Capitolo 16

231 16 5
                                    

ALYS

Oggi

La silhouette muscolosa di Elyas incombe sulla sua Harley mentre me ne sto nascosta a fissarlo da più di un'ora, da dietro il telo azzurro della tenda.

È bellissimo. Come sempre.

Porta i capelli sciolti e una ciocca castana gli ricade sulla fronte coprendo l'occhio sinistro, mentre l'altro è puntato nella mia direzione.

So che può vedermi.

Lui mi vede sempre.

Para siempre, mi amor.

Una fitta mi buca il cuore e mi volto di scatto quando la porta della camera si apre con il suono di un cigolio fastidioso.

Artem.

«Fratellino!» Gli salto in braccio attorcigliando le gambe intorno al suo busto.

«Ciao, piccola! Mi sei mancata» borbotta nell'incavo del mio collo mentre mi stacco e torno con i piedi in terra.

Lo guardo di sottecchi e arriccio il naso, visto che fino a poco fa i suoi gemiti e quelli di Bea facevano eco nel corridoio.

«Mi sono lavato, cazzo. Mi hai preso per un animale?» stira le labbra con una smorfia di disappunto e torna ad abbracciarmi.

«Sto per diventare padre» sussurra con voce tremolante.

La sua emozione mi penetra nel petto cogliendomi alla sprovvista. Lo fisso nei suoi occhi blu, che adesso sono lucidi e lasciano scivolare una lacrima sulla pelle.

«Lo so, fratellino. Ve la meritate questa felicità»

Ne ero certa che Bea fosse rimasta incinta. L'ho costretta a farsi visitare dal ginecologo e l'ho accompagnata stamattina per fare le analisi del sangue. Con molta probabilità sono arrivati i risultati poco fa e ancora non me ne aveva parlato. Ma sono felice che abbia dato la bella notizia prima ad Artem anziché a me.

Chissà come la prenderà Elyas.

«Te la meriti anche tu, Alys» mi dice mentre mi prende per mano e mi fa sedere sul bordo del letto al suo fianco «e se continui a fissarlo dalla finestra non cambierà nulla. Lo sa che sei nascosta lì dietro»

Abbasso la testa e una vampata di calore mi scalda le guance.

Non me la merito la felicità di cui parla, e non merito lui.

«Cambia per me.»

Scuote la testa.

«Non si arrenderà e tu stai rimandando l'inevitabile. Piuttosto voglio sapere perché non mi hai detto nulla della scuola cattolica. Di quello che ti ha fatto lo zio e della sua gente. Perché, piccola? Non ti fidavi di me?»

Il cuore mi perde un battito e il petto si gonfia tanto da far male.

Sascia mi aveva avvertita che durante l'addestramento gli avrebbe rivelato ogni cosa, ma speravo non l'avesse fatto.

Odio dovergli dare questo dolore quando ne ha sopportato tanto, e odio fargli sapere che alla sua sorellina è accaduta una cosa così orribile, non mi va giù.

«I-io, io... certo che mi fido di te, fratellino. Ma non volevo che ti mettessi nei guai per colpa mia. Volevo smetterla di essere un peso per te»

I suoi occhi si scuriscono rivelandomi il dolore che ho causato allontanandolo dalla mia vita «scusami» borbotto piano.

Artem mi afferra il mento con l'indice costringendomi a guardarlo.

«Non ti perdono, stronzetta, e non ti azzardare a nascondermi più niente. Intesi? Altrimenti...»

𝖂𝖊 𝕬𝖗𝖊 𝕮𝖍𝖆𝖔𝖘 - 𝕰𝖑𝖞𝖆𝖘 - 𝖛𝖔𝖑. 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora