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-il generale non puó attenderci, dovremo agire nell'immediato prima che gli equilibri cambino- disse Wilson con gravitá:
-é convinto ancora del suo piano? di dividere l'unitá- Miller non avrebbe voluto dividere il battaglione, semplicemente perché la metá che sarebbe rimasta a est della pianura sarebbe stata piú vulnerabile a eventuali attacchi a sorpresa del nemico.
-la parte di guardia attenderá i rinforzi da nord, non resterá scoperta per molto- aggiunse Scholtz
-signore, con tutto il rispetto ma sarebbero comunque 5 giorni scoperti, troppi per noi-
-lo so bene, Miller, sto valutando attentamente ogni rischio- in quel momento Wilson venne interrotto dal brusco arrivo di William, il quale sorprese tutti per l'inattesa presenza e per il suo stato fisico. Miller guardó i lividi emergere distinti sul suo volto, adescando totalmente la sua attenzione quanto preoccupazione che sottilmente trapeló dal suo tono di voce:
-William-
-soldato Turner, mi auguro tu abbia un buon motivo per interrompere la nostra riunione . Eh che diamine ti é successo?-
-ho capito la frase- respiró affanosamente tra una frase e l'altra:- 67 passi dal triangolo al cerchio. Il triangolo sono le montagne e il cerchio é dove risiedono i tedeschi-
-sei sicuro ragazzo?- Wilson ebbe gli occhi tondeggianti e le rughe infittirsi per lo stupore:
-Si, sono sicuro- avanzó verso il loro tavolo, dove stesa vi era una delle mappe giá consultate, puntando il dito laddove fossero rappresentate le montagne:- il triangolo dovrebbe alludere alla catena nord-est, e se i 67 passi coincidessero in scala a 1:200000 significherebbe che...- scorse il dito lungo la cartina, e che i presenti seguirono con gran rapimento, finché non si fermó su un punto al di lá della pianura, a ovest dell'accampamento:
-sarebbero 134 chilometri dal rifugio nel bosco, dove passerá la nostra unitá. E' infatti l'unico "centro" possibile nel raggio di questi chilometri, no c'é altra spiegazione- 
-colonnello dobbiamo agire- disse Scholtz, prevedendo le drammatiche conseguenze di quella veritá:
-lo so bene, Scholtz, ma serve ragionare lucidamente. Miller- il tenente rimase in silenzio grave, certo che non vi fosse altra strategia adottabile se non quella proposta dal colonnello e che inevitabilmente avrebbe cambiato i rapporti di forza:- dovremo continuare col nostro piano-
-lo so- disse serio, per poi guardare William:
-come fai a sapere che sia la direzione giusta? Non possono puntare piú a sud di cosí?-
-sanno che stiamo arrivando, non avranno perso tempo a munirsi, e recedere a sud sarebbe solo posticiparel'imminente scontro con noi, per questo penso che si rivolgano al bosco-
-quanto ne sei sicuro?-
-abbastanza-
-William-
-non posso esserne assolutamente certo- si guardarono intensamente come se volessero comunicarsi altro, ma alla fine Miller disse:
-se cosí é, noi abbiamo un dovere verso l'altra unitá. Colonello...-
-devo finire il telegramma per il momento e mi serve tempo per codificare il tutto. Se il generale riceverá in tempo i miei dati sará sicuramente in grado di mandare uno squadrone piú vicino al battaglione 104. Per il momento é tutto- William fu meno teso, almeno fino a quando Miller disse:
-William, vieni con me- il tono assertivo lo mise in guardia, come se fosse l'inizio di una sfuriata che li sarebbe piombata a breve, benché non avrebbe potuto disobbedirgli.
-colonnello, tenente...- chinó poco il capo come saluto e con rassegnazione seguí Miller fuori dalla tenda, diretti a quella di lui con passo deciso. William non poté non notare gli sguardi di alcuni suoi compagni puntati su di lui, facendogli ricordare lo stato del suo viso malridotto, e conseguentemente della punizione derivata per aver fatto a botte. 

Miller non disse nulla nemmeno una volta giunti nella sua tenda, massaggiandosi la fronte per lo stress e lasciando William sospeso e agitato, al che egli disse:
-tenente, se é per la punizione posso dire che io...-
-punizione?- lo guardó serio e confuso:- Chi é stato a fartelo? Sprouse non é vero?-
William lo guardó ma non disse nulla:
-ti avevo avvertito di non iniziare una rissa- disse con tono rimproverante:
-non é un gioco a cui tu e Sprouse potete giocare, specie ora-
-non lo considero un gioco-
-si che lo é- disse arrabbiato Miller:- fare a botte in piena guerra é un gioco, come se avessi tempo e energie da sprecare in quel modo.- 
-dovrei stare impassibile nel venire insultato ogni giorno da chi dovrei considerare un mio compagno?-
-non farmi queste domande quando sai la risposta. Non sei al bar di sera; siamo in guerra e in terra nemica . Credi davvero che siano gli insulti a doverti agitare? se ti insultassi mi prenderesti a botte?-
-tenente, non é la stessa cosa e...-
- lo é invece. Accetta che sei stato impulsivo e hai sbagliato- William rimase interdetto, incapace di accomodare il tenente:
-allora?-
-perché passo solo io per il torto?- Miller lo fissó serio per poi avanzare verso di lui, con passo calmo e  minatorio, standogli a pochi centimetri di distanza, e contemplando meglio i punti arrossati e contusi del suo viso. 
- perché sei con la mente piú capace, lo hai provato anche al colonnello, e chiaramente ti sei abbassato a delle disfide squallide. Ti ha colpito solo in viso?-
-si- Miller pensó a quanto fosse facile capire che mentisse, e guardando il colore di quegli ematomi non poté non immaginarsi a come Sprouse glieli avesse assestati, controllando internamente una rabbia lentamente rincararsi. Gli prese la mandibola per ruotargli il capo, come a guardare se ne avesse altri, mentre William si sentí in soggezione e naturalmente accaldare a quell'inaspettato tocco:
-signore?-
-dov'é Sprouse?-disse sciogliendo la presa su di lui
-n-non lo so signore- William lo guardó e non seppe se scorgere in lui apprensione o rabbia, o se queste fossero direttamente rivolte a lui:
-che ti ha detto?-
-non é importante -
-obbedisci William- il suo tono riveló che stesse perdendo la pazienza, e William fu sospeso tra il mentire o dire la veritá, per quanto a lui umiliante:
-denigrazioni, signore-
-ovvero? andiamo parla- William si sentí sotto pressione e quella prossimitá non lo aiutó a concentrarsi:
-sono...- provó vergogna a raccontare la veritá e timore per come Miller potesse reagire: - insulti sul mio conto...come soldato...come uomo- dallo sguardo ancora in attesa del tenente, William seppe che dovette continuare:
-mi ha dato del codardo indolente e...-
-poi?-
-e del frocio...- Ci fu un lungo silenzio o cosí almeno venne percepito da William, il quale infine  devió dallo sguardo del tenente.
-per quale ragione?- Miller inzió a parlare con calma, ma dentro si sentí i nervi tesi:
-non lo so- Il senso di vulnerabilitá fu insopportabile in quel momento e pur  di non dover assistere al suo giudizio , William  disse con fatica: -preferisco che mi dia subito la punizione, se non c'é altro...- 
-voglio sapere il motivo, William- Miller lo scrutó attentamente con i suoi occhi chiari e penetranti, impaziente di una risposta:
-per...- William sarebbe voluto sparire e con difficoltá continuó:- per il mio orientamento sessuale. Verso gli uomini- Se il tenente lo avesse colpito lo avrebbe compreso, fu anzi pronto ad una sua imminente reazione, per quanto questa non giunse. Miller si rese conto che stesse aspettando quella conferma con troppa smania, e una volta avuta la volle metabolizzare con calma.
-Mi dispiace se l'ho messa a disagio-
-no- lo interruppe subito il tenente- non dirlo. Sentiti dispiaciuto per la rissa, non per me.-William annuí debolmente, non convinto. Miller infine si allontanó, andando verso un angolo della sua tenda e frugando tra stracci e cassette, per poi estrarre un unguento e una toppa:
-tieni. Questo é per disinfettare la guancia, in caso ti si apra la pelle. L'ultima cosa che serve é un'infezione.- William prese i due oggetti con stupore:
-uhm...grazie tenente-
-quando avrai finito mi luciderai l'elmetto,le armi,  riordinerai la tenda, e svuoterai i barili con le polveri da sparo, tutto prima di stasera, intesi?-
-si signore- disse rassegnato
-bene- Miller infine uscí dalla tenda, senza che William sapesse per dove, e una volta solo tiró un gran sospiro che non si rese conto stesse trattenendo fino a quel momento. Non poté negare di essere rimasto sorpreso dalla sua reazione, per quanto non sapesse interpretarla pienamente, e ció gli diede una conflittualitá di schieramento: o il tenente era rimasto disgustato, e per contegno o formalitá si era risparmiato di rimanere ancora lí con lui, oppure era semplicemente indifferente a quel suo lato di sé. Il cuore gli batté veloce, ma alla fine cercó di ricomporsi e mettersi al lavoro, senza dar animo ad ulteriori elucubrazioni. 

Il soldato e il tenenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora