Capitolo Ventidue

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I:"Ti stai divertendo?"

N:" a dire il vero si"

I:" te ne farò pentire.."

N:" uhmmm ..in che modo?"

I:" non lo so...ma troverò di certo un modo"

La situazione era surreale...

Il viso di tutte le persone in quella stanza esprimeva gioia e felicità,  sorrisi pieni ed occhi luminosi, ma in realtà l'unica a sembrare realmente felice era solo Inko

Izuku era palesemente un fascio di nervi,  impegnato ad affaccendarsi  nel mettere a posto l'immaginario disordine nella stanza della clinica, mentre Natsuo parlava cortesemente con la verdina ma non perdeva di vista il minore nemmeno per un secondo

Certo, era stato semplice...

Era stato semplice seguire il consiglio di Touya e presentarsi lui stesso a quella visita dalla madre di Izuku.

E la donna era così dolce, e così disponibile a parlare con lui, che Natsuo era deliziato dai suoi modi e dai suoi ragionamenti.

Ma c'era comunque un enorme problema in quella stanza, che non perdeva occasione per tirargli frecciatine e per guardarlo storto, e questo per l'albino era tutto fuorché che semplice

Si ..era vero...

Aveva avuto negli anni alcune relazioni,  come avrebbe potuto essere il contrario?, ma si era sempre limitato a dare il minimo di sé stesso ed a pretendere il minimo anche dal suo partner.

Non era mai stato un tipo geloso, possessivo, pretenzioso e né tantomeno una di quelle persone che richiedeva l'esclusiva nei suoi rapporti

Ma non era stato mai nemmeno romantico,  attento, premuroso o tutte quelle cose che, sicuramente,  gli avrebbero fatto guadagnare punti con il verdino e gli avrebbero fatto conquistare perlomeno ma possibilità di poterlo rivedere senza beccarsi una pallottola in fronte.

E la faceva semplice Touya,  suggerendo di comprargli dei fiori e portarlo a mangiare dei gamberi da cui ultimamente era ossessionato, avendo lui il vantaggio di non averlo messo sotto controllo e soprattutto di averlo letteralmente ignorato quando era persino nella sua stessa casa

In fondo ci poteva arrivare no?

Il profumo che lo aveva investito in pieno la prima sera che era tornato, la sera in cui stava per fare una cazzata di proporzioni bibliche,  lo aveva stuzzicato fin troppo

Ci aveva messo giorni e giorni per poterselo levare dalle narici ed anche quando ci era riuscito,  facilitato per assurdo proprio da un letto del suo ospedale,  aveva continuato a pensarci ancora ed ancora fino a farlo diventare una piccola ossessione che cercava comunque di scacciare via come un insetto fastidioso.

E non era solo il fattore Soulmate  che di sicuro aveva giocato un ruolo fondamentale nel farsi odiare,  ovviamente è chiaro, ma proprio il suo scarso utilizzo di compassione perlomeno umana verso un'altra persona che sta portando in grembo tuo figlio...

Il suo bambino...

Gli occhi chiari di Natsuo seguirono la curva del ventre del verdino,  ora impegnato a sistemare le tende ed a borbottare a mezza voce quelli che erano palesemente insulti rivolti a lui, per poi soffermarsi sul piccolo bozzolo posto sotto l'ombelico e sentire il cuore perdere un colpo

C'era veramente suo figlio lì dentro...

Ed era proprio la paura di provare ciò che stava provando in quel momento,  quel calore familiare e quel senso di orgoglio nel sapere che il suo bambino era lì, quello che lo aveva frenato fin da subito dal voler conoscere la madre surrogata e dal non volere contatti con lui.

Perché aveva semplicemente paura di affezionarsi troppo...

Ed era semplice ora fare un mea culpa continuo, pensando e ripensando a ciò che aveva sbagliato in quei tre mesi, ma non era di certo il momento di perdere anche quell'occasione che era certo che non si sarebbe ripresentata

Le mani grandi e dalle dita spesse dell'albino si spinsero ai piedi del letto, sotto lo sguardo vigile di Inko che continuava a guardare entrambi ad intermittenza,  per poi sfiorare la cartella medica e guardare verso la donna

N:" posso?"

Inko annuì immediatamente,  osservando poi come il maggiore prese la sua documentazione con delicatezza,  e Natsuo lesse le informazioni personali e mediche in pochi secondi

N:" io...io non penso che suo figlio le abbia detto che sono a capo di uno dei migliori ospedali di Tokyo... La sua malattia è in fase di regressione e da me, nel mio team, ho uno dei medici migliori per il trattamento e per la sperimentazione sul suo problema.  Sarebbe per me un onore riservarle una delle camere del mio ospedale e prendermi personalmente cura di lei. Avrebbe a disposizione attrezzature migliori ed ogni medicina che viene prodotta. Sarebbe sempre sotto controllo di uno degli staff migliori al mondo e, soprattutto,  sarebbe più vicina a dove suo figlio vive permettendogli di venirla a trovare anche giornalmente. Potrebbe essere interessata a pensarci?"

La bocca di Inko si spalancò,  la commozione a bagnarle le iridi verdi e l'emozione a farle stringere una mano sulla vestaglia ospedaliera, e la donna annuì immediatamente asciugandosi una lacrima che era appena scesa sulla guancia smunta

Inko:" mi...m-mi farebbe davvero piacere e ..."

I:" posso parlarti?"

La voce di Izuku fece immediatamente irrigidire l'albino,  che sentì il cuore schizzargli in gola quando qualche nota di menta acida arrivò al suo naso, per poi alzarsi ed inchinarsi cortesemente alla donna prima di seguire fuori da quella stanza l'omega

Omega che ebbe cura di sorridere a sua madre teneramente,  prima di uscire, e di mantenere il sorriso sul proprio volto fin quando la porta non venne chiusa dietro la loro schiena e che entrambi non erano più visibili

Prima di girarsi verso l'albino,  rilasciando pienamente il suo odore che parlava di furia a malapena trattenuta,  e di puntarsi davanti a lui con le mani sui fianchi e con i piccoli canini esposti

I:" dimmi a che diavolo di gioco stai giocando "

I:" dimmi a che diavolo di gioco stai giocando "

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Chiedo scusa per l'attesa per questo capitolo...

Mi impegnerò ad aggiornare anche questa storia più spesso per rispettare quelle persone che la stanno aspettando con ansia...

Quindi a presto!

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