i just wanna kick your ass

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Pov Mingi
«Yunho, sei sicuro di aver voltato pagina?»

Sentii il cuore in gola appena finii di dirlo. Forse ero stato troppo diretto, ma la domanda è uscita prima che potessi trattenerla, come un pugno scagliato senza controllo.

Yunho mi guardò, perplesso. Ci fissammo per un lungo momento. Non riuscivo a capire se fosse più confuso o ferito. E io, intanto, pur di non guardarlo, non sapevo più dove guardare: fissavo il pavimento, le mani strette nei pugni, cercando di non lasciare trapelare quanto mi sentissi agitato.

Il ricordo della conversazione con Minnie continuava a tormentarmi. Quelle sue parole, così insinuanti: "Tu lo conosci, sì, ma io... io conosco una parte di lui che solo con me si è lasciato mostrare. Ci sono lati di Yunho che nessuno potrà mai capire come ho fatto io. Neanche tu." Ogni volta che ci pensavo mi sentivo sprofondare in una marea di insicurezze. E sapere che Yunho non avesse ancora parlato con sua madre della loro rottura non faceva che peggiorare ulteriormente le cose. Temevo che ci fosse una parte di lui ancora legata al passato. Non potevo raccontargli di Minnie, ma sentivo di dover trovare una risposta, una rassicurazione.

Yunho emise un lungo sospiro, scuotendo la testa, guardandomi con un'espressione che mi lascia un misto di sollievo e vergogna. «Mingi... - iniziò piano, prendendomi per una mano - non ti nascondo nulla, okay? Se non ho parlato con mia madre di Minnie e di te, è solo perché non volevo affrontare quella conversazione prima di essere sicuro di cosa provavo.»

«E s-sei sicuro adesso?» chiesi, con un filo di voce. Avvertii le gambe tremare.

Yunho sorrise, e il suo sguardo si addolcì incredibilmente. «Lo sono da un po'. Volevo solo prendermi il tempo di farlo con calma... per far sì che anche tu potessi sentirti al sicuro.»

Mi venne da ridere di me stesso, della mia insicurezza. Lui mi guardò con dolcezza e, come se volesse sciogliere l'atmosfera tesa, mi accolse dolcemente tra le sue braccia. «Ti va di rimanere per cena? Ai miei farebbe piacere se restassi.» suggerì

Io mi sentii titubante, un po' imbarazzato da come fossero andate le cose ma alla fine mi lasciai convincere.

Quando ci ritrovammo tutti a tavola, permeati da una calda atmosfera famigliare, mi sentii più tranquillo. Intercorreva un'armonia naturale tra di noi, un calore che mi faceva sentire parte della loro famiglia. La mamma di Yunho si rivolse a me con un sorriso tenero e un tono scherzoso.

«Menomale che c'è Mingi. - esclamò, lanciando una risatina - Senza di lui, chissà dove saresti.»

Yunho fu spiazzato da quell'affermazione, ma alla fine anche lui scoppiò a ridere. Poi, tra una risata e l'altra, mi osservò con uno sguardo complice:
«Già, menomale che c'è Mingi

Pov Wooyoung

Tornare in aula dopo la pausa didattica mi fece un effetto strano, l'intero edificio era permeato da una strana sensazione di attesa che mi faceva sudare le mani.

E, come al solito, all'ingresso della Prof.ssa Lee, contraddistinto dal ticchettio delle sue décolleté, tra gli studenti cascò una nube di silenzio.

Al termine della lezione, la donna avrebbe fatto una delle dichiarazioni più attese dell'anno: l'annuncio dei cinque studenti selezionati per il workshop d'arte più prestigioso di tutta la Corea, e io... io non sapevo nemmeno perché ci stessi sperando tanto.

D'altronde, l'università era piena di studenti promettenti. Mi soffermai nervosamente a guardali, seduti nell'intera aula, attorno a me.

E la malinconia mi assalì al pensiero che San non fosse presente nell'assistere a quel momento. Si trovava ancora a Namhae a prendersi cura di sua madre, e mi mancava. Mi mancava terribilmente. Avrei voluto scrivergli, parlargli. Eppure, dopo quella nostra brusca conversazione, ho pensato fosse il caso di lasciarlo tranquillo.

Roommates | WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora