Capitolo sette

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C'era qualcosa di estremamente fastidioso nel modo in cui Kiomi sorrideva quella mattina.

Era tutto normale...tutto come, ormai da quasi un mese, si era abituato a vedere e vivere.

Il latte...i biscotti integrali..pochi pezzi di contorno ed una minuscola ciotola di riso, che non lo saziava mai, erano appoggiati sulla tavola nello stesso identico ordine e la ragazza gli dava la schiena come ogni maledetta mattina.

Ma c'era qualcosa di diverso...

Perché il viso di Kiomi non era chiuso in un'espressione dura e saccente...non lo stava insultando...non gli stava ricordando che era solo per la benevolenza del padrone di casa se lui poteva vivere in un posto come quello né, tantomeno, gli stava urlando addosso

Che le parole di Touya avessero davvero fatto effetto?

Il corvino lo aveva lasciato assicurandogli che avrebbe sistemato tutto e che avrebbe parlato con suo fratello per rendergli la vita, in quella casa, un po' più agevolata e con un po' più di libertà...

Ma era davvero riuscito a far cambiare le cose in così poco tempo?

Izuku mescolò di malavoglia il latte, sognando di poter bere una buona tazza di caffè anche se decaffeinato, e guardò il cibo che gli era stato riservato con un conato di vomito che gli si affacciava già in gola e l'istinto di buttarlo immediatamente nel cesto dell'immondizia

Spiluccò a malapena due bocconi di riso, giusto per arrivare a pranzo senza morire di fame, e si rialzò dal tavolo evitando accuratamente di ingurgitare anche un solo sorso di latte

K:" il signore non si sente bene?"

L'insulto era palese nel modo di rivolgersi della ragazza, la parola signore sibillata come se lo stesse chiamando in tutt'altro modo, ed Izuku si limitò a sbuffare ed a fare qualche passo verso la porta

I:" sono solo stanco di mangiare sempre la stessa roba"

Kiomi sorrise, e se possibile fece venire ancora di più la pelle d'oca sul corpo del verdino, e tirò su il piatto ancora pieno ridacchiando talmente tanto che lo costrinse a girarsi di nuovo

I:" cosa c'è di così divertente?"

La ragazza scrollò le spalle, in un gesto che doveva sembrare incurante ma che in realtà le fece abbassare il maglione sulla spalla, per poi girarsi verso di lui e piegare la testa verso sinistra continuando a sorridere

K:" nulla... Pensavo solo che se qualcuno poteva permettersi di essere stanco, dopo la notte passata, quella dovrei essere io..."

Il livido di un succhiotto spiccava sulla clavicola della ragazza, che lo mostrò ancora di più piegando le spalle in avanti e facendo scivolare il maglione più in basso, per poi guardare il verdino profondamente negli occhi e leccarsi il labbro

K:" non crede anche lei... Signore?"

~°~

Nello stesso momento, a diversi kilometri di distanza, Natsuo se ne stava seduto sulla poltrona nel suo studio ripensando alla notte appena passata ed a quello che aveva fatto...

O meglio....

A quello che aveva rischiato di fare...

Mai al mondo aveva messo una mano su uno dei suoi collaboratori e mai al mondo avrebbe immaginato di poter anche solo desiderare la compagnia di qualcuno di loro... soprattutto Kiomi...

Ma la stanchezza il giorno prima aveva distrutto le sue ultime difese e probabilmente si stava pure ammalando dato che, in nessun modo, riusciva a far sparire la nebbia che gli confondeva il cervello e lo rendeva meno reattivo...meno presente.

L'albino si passò l'ennesima volta una mano sul volto, che aveva immerso nell'acqua ghiacciata più volte pur di svegliarsi, ed a malapena si accorse del suono del telefono o del fatto che non aveva preso in mano nemmeno un documento da quando era arrivato...

Si sentiva intontito e c'era un qualcosa, bloccato nel suo sterno, che gli dava fastidio e che lo rendeva nervoso e suscettibile

N:" che cosa vuoi?"

La voce del suo segretario, resa più metallica dal telefono, arrivò alle orecchie di Natsuo come se fosse attutita e distante kilometri e kilometri

X:" ha una visita signore... Suo fratello è qui fuori..."

La mano di Natsuo fece pressione sulle tempie, massaggiandole con forza e cercando in tutti i modi di svegliarsi, mentre posava i gomiti sulla scrivania e si accasciava in avanti

N:" fallo passare"

La telefonata venne chiusa dall'altro lato, con un click metallico che diede un fastidio boia all'albino, e passarono a malapena pochi minuti prima che Touya entrasse nello studio e che prendesse posto sulla sedia di fronte a lui

T:" Hey fratellino...come va?"

Lo stomaco di Natsuo si accartocciò quasi su sé stesso, bile amara che gli si incastra in gola e che lo costringe a piegarsi ancora di più in avanti, e non ha nemmeno le forze per mettere su la sua solita aria di distacco e di sfida prima di alzare le iridi grigie, di pochi centimetri , e guardare suo fratello di fronte a lui..

N:" mi sento come... m-mi sento come se avessi bevuto dieci bottiglie di whisky tutte di colpo... Penso di stare per ammalarmi"

Le sopracciglia di Touya si aggrottarono, dubbiose, ed il corvino si alzò immediatamente per affiancarsi a suo fratello e posargli una mano sulla fronte..

T:" Tu? Ammalato? Non ti ho mai visto nemmeno prendere un raffreddore Nat... Cosa diamine ti sta succedendo?"

L'albino scosse il capo, rendendosi immediatamente conto di aver fatto un passo falso quando la bile gli si riversò in bocca, e Touya riuscì a prenderlo a malapena in tempo prima che cadesse nel tentativo di girarsi velocemente....

I conati di vomito si susseguirono uno dopo l'altro, spezzando il fiato in gola a Natsuo e facendo preoccupare sempre di più Touya al suo fianco, ed il maggiore afferrò immediatamente il telefono componendo il numero interno del centralino e ritrovandosi quasi ad urlare

T:" SERVE UN CAZZO DI MEDICO! IMMEDIATAMENTE!"

Il segretario rimase in silenzio per qualche secondo, facendo imprecare Touya mentre cercava di tenere le spalle di Natsuo e non farlo cadere, ed il viso del corvino perse definitivamente colore quando l'uomo gli rispose

X:" in realtà un'ambulanza è già stata inviata all'abitazione del signor Natsuo... C'è altro che posso fare per voi?"

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