Capitolo 20

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ELYAS

Oggi

Pensare di poter sistemare le cose una volta arrivato a casa di mia sorella, era impensabile. Per quanto io sia stanco di aspettare ho bisogno che Alys capisca la verità che si ostina a non vedere. Sono passati cinque cazzo di anni dall'ultima volta che i miei polpastrelli l'hanno toccata e riassaporare la sua eccitazione è stato come tornare a respirare dopo una lunga apnea.

Cazzo se mi è mancata. Mi è mancata ogni fottuto istante della mia vita, ma non smetto di essere incazzato con lei per il fatto di non avere avuto il più piccolo dubbio su quanto accaduto al campus anni fa, e per aver baciato un altro uomo dopo solo due giorni dalla mia partenza.

Sono infuriato per essersi fatta toccare da quello stronzo quando lei appartiene solo a me e mi assicurerò di ricordarglielo, così come glielo sto ricordando da una settimana dentro questa fottuta casa, ignorandola.

Tienitela stretta. Mi aveva detto Rick quel giorno al campo di basket con la bocca premuta sul mio orecchio. Al primo passo falso te la rubo.

Pezzo di merda. Quando mi ha confessato del bacio durante l'addestramento si è preso una coltellata sul fianco. Avrei voluto ammazzarlo. Non so come siamo riusciti a superare questa divergenza. Forse per il fatto che mi ha assicurato di essersi fatto da parte nel secondo successivo a quel cazzo di bacio.

Quando ha capito quanto Alys era innamorata di me.

So che lei si aspetta una mia mossa, ma in questo momento mi eccita vederla in apprensione e schivare la mia presenza come se si stesse ustionando. Amo sentire l'odore della sua eccitazione mentre cammina per casa e vederla arrossire ogni volta che fisso i suoi occhi e le strizzo il mio. Il più delle volte resta chiusa in camera ma le serve a poco, visto che di notte mi piace guardarla dormire. Osservare come arriccia le dita dei piedi o come la sua pelle le si rizza in un brivido improvviso solo con la mia presenza.

Odio che siano passati tutti questi anni e odio quella maledetta estate.

Quell'ultimo giorno al campus, mentre fumavo uno spinello vicino al boschetto, fui braccato dagli amici di Rufus e Adam Perez. Una decina di colombiani in tutto che non facevano parte del gruppo degli studenti.

Era la loro gente, fatta venire apposta lì per me, per noi. Alcuni di loro non avevano affatto un accento colombiano per cui dedussi che facevano tutti parte di qualcosa di molto più grande, qualcosa che riguardava circoli religiosi, viste le loro collane con i crocifissi appesi ai colli e i numerosi tatuaggi raffiguranti simboli cristiani. Perlopiù disegni di Gesù Cristi e angeli.

Capii subito che le cose si stavano mettendo male per me nel momento in cui uno di loro si avvicinò con un cellulare in mano e fece partire un video. Non emisero un suono, nessuno di loro.

Nel video si vedeva Bea appesa come un prosciutto su una trave di legno priva di sensi e mezza nuda.

Mi ribollì il sangue e nel momento in cui scattai in piedi e provai a ferire uno di loro con il mio coltello, mi colpirono in cinque, rendendomi innocuo.

Stavo da solo, i miei amici si erano allontanati per qualche minuto e non li vedevo tornare. Con molta probabilità avevano preso anche loro.

«Che cosa volete?» li guardai con il sangue tra i denti e ringhiai contro quello che sembrava comandarli tutti.

Il capo branco dall'aspetto tipico di un boss californiano -capelli corti con doppio taglio e gel, camicia hawaiana sbottonata e jeans strappati - si avvicinò al mio orecchio, e con la bocca premuta sulla cartilagine mi disse senza mezzi termini che avrei dovuto fare qualcosa per lui. Qualcosa che non mi piaceva affatto.

Tradire Alys, farglielo vedere con i suoi occhi per poi sbattergli in faccia quanto mi facesse schifo e che mi fossi divertito con lei per tutto il tempo.

Dio, era la cosa più crudele che mi avessero mai chiesto di fare.

Volevano che vedesse il mio tradimento e che le spezzassi il cuore.

Ma perché? Forse qualcuno di loro era interessato a lei?

In cambio non l'avrebbero catturata e avrebbero lasciato libera Bea.

Ho capito che la minaccia era reale nel momento in cui mi mostrò un altro video dove si vedeva che stavano seguendo la mia Aiko, e l'avrebbero presa senza destare sospetti in qualsiasi momento.

«Lo faccio, ma voi la lasciate stare e liberate mia cugina» gli dissi con voce rotta.

Non capivo il perché. Era tutto così surreale.

E dove cazzo era finito il piccolo lord con il suo amico psicopatico?

Avevo ascoltato Alys e Rick parlare quel giorno al campo da basket e avevo sentito tutto. Io e Bea eravamo caduti in una trappola. Non ce l'avevo con Alys, era stata ricattata a sua volta e mi stava svelando tutto, sono stato io ad averglielo impedito.

Ma avevo preso precauzioni al riguardo, non ero uno stupito. Solo non capivo perché ce l'avevano con la mia ragazza quando aveva fatto ciò che gli avevano chiesto di fare.

Non avevo molto tempo per pensare, per cui mi adeguai e feci ciò che volevano.

Le gambe mi tremavano e sudavo freddo.

La mia Alys era in pericolo e la mia guapa stava rischiando la vita. Così chiamai Susan, una delle ragazze del campus che mi veniva dietro e alla quale non davo mai spago nemmeno per sbaglio.

L'ho fatta venire nella mia camera e l'ho costretta a simulare di succhiarmi il cazzo. Non capiva il perché non me lo facessi prendere in bocca sul serio, sbavava per me. Avrebbe fatto tutto quello che gli avrei chiesto. La cosa più orribile di quel momento è stata la consapevolezza che dall'altra parte della porta, qualcuno aveva portato la mia ragazza a origliare.

Alys sentiva i miei gemiti e le parole che rivolgevo a Susan elogiandola di quanto mi piacesse la sua bocca intorno al mio uccello. Le lacrime mi bruciavano dietro le palpebre.

Non mi ero mai sentito così umiliato in vita mia.

Quando ho aperto la porta ho fatto finta di tirarmi su la zip dei pantaloni mentre Susan si puliva la bocca con il palmo della mano.

Alys mi guardava con le lacrime che inondavano il suo viso chiaro e appannavano i suoi occhiali. Era devastata. Volevo abbracciarla e dirle che era tutto un cazzo di ricatto e che non avrei rinunciato a lei per niente al mondo, ma con la coda degli occhi, vidi i miei ricattatori nascosti dietro al muro del lungo corridoio del dormitorio. Quindi presi coraggio e le vomitai addosso delle parole così crudeli che mai nella vita sarebbero potute uscire dalla mia bocca.

Alys scappò lontano dalla mia vista alla velocità della luce.

L'avevo rotta.

Susan andò via e al suo posto arrivarono i miei amici che fino a poco prima erano rimasti chiusi dentro l'aula di informatica. Mi raccomandai con i ragazzi di seguire Alys e proteggerla a ogni costo e di chiamare la nostra gente senza dare troppe spiegazioni. Non c'era tempo.

Tornai da quegli stronzi miserabili per andare a salvare Bea, ma era troppo tardi. Loro avevano già un piano per lei e io ne dovevo essere testimone.

Mi presero a bastonate e mi legarono con delle catene.

Non c'era nulla che potessi fare in quel momento, ma me l'avrebbero pagata cara.





La versione di Elyas ci devasta il cuore.

𝖂𝖊 𝕬𝖗𝖊 𝕮𝖍𝖆𝖔𝖘 - 𝕰𝖑𝖞𝖆𝖘 - 𝖛𝖔𝖑. 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora