- voglio che tu mi risponda a questa domanda allora, e con massima onestá: stai andando dietro al tenente per caso?- William fu per strozzarsi con delle briciole in gola, per poi deglutire con fatica e guardarlo stupito:
-come scusa?-
-oh andiamo, voglio solo sapere se ti piace il tenente-
-perché questa domanda?-
-é da un po' che passi le notti da lui, e lo so che é per fare quello che ti ordinano e tutto, ma non mi sembra che ti stia lamentando del carico di lavoro-
-Noah...-
-andiamo Will, sei come un fratello per me, e tra fratelli non ci si giudica- Will lo guardó combattuto, non sapendo se dirgli la veritá:
-il tenente é solo il nostro superiore, nient'altro-
-non mi convinci-
-é la veritá-
-non sai mentire, te l'hanno mai detto?-
-perché sei cosí convinto che non sia vero?-
Noah lo scrutó attentamente, prendendo il sacco di biscotti e imboccandosene un paio:
-andiamo, sarebbe normale avere interesse per lui. Ho visto come quella contadina lo guardava e lui é uno che con le donne ha la strada spianata, non deve faticare per essere desiderato, e questo perché é un uomo che alle donne piace...Io stesso riconosco che sia attraente-
-wow, é questa la tua prova schiacciante?-
- amico, sto cercando di essere empatico, di mettermi nei tuoi panni. E poi sai che non ti giudicherei mai-
-lo so, lo so- Will rifletté, mentre la pioggia sbatteva minuta sulla loro tenda:- il tenente é un uomo diverso quando siamo soli-
-in che senso?-
-é...meno severo. Sono a mio agio con lui- William ebbe frangenti dei momenti passati assieme, specie dell'ultima notte assieme: - non so cosa ti aspetti che ti dica: Miller é un uomo colto, intelligente e gentile, per quanto poco sembri, e riesce sempre a tranquillizzarti con le sue parole anche se in piena guerra, non so come spiegartelo- Noah ebbe un ghigno per poi riprendere a mangiare i biscotti nella busta:
-ora non parli?- disse William
-mi hai risposto alla domanda-
-non ti ho detto nulla-
-amico, prometto che resterá un segreto, non devi allarmarti- William lo guardó interdetto, ma alla fine si arrese, certo che Noah avesse colto i suoi veri sentimenti per il tenente:
-é sbagliato?- William domandó con tranquillitá e Noah rispose dopo una lunga masticata:
-per quanto non sia un discepolo dalla fedina immacolata, pensare che una cosa cosí sia sbagliata é da veri ritardati . Non vorrai farmi credere che ti sei fatto influenzare da quello che ti ha detto Sprouse?-
-no...ma non posso neanche dirlo in giro, e questo mi induce a credere che ci sia qualcosa di sbagliato-
-lascia che ti dica una cosa- Noah lo guardó seriamente - non sempre quello in cui crediamo é la cosa giusta, questo schifo di guerra lo dimostra. Piú sono convinzioni irrazionali e piú sono difficili da sradicare, ma un giorno saranno trascinate via, come la pioggia con lo sporco. Un giorno impareremo, e credo che quel giorno arriverá molto presto-
-grazie Noah-
-deve essere lo zucchero nei biscotti a farmi parlare cosí-
-pff, puó darsi- si misero a ridere e William si sentí piú tranquillizato, come se non avesse piú una morsa stringergli il petto, e per quanto la pioggia rendesse difficile il riposo, i due cercarono di addormentarsi, lasciando ogni altro pensiero al giorno seguente. 

Il soldato e il tenenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora