i hate u, i love u

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Dopo aver provato invano a richiamare l'attenzione dall'esterno, Yunho, chiaramente infervorato, si voltò con veemenza verso Mingi.

«Questo teatrino è opera tua?!» chiese agitato, puntando con fermezza un dito verso la porta chiusa dietro di loro.

Mingi, ancora confuso dalla sbronza della notte precedente, alzò lo sguardo nella sua direzione. Il mal di testa pulsava dolorosamente sulle tempie.

Sbatté rapidamente le palpebre per mettere a fuoco la figura di Yunho dinanzi a sé, a debita distanza.

Aggrottò la fronte, in un'espressione confusa. «Non ho nulla a che fare con questo. - biascicò, abbassò lo sguardo, guardandosi le mani - Prenditela con San.»

«Sul serio, Mingi? Siamo chiusi in una cazzo di aula e questo è tutto quello che hai da dire?» incalzò Yunho, il suo tono di voce duro risuonò nella stanza, amplificando ulteriormente il mal di testa di Mingi.

Mingi sospirò, sentendo la pressione crescere. «Okay, ho detto a San che abbiamo discusso. E con questo? Hai detto di non volermi più vedere e non mi hai concesso una parola. Sono stato e sto male per te, cazzo! Però, che tu ci creda o meno, non c'entro nulla con questo. Ho capito che da parte tua non c'è volontà di chiarire ed è ironico che la prima volta che mi rivolgi la parola è perché San ci abbia rinchiusi in questa fottuta aula. Perciò, dimmi: che senso avrebbe costringerti a confrontarti con me? Sto già male così, non ho intenzione di auto-sabotarmi ulteriormente. Tanto hai già deciso che sono il cattivo e che non merito il tuo amore, no?»pronunciò tutto d'un fiato, portandosi le mani sulle tempie doloranti. Fece una breve pausa, ansimante, per poi riprendere qualche istante dopo. 

 «Yunho, se non vuoi parlare con me, non farlo. Però ti prego, ti prego - sottolineò - non rendere le cose più difficili di quanto già siano e lasciami in pace.»

Yunho si sedette composto su una delle sedie dell'aula, mantenendo il volto inespressivo. «Siamo d'accordo, allora.»

«Bene.» disse Mingi, in un sussurro quasi inaudibile

«Bene. - replicò Yunho, cercando l'ultima parola - Dimenticati di me.»

Dopo quel dialogo intenso, la tensione si tagliava con un coltello. Solo i respiri pesanti dei due ragazzi e il ticchettio dell'orologio appeso alla parete rompevano il silenzio.

I loro sguardi si scontravano di tanto in tanto ma nessuno proferiva parola. Yunho, ancora inespressivo, si alzò dalla sedia e si diresse verso la finestra, scrutando il paesaggio esterno, osservando gli edifici circostanti.

L'orologio continuava il suo ticchettio implacabile, segnando il passare di quegli istanti interminabili. Yunho, finalmente, ruppe il silenzio. Salì su un banco, iniziando a traccheggiare con la finestra posizionata in alto sulla parete, provando a forzarne l'apertura. 

«Cosa fai?» domandò Mingi, con tono più morbido. 

Yunho sbuffò. «Provo ad uscire da qui, no?» chiese, sottolineando l'ovvietà di quel gesto. 

Mingi annuì, silenzioso. «Po-, posso aiutarti?» propose, con titubanza. 

«Okay.»

Si avvicinò a lui, protendendo la mano sulla serratura della finestra sigillata, trovando le dita di Yunho contro le sue. Entrambi si scostarono immediatamente, quasi come se avessero preso la scossa e Yunho, dopo quel contatto abbassò lo sguardo per un paio di secondi prima di continuare a cercare di forzare l'apertura. 

Mingi, all'improvviso, toccò il viso del ragazzo, esortandolo a guardarlo negli occhi. «Yunho, aspetta. Non è così semplice.»

Il ragazzo scostò con delicatezza le mani di Mingi, gli occhi fissi nei suoi. «Cosa c'è adesso?» 

«Non posso, né voglio...dimenticarmi di te.»

Quella frase squarciò l'aria gelida dell'aula, così come fece col cuore di Yunho che, in quel breve istante, mancò di un battito.

Yunho emise un sospiro sommesso, come se cercasse di trattenere una tempesta di emozioni. «Ci siamo fatti del male, Mingi. Non pensi sia meglio così?»

«Tu lo pensi? Vuoi davvero mettere da parte tout court ciò che provi? Eppure quando sei venuto da me la prima volta sembravi convinto dei tuoi sentimenti.- ribaltò la domanda il ragazzo dai capelli rossi - Yunho, so bene che è successo un casino, lo so che ci siamo feriti ma io non riesco ad ignorare il modo in cui mi sento con te. Non lo so se ce la faccio a rinunciare a te. Però guardami, guardami negli occhi e dimmi che lo pensi e prometto che sparirò dalla tua vita.»

La titubanza di Yunho emerse dai suoi gesti incerti. Lo guardò esasperato e, sentì di non avere il coraggio di rispondere a quei quesiti. Ancora in piedi su quel banco di fronte la finestra, quasi avvertì le gambe cedere. Una lacrima sottile gli rigò la guancia candida e Mingi, con prontezza, la sfregò via.

«Non trattenerti. - lo esortò nuovamente Mingi, aspettando pazientemente una risposta. - So che sono una testa di cazzo, so che ti ho fatto soffrire ma ti assicuro che, dopo quello che è successo tra noi, non ho mai MAI messo in discussione ciò che provo per te. Non avrei mai la pretesa che tu mi perdoni ma, se me lo permettessi, vorrei solo avere l'opportunità di spiegarti cos'è successo. Sono perdutamente innamorato di te, Jeong Yunho, e non riuscirei mai a perdonarmi di averti lasciato andare senza aver fatto nulla per tenerti con me.» 

Yunho alzò lo sguardo, incontrando gli occhi intensi di Mingi. La stanza sembrava sospesa nel tempo, e il silenzio era rotto solo dal loro respiro affannato. Il cuore di Yunho batteva forte nel petto, una miscela di emozioni tumultuanti che lo travolgevano.

«Mingi, abbiamo attraversato momenti difficili, ci siamo feriti reciprocamente. Però...» sussurò con voce incerta. Fece una breve pausa, forse cercando le parole giuste, e prese fiato. 

Si passò una mano nei capelli, lottando con le sue emozioni contrastanti.

«Però neanch'io riesco a ignorare ciò che provo per te. - abbassò lo sguardo timidamente - È solo che ho paura di rimetterci in gioco e di soffrire ancora.»

Mingi annuì comprensivo, stringendo leggermente la mano di Yunho nella sua. «Forse abbiamo bisogno di affrontare il passato per costruire un futuro insieme. Te la senti di riprovarci?»

Yunho avvicinò Mingi a sé in un abbraccio sincero.

«È un "sì " ?»  domandò il rosso. Un sorriso di speranza gli illuminò il viso e il ragazzo di fronte a lui sorrise a sua volta, annuendo. 

«Prometto che farò di tutto per non spegnere più quel sorriso.» Mingi sussurrò, gli occhi ancora fissi nei suoi.

Yunho sorrise, una luce di rinascita nei suoi occhi. Annullò completamente le distanze, posando un bacio leggero sulle labbra di Mingi. 

«Forse... forse possiamo davvero ricominciare da capo.- sorrise, scostandosi. - Adesso però troviamo il modo di uscire da qui e andiamo a gonfiare di botte quel coglione di San.»


Roommates | WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora