falling

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Pov Yunho
Avevo deciso di staccare per qualche giorno dall'università e da Mingi, ma da quella sera piovosa in cui il ragazzo dai capelli rossi si era allontanato, il peso del mondo sembrava crollarmi addosso. La voce nella mia testa ripeteva incessantemente "era la cosa giusta da fare, avrai tempo per parlare con lui", ma la realtà era che non trovavo alcun conforto in quella decisione.

Mingi, prima di tutto, era un caro amico. Era venuto a cercare spiegazioni, e io, come uno sciocco, gli avevo chiuso la porta in faccia senza una parola.
Era forse stata una decisione troppo impulsiva?

Una sensazione di malessere crescente si faceva strada in me, consapevole che stavo solo rimandando l'inevitabile, trattenendo emozioni che avrebbero presto trovato una via per emergere con maggiore intensità.

Ora, qui, nell'edificio universitario, Mingi passava di fianco a me nel corridoio, dirigendosi nella direzione opposta alla mia, incrociando il mio sguardo solo di sfuggita. Ogni dettaglio si svelava a rallenty, come se il tempo stesso volesse scandire l'atmosfera carica di tensione.

I suoi occhi, intensi e folgoranti, incontravano i miei per un istante che sembrava dilatarsi in un'eternità, gridando silenziosamente "non appena avrai smesso di comportarti da bambino, avvertimi".

In quel breve istante, la chiara conferma della cazzata che avevo fatto si dipingeva sul suo volto roseo, le rughe della delusione si formavano sulla sua fronte, e la sua andatura decisa si trasformava via via in un'eco lontana.

Una fitta mi trafisse il petto, rendendo ogni passo, suo e mio, un peso difficile da sostenere.

Mingi, mi dispiace.
Sono giorni che non ci sentiamo e mi manchi ma non appena avrò smesso di fare a botte con le mie emozioni verrò a cercarti, lo giuro. Ho solo bisogno di tempo.

Pov San
La luce naturale filtrava dai finestroni dell'aula affollata, illuminando progetti artistici accuratamente risposti sui propri cavalletti e tavoli ingombri di colori, tele e strumenti.

Il ritmo cadenzato dei tacchi della Prof.ssa Lee risuonò nell'aria, interrompendo il chiacchiericcio degli studenti, mentre faceva il suo ingresso nella rumorosa classe universitaria. Schiarì la gola con un tocco di eleganza, e improvvisamente, calò il silenzio.

«Buongiorno a tutti. Come sapete, le due settimane per completare il vostro progetto sono scadute. Il θυμός è un'emozione potente, e mi auguro che ciascuno di voi l'abbia affrontata in modo personale. - un sorriso entusiasta illuminò il volto della docente - Prima di lasciarvi condividere il vostro lavoro, tuttavia, devo informarvi di una cosa: l'esercizio assegnatovi non è fine a sé stesso. Chi ha espresso il θυμός in modo più intenso avrà l'opportunità di partecipare a una masterclass con alcuni dei più promettenti artisti coreani contemporanei.»

Il silenzio si infranse con un brusio di sguardi e commenti sussurrati tra gli studenti, tutti sorpresi dalla notizia omessa.

La Prof.ssa Lee, con un tocco di autorità, richiamò il silenzio. «Capisco il vostro disappunto, ma se vi avessi rivelato subito della masterclass, avrebbe interferito con il vostro lavoro. Desideravo che manteneste la vostra autenticità. Ma non preoccupatevi, se avete fatto un buon lavoro, non c'è nulla da temere.»

La donna fece una breve pausa, durante la quale si sedette con eleganza sul bordo dell'ampia cattedra, accavallando le gambe.

La Prof.ssa Lee, con uno sguardo intraprendente, diresse la sua attenzione verso Wooyoung. «Jung, dal momento che la scorsa volta ci ha deliziati con una spiegazione esaustiva, gradirei che iniziassimo da lei. Sempre che non abbia qualcosa in contrario.» precisò la donna.

Un sorriso eloquente sorse sul volto di Wooyoung.. «Assolutamente, Prof. ssa Lee.» Subito dopo, si alzò dal suo posto, scese alcuni gradini e si fermò in piedi dinanzi ad una tela coperta.

In seguito, con un movimento deciso, svelò la sua creazione: una principessa in caduta libera dominava la composizione, abbracciata da un'esplosione caleidoscopica di colori. Ciò che saltò subito all'occhio fu la potenza visiva di tale raffigurazione: l'utilizzo sapiente dei colori, unito alla conoscenza approfondita delle tecniche di pittura e disegno, rendevano l'opera vibrante.

«Buongiorno a tutti. - esordì, il suo sguardo viaggiò tra i volti attenti degli studenti. - La maggior parte di voi non mi conosce, e chiaro, raccontando questo lavoro non ho intenzione di scavare nei miei trascorsi. - un sorriso ironico sfiorò le sue labbra, provocando una risata contagiosa in tutta l'aula. - Tuttavia, questa tela parla molto di me.»

Dedicò una rapida occhiata al lavoro svolto, per poi continuare a parlare con tono sincero.

«Le vicende che ho vissuto mi hanno portato spesso a sentirmi in caduta libera, immerso in un caos di emozioni e aspettative, bilanciando precariamente tra un crescente senso di inadeguatezza e un'ambizione che cresceva di pari passo. Quest'opera, un viaggio attraverso il θυμός, racchiude proprio questo dualismo: le tonalità sgargianti rappresentano il mio desiderio di emergere; le tonalità scure e il soggetto fluttuante, invece, simboleggiano tutte le volte in cui per mano mia o di qualcun altro mi sono sentito inadatto.»

La classe rimase in silenzio, immersa nella spiegazione di Wooyoung, mentre la professoressa Lee osservava l'opera con apprezzamento.

«Per concludere, ci tengo a fare una precisazione. - sospirò - la scelta di raffigurare una principessa non è casuale. Una volta mi hanno definito una principessa.»

Lo sguardo travolgente di Wooyoung mi cercò tra la folla di studenti seduti, trovandomi e soffermandosi su di me solo per pochi istanti, facendo un rapido occhiolino.

«Non vi nego che all'inizio ho trovato il paragone un po' azzardato. Sarà che non mi rispecchio nelle classiche principesse delle fiabe, che aspettano un gesto salvifico dall'esterno o che qualcuno si accorga di loro. Attraverso quest'opera, invece, volevo affermarmi come principessa, ma con una sostanziale differenza: il mio non vuole essere un grido d'aiuto, ma un messaggio di consapevolezza. Anche dinanzi alle difficoltà, anche quando ci sentiamo sopraffatti, nessuno ha il diritto di spegnere le nostre ambizioni. Grazie a tutti.»

La Prof.ssa Lee annuii con soddisfazione.
«Davvero interessante, Jung.» il suo sguardo esperto si soffermò con attenzione sull'opera di Wooyoung, catturando ogni sfumatura di colore e dettaglio che quest'ultimo aveva sapientemente plasmato sulla tela.

Sai il fatto tuo, principessa.
E, dopo aver interagito con il tuo fratellino e scambiato qualche parola con te, questa tela rappresenta solo un tassello aggiuntivo per scoprire appieno chi sei.

La voce della Prof.ssa Jung mi riportò alla realtà.
«Choi, sei il prossimo.»

Roommates | WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora