Cap. (42) Cucina

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Erano già le dieci e mezza quando Tom si svegliò la mattina dopo e poiché di solito era mattiniero e gli piaceva precedere tutti gli altri mattinieri o almeno svegliarsi esattamente all'ora stabilita in anticipo, era alquanto insolito. Ma ancora una volta, non aveva trovato il tempo la notte precedente o meglio la mattina presto e non gli importava davvero quando trovò Harry che dormiva pacificamente tra le sue braccia. Sorrise amorevolmente lungo la ribelle ciocca di capelli corvini e gli premette un bacio sulla fronte, ridacchiando piano mentre Harry borbottava qualcosa di incomprensibile e seppelliva il viso nella pelliccia bianca di Lami.

Tom si districò con attenzione dalle coperte e andò in bagno a farsi una doccia dopo aver coperto nuovamente Harry. Aveva appena finito quando un bussare insistente giunse alle sue orecchie, e con i capelli ancora bagnati andò ad accogliere i suoi ospiti.

"Dov'è Harry?" Draco e Blaise lo superarono prima che potesse aprire completamente la porta.

"Sta ancora dormendo, Signor Malfoy." Li informò freddamente, lasciando entrare Severus e Lucius prima di chiudere di nuovo la porta. "E sarà meglio che ti ricordi un po' di buone maniere, altrimenti potrei decidere di non permetterti affatto di fargli visita."

"Farò quello che diavolo voglio e finché Harry non mi dirà che ti ha perdonato e che sta di nuovo completamente bene, voglio odiarti." Draco lo guardò accigliato. "Vieni Blaise, andiamo a trovare Harry."

Il ragazzo bruno annuì ed entrambi salirono le scale fino al punto in cui Harry stava ancora dormendo.

"Mi scuso per il comportamento di mio figlio, Tom." Lucius chinò leggermente la testa. "Dubito che nessuno di noi due abbia dormito molto stanotte."

Tom respinse le sue scuse: "Almeno tuo figlio ha carattere, Lucius. Qualcuno vuole un caffè?"

I due maghi annuirono e si sedettero sul divano mentre Tom ordinò del caffè a uno degli entusiasti elfi domestici che portò anche del tè e delle focaccine.

"Ha un bell'aspetto, non credi?" Chiese Blaise, annuendo sopra la testa di Harry, solo una parte della quale era visibile sotto le coperte.

Draco canticchiò e si accovacciò accanto al letto, spostando qualche ciocca dal viso mentre Blaise si arrampicava sul letto dietro il ragazzino. "Non dovremmo svegliarlo?"

"Penso che dovremmo lasciarlo dormire - sembra stanco." Osservò Blaise.

"Allora perché non stai zitto?" Brontolò Harry. "E smettila di alitarmi sul collo!"

"Harry, stai bene, vero?" Chiese Blaise, abbracciandolo da dietro. "Eravamo davvero preoccupati per te."

Gli occhi di Harry si aprirono e cominciò a piangere, guardandoli in modo implorante: "Mi dispiace. Per favore perdonami, non volevo farti preoccupare ma fa così male... Per favore..."

"Shh, piccolo eroe, non piangere." Draco cullò il ragazzo distrutto sul suo petto e iniziò a dondolarlo dolcemente. "Blaise non intendeva questo, smettila di piangere. Siamo così felici di riaverti di nuovo. Ci sei mancato così tanto, vero, Blaise?"

"Manchi a tutti." Gli assicurò il ragazzo più grande. "Severus ha persino iniziato a prendere punti da noi. Non siamo arrabbiati Harry, siamo solo così felici di riaverti con noi."

"Sono felice anch'io." Ammise Harry. "Non voglio che sia mai più così."

"Ci assicureremo che Harry." Promise Draco, spingendolo di nuovo sul letto. "Allora hai perdonato o non perdonato tuo marito?"

"Ha perdonato." Harry arrossì. "Me lo ha spiegato e..."

"Non puoi sempre perdonarlo." Ha commentato Blaise. "Se me lo chiedi, è andato troppo oltre."

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