intense

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Nello spogliatoio semi-vuoto, l' odore pungente di sudore si mescolava alle fragorose risate dei pochi giocatori rimasti mentre, ormai in lontananza, si udiva lo scroscio dell'acqua dalle docce comuni.

Yunho, ancora a petto nudo per la doccia appena fatta, si passò l'asciugamano tra i capelli umidi volgendo vagamente lo sguardo sul ragazzo dell'armadietto a fianco al suo, con un telo attorno alla vita, intento a rivestirsi frettolosamente con fare silenzioso.

Quest'ultimo, con la coda dell'occhio, lo guardò a sua volta ma senza soffermarcisi troppo, onde evitare imbarazzi.

Ad un tratto, la voce calda di Yunho spezzò il silenzio, mormorando il suo nome con voce flebile, eppure con estrema naturalezza.
«Mingi.»

Quel nome risuonò come un'eco sottile nello spogliatoio, richiamando la sua attenzione.

Il rosso, una volta indossati i boxer, gli rivolse un'occhiata fugace. 

«Caspita, è passato il mutismo selettivo?» domandò ironicamente

Tirò su la zip dei jeans scuri, prima di alzare lo sguardo nella direzione del ragazzo che l'aveva appena chiamato. Yunho era lì, di fronte a sé: i suoi capelli bagnati cadevano sulla fronte in modo spettinato, incorniciando due occhietti supplichevoli.

Era carino e quel visino tenero di lì a poco gli avrebbe strappato un sorriso, ma fu come se di botto si ricordò di essere arrabbiato con lui. Si limitò a guardarlo, serio, mentre aspettava risposta.

Fu a quel punto che, con un sussurro così tenue da sfiorare l'inaudibile, Yunho mormorò: «Mi manchi.». Mingi fece finta di non sentirlo, spinto dal desiderio di sentire quelle parole una seconda volta.

Ormai soli, Mingi avanzò verso di lui, osservando il petto di Yunho muoversi freneticamente per l'agitazione. Con un tono tagliente, domandò:
«Ah sì? E cosa ti manca di più: usarmi come sex toy con la tua fidanzatina o prendermi in giro singolarmente?»

Mantenne un'aria di indifferenza studiata, guardando il moro negli occhi lucidi, poi proseguì:
«Sul serio, Yunho? Per tutti sti giorni non hai fatto altro che pensare a te stesso e al tuo povero cuoricino ferito e adesso ti manco?»

Yunho abbassò lo sguardo e un'ombra di rimorso avvolse il volto ormai segnato da qualche lacrima.
La sua voce, tremolante, ruppe il silenzio che pesava nello spogliatoio.

«Mi dispiace, davvero. - le sue parole, cariche di sincerità, fluttuarono nell'aria, portando con sé un mix di emozioni irrisolte - posso spiegare.»

Mingi, nonostante la fermezza, intravide una vulnerabilità che spezzò il suo atteggiamento di indifferenza.Carezzò la guancia umida di Yunho e con il pollice asciugò via una lacrima, delicatamente.

«Adesso ho da fare. - rispose, distogliendo lo sguardo da Yunho. - possiamo riparlarne stasera?» Accennò un sorriso rassicurante, cercando un modo per districarsi tra le emozioni complesse che quel breve ma intenso confronto aveva portato alla luce.

Yunho annuì con un'espressione mista di gratitudine e nervosismo, prima di vedere il ragazzo dirigersi verso l'uscio.

«Asciugati i capelli che ti raffreddi.»
suggerì, poi varcò la porta d'uscita.
Mingi gli era mancato.

POV Yeosang
«Woo, capisco che vuoi farti bello per il tuo compleanno ma 1: sei già gnocco così e 2: stiamo andando al cinema, non alla Fashion Week. Non ti sembra il caso di andare?» suggerii

«E va bene, va bene. - il moro sospirò sconfitto - Fammi qualche complimento fingendoti sbalordito  dalla mia ammaliante bellezza e possiamo andare.»

Di fatto, il festeggiato stava molto bene: aveva i capelli lunghi tirati indietro in un codino, indossava un dolcevita nero e pantaloni in pelle. Lo squadrai dalla testa ai piedi per poi emettere un finto gridolino di sorpresa.

«OMMIODIO WOOYOUNG, SEI UNO SCHIANTO! Se non fosse che in film comincia tra 30 minuti e che sei il solito coglioncello, resterei qui a venerarti per il resto della mia vita.»

«Proprio tutto quello che volevo sentirmi di- si interruppe - HEY! Coglioncello sarai tu!»

«Dai cretino, andiamo che è tardi.»
——
Mentre Mingi guidava lungo la strada io, seduto sul sedile del passeggero, lanciavo sguardi furtivi a Wooyoung nel sedile posteriore.

Scorsi il telefono e, con aria preoccupata, scrollai i messaggi. «Yunho mi ha appena detto di non poter venire perché si è fatto male all'allenamento. Vi spiace se passiamo 2 minuti a vedere come sta?»

Wooyoung, distratto dal paesaggio che scorreva fuori dal finestrino, annuì distrattamente. «Nessun problema, spero nulla di serio.»

Mingi si irrigidì appena. «Ci siamo visti prima, nulla di grave, però sì, possiamo fermarci un attimo a trovarlo.»

Anziché tirare dritto per il cinema, la macchina svoltò in una via residenziale, dirigendosi verso l'enorme casa di Yunho e, una volta raggiunta, varcò il cancello, posteggiando lungo il viale ciottolato.

La luce del crepuscolo incorniciava il quartiere silenzioso mentre tutti e 3 scendemmo dall'auto, diretti verso la porta d'ingresso. Lanciai uno sguardo complice a Mingi, che a sua volta sorrise appena.

La voce di Mariasole ci accolse calorosa.
«Buonasera, tesori. Yunho è nello studio, lasciate che vi accompagni.»

Percorremmo il corridoio in un silenzio sospeso, dove solo lo scricchiolio del parquet scuro si faceva sentire, un sottofondo quasi timido per la suspense che avvolgeva l'aria. La domestica si fermò per qualche istante di fronte alla porta dello studio poi, con un gesto deciso, la spalancò.

A quel punto, un coro di voci festose esplose nel silenzio. Quel "Sorpresa!" urlato con entusiasmo rimbombò in tutta la casa, rompendo il guscio di mistero che aveva avvolto il momento. In prima fila, tra gli altri, Hongjoong, San e Yunho.

Wooyoung, incredulo, rimase per qualche secondo dinanzi all'ingresso, prima di correre a ringraziare i suoi amici, che lo incoronarono con una coroncina di plastica.

Nella testa di Wooyoung, tra tutti i messaggi augurali, ne spiccò uno in particolare.
«Buon compleanno, principessa

Negli ultimi tempi, San era insolitamente gentile con lui, e il San gentile era attraente tanto quanto quello rude e scortese.
Anche se il secondo lo eccitava di più.

Allo stesso modo, Yunho e Mingi, nella tensione di quanto accaduto precedentemente, si rivolsero occhiate furtive, nell'attesa di ritagliarsi del tempo da soli.

Quell'atmosfera sospesa, rendeva tutto ancor più vibrante.

Si prevedeva un compleanno intenso.

Roommates | WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora