ELYAS
Oggi
Sono stato in queste catacombe qualche settimana fa e al solo pensiero di quello che può farci Sascia mi si contorcono le budella. Per quanto io sia un cazzo di sadico, lui è peggio di qualsiasi essere umano abbia mai incontrato.
Artem è davanti a me, insieme a Rick. Mi fanno strada verso uno dei tanti tunnel e accendono delle torce man mano che scendiamo in profondità. Le fiamme traballano nella caverna proiettando le nostre ombre ai lati delle mura rocciose e umide. Non sono mai stato così nervoso, nemmeno quando mio padre mi fece uccidere un uomo per la prima volta.
Mio padre.
Al solo ricordo di lui mi prudono le mani e non vedo l'ora di guardarlo in faccia mentre lo torturo.
Una stanza illuminata da lanterne si proietta davanti ai nostri occhi. Lunghe catene pendono dal soffitto e due enormi crocefissi di legno capovolti sono posizionati a due metri di distanza circa l'uno dall'altro.
«È qui che inizia il nostro addestramento?» la mia voce fa eco mentre Artem emette una risata roca.
«No, messicano» sospira e si guarda intorno «questo è l'arredamento che utilizza Sascia per far sì che le sue vittime si caghino sotto prima di arrivare alle caverne. Noi verremo rinchiusi in una gabbia» lo dice come se fosse normale.
«Già. Chissà quali bestie avrà portato stavolta» risponde Rick mentre si strofina il palmo della mano sulla barba incolta. A quanto pare anche lui è stato nelle catacombe e deve averci passato molto tempo, visto il suo alto livello di psicopatia.
Mi piace pensare che una volta uscito da qui riuscirò ad affrontare tutto in maniera lucida, e che Alys tornerà tra le mie braccia. Ma sarà dura, specialmente perché si ostina a non vedere la verità.
Mi sta uccidendo.
Ma sono stanco, non aspetterò ancora. Andrò a prenderla con la forza e starà al mio fianco, dove è giusto che stia.
Perché so di averla ferita, ma so anche che tutto quello che crede io abbia fatto, non è mai accaduto. Se insiste nel non volerlo capire e a non credermi, farò in modo di aprirle quella testolina per bene e di ficcarcelo dentro a suon di schiaffi sulle chiappe.
«Quali bestie?» domando mentre loro due si limitano a farmi un sorriso diabolico.
«Avete paura di scendere in profondità?» la voce di Sascia rimbomba alle nostre spalle come una pietra lavica che lascia una scia rovente quando rotola dalla montagna «le vostre gabbie sono pronte. Iniziamo subito» continua spogliandosi del suo completo Armani e lo piega con cura. Lo posa in un angolo della cavità, sopra una sedia di legno, e ci guarda in torvo. Resta con indosso nient'altro che un paio di boxer neri, e il suo corpo flette le lunghe cicatrici che sembrano creare una mappa sopra tutta la pelle, insieme ai numerosi tatuaggi.
Cristo.
Credo sia pericoloso più lui che le bestie di cui mi parlavano poco fa Artem e Rick.
Dopo qualche secondo iniziano a spogliarsi anche loro.
Li imito mentre il freddo inizia a farsi sentire con prepotenza e cerco di non far trapelare la benché minima forma di disagio che provo. Sono abituato a cose peggiori nella vita e questa sarà di certo la forma di punizione migliore che io possa ottenere per scrollarmi gli errori del passato di dosso.
Sascia ci fa cenno con il capo di seguirlo e noi gli andiamo dietro. La roccia ruvida mi colpisce i piedi nudi graffiandoli. Faccio fatica a restare in equilibrio visto che gran parte della pietra è vellutata e il muschio umido ci fa scivolare. Potrei rompermi l'osso del collo sotto questi tunnel senza dover affrontare l'ira di Artem, quando gli racconterò del passato di sua sorella, eppure una piccola fiamma di crudeltà si sta riaccendendo dentro di me. La sento ardere fioca e ho tutta l'intenzione di alimentarla finché il fuoco mi renda di nuovo vivo come qualche anno fa.
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𝖂𝖊 𝕬𝖗𝖊 𝕮𝖍𝖆𝖔𝖘 - 𝕰𝖑𝖞𝖆𝖘 - 𝖛𝖔𝖑. 2
RomanceIN REVISIONE Elyas Garcia De La Cruz è un giovane hacker messicano che fa parte del Mc Tijuana, uno dei club motociclistici più famosi del nord del Messico e del sud della California. È ossessionato da Alys Kovalenko, una nerd come lui, diventando...