bitches

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Wooyoung si avvicinò a San, chinato sulla scrivania, intento a scarabocchiare distrattamente su un foglio bianco, poggiando accanto ad uno dei suoi libri una caramella alla fragola, della stessa tonalità dei suoi capelli.

San alzò il capo nella sua direzione. «Che fai?» chiese. Osservò per un istante la figura di Wooyoung in piedi accanto a lui, sorridente.

Wooyoung temporeggiò per qualche secondo, dedicando un'occhiata attenta agli schizzi sparsi sul tavolo, prima di replicare. «Sto uscendo. - asserrì - Ma volevo lasciarti un piccolo regalo prima di lasciarti solo. Sono andato al supermercato e mi ha fatto pensare a te.»

Un sorriso sincero comparve sulle labbra del ragazzo. «Stupido.» commentò scherzosamente. Il suo fare da duro gli impedì di ammettere che lo trovava un gesto tenero, ma in verità impazziva per i gesti spontanei, non calcolati: gli piaceva parecchio che qualcuno lo pensasse e lo facesse sentire voluto bene, specie se quel qualcuno era Wooyoung.

Scartò l'involucro della caramellina e se la mise in bocca, prima di continuare: «Posso sapere dove vai o è un segreto di Stato?»

Il moro lo schernì, abbandonandosi ad una risata sentita «Chi sei? Mia madre?»

San lo guardò dalla testa ai piedi, forzando un'espressione di disprezzo.
«Da quando osi sfottermi, principessa

«Pardonnez moi, Sua Maestà. Non volevo minare la sua mascolinità tossica. Le chiedo umilmente scusa.» lo beffeggiò.

Gli sfiorò il collo con una mano e si chinò al suo orecchio, sussurrando «Ad essere sincero, preferisco più sfotterti senza 's' davanti.»

San rise, scuotendo la testa. «Da principessa a puttanella la strada è breve. - mormorò - Però non ti biasimo: faccio quest'effetto.»

«Cazzo Choi, scendi dalla montagna di ego ipertrofico su cui vivi, sempre che tu sappia cosa vuol dire 'ipertrofico'. - sospirò - Ad ogni modo, vado da Seonghwa.»
(my ego in the show)

«Oh, adesso ha senso. - esclamò il ragazzo dai capelli rosa - Puttanelle con puttanelle
La battuta sarcastica palesò il velo di gelosia che San stava provando ma che, ancora una volta, faceva fatica ad ammettere esplicitamente.

«Sì sì, ridillo senza piangere adesso. E comunque puttanella a me? Ma ti pare?! - lo guardò sprezzante, manifestando il suo completo dissenso a quell'associazione infondata - Suvvia, io sono palesemente una escort con gli orecchini griffati e le ciabatte col pelo!»

San alzò un sopracciglio in modo teatrale. «Sei un caso disperato.» disse, ridendo sotto i baffi.

Wooyoung, soddisfatto della reazione del compagno di stanza, lo lasciò ai suoi disegni e si diresse verso la porta. «Dai, vado. - replicò - Non annoiarti troppo senza di me.»

POV Wooyoung

«Sarò sincero, Wooyoung: hai del potenziale notevole.» ammise Seonghwa, accostandosi alla portafinestra della sua ampia stanza, osservando distrattamente il paesaggio urbano al di là del vetro. La luce del tramonto filtrava attraverso le tende, creando un'atmosfera malinconica. Il ragazzo bevve un sorso d'acqua dalla sua tazza, per poi voltarsi nuovamente nella mia direzione.

Mi limitai a sorridere, sollevato, aspettandolo continuare.

«Ma mentirei se non ti dicessi che ciò che mi hai portato oggi è completamente da buttare. » continuò con tono rigido.

Fanculo.

Mi forzai di mantenere la calma, anche se una certa delusione mi tradì.

«So di dover lavorare su alcuni aspetti. - ammisi, abbassando lo sguardo - Di preciso cos'è che non ti convince?»

Incurvandosi leggermente, Seonghwa si raddrizzò gli occhiali sul naso e scorse nuovamente qualche riga della mia bozza, evidentemente scettico.

«Senza offesa, ma non si tratta solo di 'alcuni aspetti'. Il tuo lavoro manca di organicità, è slegato e grossolano. - sollevò gli occhi dal foglio, guardandomi severo. - Le idee sono passabili ma se vuoi che funzioni occorre stabilire un certo grado di coesione e coerenza. Hai consultato i documenti che ti ho mandato?» suggerì. L'espressione sul suo viso si fece più morbida.

Sospirai profondamente, cercando di trattenere la frustrazione. «Rispetto la tua opinione, Seonghwa, ma in verità non sono d'accordo. Al momento è tutto in fase preliminare e risulta un po' dozzinale ma ho solo bisogno di più tempo, tutto qui. Permettimi di fare alcune rifiniture, qualora continuasse a non funzionare cambierò approccio, okay?»

Il moro davanti a me annuì, abbandonandosi ad una leggera risata. «Sei sempre così agguerrito?»

«Mi piace far valere le mie idee, specie dinanzi a qualcuno che definisce 'passabile' un lavoro che mi è costato un bel po' di notti insonni.» lo provocai

«Voleva essere una critica costruttiva, sei permaloso come il tuo compagno di stanza.»

Aggrottai la fronte. «Cosa c'entra San adesso?»

«Nulla, nulla, solo.. - il ragazzo fece una piccola pausa, grattandosi la nuca - tu e Choi sembrate piuttosto vicini e questo modo di fare mi ricorda lui, tutto qui.» insinuò

«Non così vicini, in realtà. - specificai (mentendo) - tu lo conosci bene

Fece spallucce.
«Diciamo che è una vecchia conoscenza. - accennò un lieve sorriso - San è un tipo particolare, tu sei un ragazzo a posto, se posso consigliarti cerca di non farti influenzare troppo da lui.»

«Carino da parte tua, Seonghwa. - feci una breve pausa per leccarmi le lebbra - Ma è chiaro che non mi conosci abbastanza: ho troppa personalità per fare ciò che mi viene imposto da altri. I tutor non mi piacciono ad esempio.» lo provocai

Vidi il suo volto farsi più scuro per un istante, prima di tornare rilassato.
«Se vuoi puoi insegnarmi qualcosa tu

Il suo tono si fece più basso, carico di provocazione.
Si passò un dito sulle labbra puntellate di un rosso intenso e mi osservò con altrettanta intensità.
Chi sei, Seonghwa?

Ridacchiai. «Potrei. - portai una ciocca dei suoi capelli scuri dietro l'orecchio, guardando la sua figura più alta di fronte a me - Ma non voglio

Feci qualche passo verso la porta, lasciandolo in piedi alle mie spalle.

«Ci si vede tra due settimane, puttanella

San e Seonghwa sono due esseri misteriosi, le cui caratteristiche non sono ben definibili, un po' come due affascinanti ma complesse creature mitologiche.

Chissà dove mi porterà questa vicinanza ad entrambi.
Non lo so, ma mi piace giocare col fuoco.

Roommates | WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora