i like when you beg me

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Al tavolo di quella mensa scolastica, l'aria era tutt'altro che leggera e Wooyoung, conscio della palpabile tensione e pieno di pizzicotti sulle cosce da parte di San, ben presto si era reso conto che invitare Seonghwa a mangiare con loro era stato un errore.

Ma, sebbene non si azzardasse a dirlo esplicitamente, Seonghwa gli faceva una buona impressione. Un ragazzo così a modo, dall'aspetto curato. Quella mattina quando gli aveva teso la mano, aveva subito notato la sua bella pelle, liscia al tatto e uniforme. Quelle dita affusolate, le unghie tagliate con precisione, le venature violacee che s'intravedevano sotto la carnagione chiara.

Al pensiero, Wooyoung vi posò lo sguardo, per poi soffermarsi sulle mani del ragazzo sedutogli accanto, parimenti belle, ma in tutt'altro modo. Una impugnava la forchetta con fare deciso mentre l'altra, era chiusa in un pugno, adagiata di fianco al suo vassoio.

Quel dettaglio lo fece riflettere: Seonghwa sembrava un tipo pacato. San, al contrario, era un'anima scura, dalla gestualità meno morbida, più decisa. Sussultò al pensiero di quella mano che si intrecciava con la sua nel laboratorio di arte, che gli sfiorava il viso per poi stringerglisi attorno al collo senza grazia né dolcezza e capì che forse il buio di San lo attraeva più della luce di chiunque altro.

In un via vai di battutine sarcastiche e commenti non troppo graziosi smorzati da qualche frase di circostanza da parte degli altri ragazzi, il pranzo si era concluso e ciascuno era tornato alle proprie faccende.
Una volta rientrato in camera, Wooyoung vide San di profilo, chinato sulla sua scrivania, con una matita tra le labbra, intento ad abbozzare qualcosa su un foglio bianco.

Sentendo la porta, San poggiò la matita sul tavolo.

«Puoi uscire?»

La luce bianca sullo scrittoio illuminava il suo viso pallido, mentre un sorrisino amaro abbandonava le sue labbra rosee.

Wooyoung passò una mano tra i capelli lunghi, appoggiandosi su un fianco alla parete. Ricambiò il sorriso al ragazzo dinanzi a lui, prima di dirigersi verso l'ampio armadio a parete.

«È anche camera mia, Choi.»

«E a me interessa?» ghignò

«Magari dovrebbe.»
Il moro si sfilò la t-shirt nera, dando la schiena a San e, ormai a petto nudo, rovistò nell'armadio in cerca di una felpa da indossare.

Uno strano silenzio si fece spazio nella stanza, prima che il ragazzo dai capelli rosa proferisse ancora parola.

«Non sapevo avessi un tatuaggio.»
La voce di San si fece più calda mentre, ancora seduto sulla sedia del suo scrittoio, sbirciava Wooyoung svestirsi, lasciando intravedere la corporatura magra ma ben definita.

Wooyoung sorrise. «Adesso mi spii anche?»

«È anche camera mia, Jung.»San gli fece il verso.

«Ci sono tante cose che non sai di me, roomie. - fece una piccola pausa ammiccando - ma se mi cacci dalla nostra stanza non lo saprai mai.»

«Se stai cercando di corrompermi per farti restare non è una buona tattica perché you're never alone and you'll never be but if you don't mind I desperately need to stay alone for a while.»

Wooyoung si sedette sul letto, continuando a guardare il ragazzo dai capelli rosa.

«E va bene, vado a studiare da Yeosang.»
Ripose i libri e il laptop nel suo zaino, con estrema calma mentre San continuava ad abbozzare disegni sul suo blocchetto.

«San?»

San alzò gli occhi al cielo. «Sei ancora qui?Che c'è ancora?»

«Mi piace quando mi supplichi.»

Roommates | WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora