Cap. (29) Di Nuovo A Hogwarts

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"Buongiorno." Harry entrò nella sala da pranzo per la sua ultima colazione nel Castello di Serpeverde dopo molto tempo, con un sorriso selvaggio e i capelli ancora gocciolanti. "Non è proprio una bella giornata?"

"No." Disse Draco grugnendo e diede un morso al suo panino. "Allora smettila di sorridere!"

"Ti sei appena alzato dalla parte sbagliata del letto." Harry gli diede un bacio sulla guancia. "Ma Severus, sei d'accordo con me, vero?" Baciò il Maestro Di Pozioni e lo guardò speranzoso.

"Non vedo nulla di positivo nel dover sopportare più riunioni degli insegnanti e gli sforzi ben intenzionati di tutti per socializzare e iniziare a malapena un altro anno, supervisionando gli alunni incompetenti dalla prima alla secondo anno, correggendo la mia classe almeno una volta alla settimana perché qualche idiota decise di non fare i compiti e scelse invece di far esplodere la sua pozione." Severus sogghignò dispiaciuto.

"Beh, ovviamente non hai un osso di ottimismo nel tuo corpo." Harry sventolò la sua risposta. "E voi due?" Harry stava in mezzo ai fratelli Lestrange, osservando con impazienza le loro reazioni.

"Mi fa male la testa." Sì lamentò Rabastan, massaggiandosi le tempie per dimostrarlo. "Forse potresti tenere per te il tuo buon umore?"

"Per come la vedo io, avete entrambi i postumi della sbornia ed è colpa vostra." Affermò Harry. "E sai che c'è un incantesimo che ti aiuta a farlo, vero?"

"Non credo che mi piacerebbe tanto quanto empatico..." Disse Rodolphus, ma eseguì l'incantesimo.

"Questo non ha niente a che fare con l'empatia." Rise Harry, baciandoli entrambi e scivolando sulla sedia. "Ma forse la prossima volta che deciderai di ubriacarti, dovresti assicurarti di non sporcarti i vestiti con tutto l'alcol, o almeno di cambiarti con abiti puliti."

"Pensavo che fossi arrabbiato con noi perché bevevamo." Mormorò Rabastan. "Sei sicuro che qualcuno non ti abbia colpito con un incantesimo di allegria stamattina?"

"Sono affari tuoi se hai deciso di affogare i tuoi dispiaceri nell'alcol." Disse Harry seriamente. "Certamente non lo perdono, ma non è certo mio dovere proibirti di farlo, anche se vorrei che tu avessi chiesto aiuto. E sì, sono assolutamente sicuro di essere di buon umore e non è indotto magicamente, è semplicemente una giornata fantastica."

"Ci dispiace Harry." Rodolphus mise un braccio attorno a Harry. "Non volevamo che ti preoccupassi più."

"Sono sempre preoccupato." Affermò Harry felicemente. "E sono sempre qui per te quando hai bisogno di me. Ma non vorrei mai più vederti ubriaco o con i postumi della sbornia, allora convincerei Nick Quasi Senza Testa a organizzare un'orchestra per te, capito? Ne vuoi parlare più tardi?"

I fratelli si scambiarono uno sguardo prima di annuire e tornare alla colazione.

"Allora, posso chiederti il ​​motivo del tuo buon umore oggi?" Chiese Lucius dopo aver offerto silenziosamente a Harry il suo caffè bianco.

"Certamente." Il sorriso di Harry minacciò di spaccargli la faccia a metà. "Tornerò a Hogwarts!"

"Non vedo alcuna ragione per cui dovrebbe renderti così felice." Sì accigliò Draco. "Insegnamento, compiti, nel tuo caso dopo le punizioni scolastiche, Grifondoro, Silente e tanto lavoro."

"Non sei felice di rivedere i tuoi amici?" Chiese incredulo il ragazzo dai capelli neri. "Un castello con tutti i suoi passaggi segreti? Tutte quelle creature magiche nella Foresta Proibita? Fine settimana di maiale? Merda, c'è altro da imparare?"

"Abbiamo visto Blaise solo due giorni fa." Ribatté Draco. "E a differenza di te, non desidero mettere di nuovo piede nella Foresta Proibita."

"Allora è un peccato." Harry stava ancora ridendo. "Eppure sono felice, e se scegli di essere infelice per tutto questo, non ti impedirò di farlo. Tom, almeno non vedi l'ora di venire a Hogwarts?" Disse Harry implorante.

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