θυμός

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POV San

«Bene, siamo giunti al termine di questa lezione introduttiva, vi ringrazio molto per l'attenzione. Ma, prima di congedarvi, vorrei assegnarvi un piccolo esercizio. Spero che riusciate a portarlo a termine nel miglior modo possibile»

La professoressa Lee sfodera un sorriso gentile, prima di continuare.

«In qualità di studenti di arte e scienze estetiche, presuppongo che possediate tutti uno spirito creativo e che sappiate che "arte" è prima di tutto un omologo di "emozione". Wilde diceva che vi sono due modi per non apprezzare l'arte: il primo consiste nel non apprezzarla, il secondo nell'apprezzarla con razionalità.»

La donna si volta di spalle per scrivere un termine alla lavagna: θυμός.
«Qualcuno conosce questa parola?»

Tra le prime fine dell'aula, la risposta non si fa attendere.

« Si tratta del sostantivo greco thymòs: termine che - a seconda del contesto di applicazione - assume accezioni diverse. L'accezione più comune e forse anche la più significativa è quella fornita in psicologia: "anima emozionale", sarebbe a dire quella parte della nostra interiorità che fuma, brucia e si consuma con un certo ardore, una sorta di sentimento incontrollabile che, inevitabilmente, prevarica sulla ragione.»

«Molto bene, lei è?» la docente tentenna, in attesa di sapere il nome dello studente.

«Jung, Jung Woo-young.»

Sussulto.
Non è possibile. Ancora tu?
Chi cazzo sei, Padre Pio?

Il ragazzo è seduto un paio di file davanti a me, qualche gradino più in basso della platea. Riesco a scorgerlo chiaramente tra i volti concentrati degli altri studenti. Ha un paio di occhiali da vista e con una matita appunta velocemente qualcosa sul suo block notes, scostandosi una ciocca di capelli scuri dietro l'orecchio.

« Molte grazie, sig. Jung. - afferma la donna sorridente - Allora, l'esercizio che vi assegno è un esercizio conoscitivo: voglio che tiriate fuori il vostro thymòs utilizzando l'arte come mezzo di espressione.
Non avete alcun limite a livello di forma, né in termini stilistici: siate creativi e, soprattutto, non siate frettolosi. Un lavoro ben fatto richiede tempo, perciò vi lascio due settimane per ultimare il progetto.Tutto chiaro?»

La classe acconsente alla domanda della donna, che se compiace. «Ottimo, se non ci sono domande, procederei allora con l'augurarvi una buona giornata e un buon lavoro. Ci vediamo la prossima settimana.»

Ripongo le mie cose nello zaino, rivolgendo un'ulteriore occhiata al moro che, con una manciata di libri tra le mani, fa per dirigersi verso l'uscita.

«Hellooooo! Terra chiama Gianni. Ripeto, Terra chiama Gianni. - la voce di Mingi mi riporta alla realtà - Ci sei? Ma cos'hai oggi!?» chiede ancora

«Mh, si, scusa, ho dormito poco.Dicevi?»

«Dicevo: raggiungiamo gli altri e andiamo a mangiare?»

POV Yeosang

La mensa pullula di studenti affamati, in coda per ricevere la propria razione di cibo. Tra questi, però, il signorino Jung Woo-young non è ancora comparso.

Al contrario, io, San e Mingi abbiamo già preso posto al nostro tavolo.

Poco dopo, eccolo arrivare.

«WOOYOUNG WOOYOUNG!» agito le mani per attirare la sua attenzione

Il moro, qualche istante dopo si palesa al tavolo con un vassoio ricolmo di cibo tra le mani.

«Ciao. - afferma sfoderando un sorriso - sto morendo di fame.»

«Pensavamo ti fossi perso. - scherzo - Siediti, ti faccio spazio.»

«Come va, yoongie?» lo saluta Mingi

San si limita solo a rivolgergli un cenno del capo, continuando a mangiare indisturbato.

«Tutto bene, grazie. Scusate il ritardo, ma mi sono trattenuto qualche minuto in più con il prof. Kang per avere dei chiarimenti in merito alle attività da svolgere. Quell'uomo è veramente esigente.»

« Beh sì, è abbastanza noto per incutere un po' di terrorismo psicologico agli studenti - ridacchia Mingi - ma sotto sotto ha il cuore buono.»

«Lo dici solo perché sei il suo alunno preferito. » si inserisce San

I due ragazzi bisticciano un po' mentre io e Wooyoung continuiamo a chiacchierare.

«Yeo, posso chiederti un favore?» mi chiede lui grattandosi la nuca

«Certo, dimmi tutto.»

«La prof. Lee oggi ha detto che c'è un laboratorio dal quale possiamo attingere al materiale per il nostro progetto. Nel pomeriggio riusciresti ad accompagnarmi? Avrei bisogno di alcune cose.»

«Mh, mi spiace Woo, ma nel pomeriggio ho ancora delle lezioni. Però San mi ha appena detto di doverci passare, in caso puoi andare con lui, vero San?»

Il ragazzo dai capelli rosa sfodera un sorrisetto non troppo convincente, tirandomi un calcio da sotto il tavolo.

« Certo, nessun problema.»

Poco dopo, una notifica attira la mia attenzione.

san
questa me la paghi.
13:06

Roommates | WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora