Al mattino presto William si sveglió per primo, sentendo il braccio del tenente su di sé e il respiro lento di lui accennarsi nel silenzio mattutino. Ne contempló i lineamenti netti e virili, le ciglia sottili e le labbra socchiuse, trovandolo erotico nella sua forma piú innocua. Sarebbe voluto rimanere per molto, ma non volle che aspettando ancora lí qualcuno potesse vederlo uscire dalla sua tenda come era giá successo con Sprouse, al che si sfiló lentamente da lui, cercando di non disturbarlo, per poi avviarsi fuori, accertandosi che nessuno lo vedesse. La luce era fioca e l'aria fresca, ravvivandolo subito, e una volta giunto nella sua tenda trovó Noah profondamente addormentato, certo che una volta sveglio lo avrebbe invaso di domande su dove fosse stato. Non riuscí ancora a credere di come avesse passato la notte, di quello che lui e Miller avessero fatto, specie di come fosse stato quest'ultimo il primo a baciarlo e a prendere iniziativa. Il ricordo della sua voce, del suo respiro e del suo corpo premuto contro il suo gli diedero un brillo di euforia che cercó di acquietare, pensando poi a come si sarebbero comportati una volta rivisti. Come al solito, ovviamente, o almeno cosi cercó di convincersi, per quanto la sua mente oscillasse tra dubbi che solo il tempo gli avrebbe districati.
Passarono poco piú di quattro ore prima che si spargessero gli ordini di una divisione dell'unitá e per cui i primi 300 soldati elencati per lista si sarebbero mossi a ovest, verso la pattuglia alleata.
-Sei sicuro?-
-si, fino al 300esimo soldato- Noah riorganizzó le sue munizioni e William il suo zaino. L'interrogatorio del post risveglio si verificó come immaginato ed egli si limitó a dire che fosse rimasto a compiere dei lavori da Miller per la sua punizione, benché gli ulteriori chiarimenti che Noah speró di avere, furono omessi per l'interruzione dal portavoce del colonnello che diffuse gli ordini poc'anzi espressi.
-io sono il 194-
-e io il 189-
-purtroppo ancora insieme - Noah ebbe un ghigno, lieto che quello non fosse il giorno della loro ripartizione, anche se William rifletté sulla decisione del colonnello:
-alla fine non ha cambiato idea- disse tra sé
-chi?- domandó Noah
-il colonnello. vuole andare incontro ai nazisti-
-come scusa? non vediamo nazisti da settimane ormai, secondo me se la sono filata-
William rifletté poco convinto:
-dovremo essere pronti a qualunque sorpresa-
-un tempo avrei esultato per le sorprese, ma se é un tedesco a farle preferisco rispedirle indietro, come quelle delle mie zie, anche se da loro non mi aspetto pallottole M61-
-chi resterá al comando dell'altra unitá?- domandó William d'un tratto
- chi lo sa, forse il sottotenente Scholtz oppure Miller. Cosa c'entra?- William pensó che se si fossero separati quel giorno non avrebbe avuto la certezza di quando sarebbe stata la prossima che si sarebbero rivisti, e in guerra quel termine non era sempre scontato, al che con una scusa si allontanó per andare alla tenda del tenente, sperando che l'avrebbe trovato lí.
-William- Scholtz sbucó dietro il soldato, interrompendolo dal proseguire:
-eccoti. Vieni con me, il colonnello vuole scambiare due parole-
-ora?-
-si, seguimi ragazzo- con riluttanza fece come ordinato, ritrovandosi in pochi secondi alla tenda di Wilson:
-signore- Scholtz avvisó del loro arrivo e con sorpresa di William si trovó anche Miller nella tenda del colonnello, attirando completamente la sua attenzione. il tenente lo guardó con eloquenza ma nulla sfuggí dalle sue labbra, mantenendo entrambi le formalitá dei ruoli:
-Turner, avvicinati ragazzo- disse Wilson ed egli si accostó al loro tavolo, avendo Miller in prossimitá ma fingendo che ció non lo turbasse:
-ho giá mandato gli ordini di separazione, serve solo che chiariamo alcune cose.- il suo sguardo serio e soppesato non tradí la gravitá della situazione:
-inevitabilmente ci scontreremo con dei nazisti, e se é come dici la loro base si trova nel bosco a ovest della pianura. Di sicuro avranno delle mappe come quelle su cui hai lavorato ed é importante che riusciamo a razziarle prima che quesi bastardi le brucino . Una volta prese, le codificherai come hai fatto fin'ora e trascriverai ogni dato criptato per telegrafo. Dopo quella base non ci spetta che la discesa verso le cittá francesi, e da lí avremo pieno controllo di mezzi e risorse. Ho bisogno quindi che tu rimanga vivo, soldato- William deglutí a fatica, capendo a cosa il colonnello si riferisse:
-starai nella retroguardia e ti limiterai ai colpi di cannone. Il tenente Miller sará presente per aiutarti con le traduzioni- lo sguardo di William si alzó come una calamita verso Miller, capendo che anche lui sarebbe venuto con la sua metá di battaglione, internamente rassicurandosi.
-e se non ci fossero cartine?- domandó infine
-ci saranno. Dobbiamo impedire che le distruggano peró, questo é un altro conto-
-William- Miller inizió con serietá:- devi proteggere la tua vita, ora piú che mai. Senza le tue misurazioni allungheremo le tempistiche e i tedeschi avranno modo di riorganizzarsi, capisci cosa intendo?-
-si...signore-
-bene-
-ora preparati soldato, partiremo tra poco- sentenzió Wilson e William venne congedato dal colloquio, non prima di aver scambiato uno sguardo con Miller, il quale gli diede rassicurazione con sottile assenso di capo, convinto che avrebbero avuto altre occasioni per parlarsi in privato.
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Il soldato e il tenente
RomanceNonostante le asperitá della guerra, il soldato William Turner e il tenente Henry Miller si lasciano lentamente andare a un'infatuazione che presto tramuta subito in altro... Miller ha il carattere fermo e da leader, William riservato ed empatico...