playful

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Warning:
⚠️Questo capitolo contiene linguaggio volgare e riferimenti sessuali espliciti⚠️

POV Wooyoung

Mentre io e San eravamo seduti in quel corridoio dell'ospedale, circondati dall'odore di disinfettante e dal suono metallico dei carrelli delle infermiere, sentivo che la tensione tra noi stava finalmente dissolvendosi. Non era stato facile arrivare fin lì.
Gli alti e bassi, le incomprensioni, e quel suo modo di allontanarsi... tutto sembrava sparire in quei momenti di attesa silenziosa.

Quando arrivò l'orario delle visite serali, mi alzai, pronto a lasciargli lo spazio di cui avrebbe potuto aver bisogno per vedere sua madre da solo. Ma, con mia sorpresa, San mi afferrò la mano, bloccandomi.

«Te la senti di entrare con me?» chiese, con una voce quasi timida, diversa dal solito.

Lo guardai per un attimo, sorpreso. Dentro di me il cuore batteva forte, ma come al solito improvvisai una risposta da pagliaccio per smorzare la tensione.
«San, passi dal ghostarmi al volermi presentare alla mia futura suocera? Sei sicuro di star bene? Vuoi che ti accompagni al reparto psichiatrico? È al terzo piano.»

Lui rise, dandomi un piccolo colpo sulla spalla, ma c'era qualcosa di più serio nel suo sguardo. «No, sul serio. Mi farebbe piacere averti lì con me.»

Gli strinsi la mano in risposta, senza più fare lo spiritoso. «Certo, ci sono.»

Entrando nella stanza, mi trovai di fronte a una scena più difficile di quanto avessi immaginato. La madre di San giaceva sul letto a mezzo busto, col viso pallido e segnato dalla malattia, circondata da tubi e macchinari che monitoravano ogni parametro vitale. Cercai di non mostrare lo shock che provavo, ma fu San stesso a sussurrarmi sottovoce, con una leggera nota di sollievo, che quella fosse una delle sue giornate migliori.

Appena ci vide, gli occhi di sua madre si illuminarono. «San, amore mio! Finalmente sei arrivato» disse con un sorriso stanco, ma pieno di affetto.

San si sedette subito accanto a lei, prendendole la mano con una dolcezza che mi fece stringere il cuore. «Mamma, come ti senti oggi? Hai mangiato qualcosa? Ti hanno dato le medicine? E... hai cambiato le medicazioni?»

Lei sospirò, sorridendo con tenerezza. «Sembri proprio tuo padre. - disse, accarezzandogli la guancia. Poi mi notò in disparte, e i suoi occhi si illuminarono con un pizzico di curiosità. - E chi è questo bel ragazzo che hai portato con te?»

Feci un passo avanti e le sorrisi, cercando di mostrarmi il più rispettoso possibile. «Buonasera, signora. Sono Wooyoung.»

Mi fissò per un attimo, poi mi lanciò uno sguardo ironico. «È un piacere Wooyoung, ma non chiamarmi più signora o mio figlio dovrà accompagnarti a mettere il gesso.»

San si passò una mano sulla faccia, borbottando: «Mamma, per favore...»

Io mi misi a ridere e alzai le mani in segno di resa. «Va bene, va bene! Mi correggo... È un onore conoscerla, Da-Eun. Meglio?»

Lei rise, uno di quei sorrisi che le illuminava il volto anche in mezzo alla stanchezza. «Molto meglio. - disse, e lanciò un'occhiata complice a San. - Non è mai venuto in compagnia a farmi visita, sai? Sempre da solo. Finalmente mi ha portato qualcuno. Devi essere proprio speciale.»

«Mamma...» iniziò San, con un tono da rimprovero, ma lei lo interruppe subito.

«No, no, lasciami parlare. Questo ragazzo è simpatico. Forse un po' troppo bello per te, ma simpatico.» Mi lanciò un occhiolino, e io mi sentii immediatamente a mio agio.

Ridendo, risposi: «Grazie, è un grande complimento! E per la cronaca, San non è poi così male. Diciamo che ci tolleriamo a vicenda.»

«Ah, sì?» rispose lei, incuriosita. Poi si rivolse a San: «E invece, la principessa che mi ha dipinto quei bellissimi girasoli?»

Roommates | WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora