Capitolo 17

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Occhio che ci siamo, preparatevi!

ALYS

Campus estivo - Los Angeles

16 anni e mezzo









Provare a negare che Elyas sia il ragazzo migliore che io abbia mai incontrato è del tutto inutile. Dopo avergli vomitato addosso lo schifo che mi ha macchiato la vita, lui è ancora qui. Mi accoglie mentre sono un cumulo di macerie, fragile e distrutta.

Lui mi vuole.

Sono passati due giorni da quando mi sono sfogata dopo uno dei miei incubi. Era lì, con le sue mani grandi e rassicuranti che mi accarezzavano, il petto solido su cui ho trovato riparo mentre aspettavo che i miei singhiozzi si placassero, che la tempesta dentro di me si spegnesse. Ha dormito con me tutta la notte, ed era ancora lì ieri sera, mentre sprofondavo di nuovo in quel pozzo senza fondo. Ogni volta che sento il battito del suo cuore, il mio riesce a sincronizzarsi, e per un attimo il buio smette di inghiottirmi, lasciando solo noi due, sospesi in un limbo di sicurezza e calore.

Mi fa sentire al sicuro. Mi fa sentire amata. E lo desidero con una voracità che mi terrorizza.

Oggi ho frequentato ancora quel noioso corso di informatica. Il professore si è persino complimentato per l’esercizio che ci aveva assegnato: ho preso una A+. Ma non sa che quell’esercizio l’ho risolto la prima volta quando avevo nove anni. Sono sempre stata una brava autodidatta.

Ora la stanza è immersa nell’oscurità, con le stelle che si riflettono nello specchio posizionato sulla colonna davanti al letto. La visione mi riporta alla prima volta che Elyas mi ha spogliata e un brivido scivola tra le mie cosce, insinuandosi come un veleno pericoloso.

Il rumore della serratura che scatta mi fa trasalire. Con un movimento rapido, scosto la tenda per spegnere la flebile luce lunare che filtra nella stanza e il buio mi avvolge, la sensazione di eccitazione che mi provoca è inebriante, quasi travolgente.

Forse dentro di me c’è più oscurità di quanto voglia ammettere. Forse, ne ho quanta ne hanno i miei fratelli. La stessa  che ho visto quella volta, quando ho affondato una pietra nella testa di Vittorio e il sangue ha ricoperto le mie mani. Mi sentivo elettrizzata, inebriata dal potere. Respiravo quell’odore ramato e mi piaceva.

La porta si spalanca con un colpo secco mentre la violenza del gesto risuona nella stanza.

Elyas è lì con le spalle rigide, lo sguardo ardente di qualcosa che non riesco ancora a decifrare.

Forse è incazzato, ma non capisco perché.

«Non ho dimenticato le risposte che non mi hai dato l’altro giorno al campo da basket. Motivo per il quale, sai cosa sta per accadere.»

La minaccia nella sua voce è tagliente, affilata come una lama che si insinua in profondità, lì dove solo lui riesce ad arrivare. Il mio corpo reagisce d’istinto: indietreggio di un passo mentre lui avanza con la grazia letale di un predatore.

«Te lo dico, Elyas. Ti dirò ogni cosa. Non posso più tenere questo segreto per me. Mi dispiace…»

Le parole muoiono sulle mie labbra quando due delle sue dita premono contro di esse, imponendomi il silenzio. È davanti a me che mi scruta con attenzione, scavando dentro la mia anima.

«Me lo diresti davvero?» inclina appena il capo, come se stesse valutando ogni sfumatura della mia espressione.

Annuisco, e un sorriso diabolico si disegna sul suo volto.

«Bene, ma adesso è troppo tardi e non voglio più saperlo. Sono venuto a mantenere la mia parola.»

Non è una minaccia ma una dichiarazione, e so quello che vuole fare.
Scoparmi.


«I-io… Ho paura, Elyas.»

Continua a guardarmi con due occhi famelici, grandi come l’oceano pronto a inghiottirmi, e mi sorride di nuovo. I miei nervi sono tesi, una goccia di sudore scivola lungo la mia schiena.

Torneranno i miei incubi, quando mi farà sua?

«Oggi ti libererò dai tuoi mostri, sarai mia e nessun uomo oserà più prendere ciò che mi appartiene. Fidati solo di me.» C’è uno strano mix di intimidazione e rassicurazione nella sua voce, qualcosa che mi fa tremare le ossa.

Si allontana di poco e inizia a spogliarsi, i miei occhi spalancati lo seguono in ogni movimento. Si sfila la giacca di pelle, poi la t-shirt bianca, i pantaloni e le scarpe, rimanendo con i boxer neri che gli fasciano il culo sodo in un modo che mi fa salivare.

«Tranquilla, princesa. Tra poco sarò tutto tuo.» Ridacchia mentre torna da me e mi trascina davanti allo specchio, posizionandosi alle mie spalle. Il suo corpo mi sovrasta, la sua presenza è opprimente, irresistibile. Osservo i suoi tatuaggi spiccare sulla pelle tesa e muscolosa, come cicatrici di inchiostro che raccontano la sua storia.

Si passa la lingua sulle labbra carnose mentre mi fissa nel riflesso. Mi toglie gli occhiali con un gesto sicuro, poi, con movimenti precisi, slaccia la mia salopette e la lascia scivolare ai miei piedi. Mi sfila i vestiti uno dopo l’altro, lasciandomi solo con le mutandine rosa di cotone e il top a fascia dello stesso colore.

Mi sento stupida e insulsa. Lui avrà visto donne mille volte più sexy di me.

Abbasso lo sguardo, ma Elyas lo solleva con un dito sotto il mento.

«Guardati, Alys. Guardati bene, perché stai per diventare un’altra persona.»

Allunga una mano verso la sua giacca sul pavimento e ne estrae un pennarello nero e una maschera veneziana di pizzo rosso. Tiene il pennarello tra i denti mentre con le mani esperte mi sistema la maschera sul viso, lasciando scoperte le labbra. I miei occhi brillano sotto il pizzo, riflettendo un luccichio malizioso mente il mio corpo va in fiamme, Elyas mi sta incendiando.

Stappa il pennarello con i denti e sputa il cappuccio a terra.

«Abbiamo nascosto Alys dietro la maschera, piccola. Adesso dimmi» dice con voce soffice nel mio orecchio «…dimmi chi vuoi essere in questo momento. Scegli un nome».

Mi lascio trasportare dalle sue parole piene di desiderio. Lo stesso che sento esplodere nel corpo e che ancora non riesco a fare uscire. Il mio respiro accelera, la pelle vibra sotto il suo tocco, ogni centimetro in attesa del prossimo passo. «Alys non c’è più, non avere paura e dimmi chi sei adesso», sussurra, mentre morbidi baci mi lambiscono l’orecchio, facendo tremare il mio equilibrio già fragile.

«Aiko», pronuncio a bassa voce senza pensarci troppo.

Voglio essere quella ragazzina libera da ogni incubo. È il nome che ho scelto anni fa per nascondermi dal passato. Aiko è il mio nickname, quello con il quale mi sono presentata a Elyas in rete.

Annuisce soddisfatto sulla mia spalla mentre allunga un braccio e, con movimenti lenti e studiati, scrive quattro lettere in stampatello sullo specchio.

AIKO.

«Molto bene, Aiko, ora dimmi…» la sua bocca mi avvolge l’orecchio, la sua voce è un morso bollente che mi attraversa la spina dorsale «…cosa vuoi che faccia per te? Vuoi che finisca di spogliarti?» domanda mentre le sue labbra tratteggiano la pelle nuda e le dita indugiano sulle bretelle del top.

«Sì, fallo», dico senza inibizioni.

Da dietro la maschera e con un nome diverso dal mio, riesco a sentirmi davvero un’altra persona. È come se la me nascosta stesse venendo fuori come una furia, abbattendo i muri fatti di restrizioni mentali e fisiche. I miei muscoli si incendiano mentre Elyas mi sfila il top facendomi alzare le braccia. Poi fa scivolare gli slip fino alle caviglie, me li toglie e li scaraventa dall’altra parte della stanza. Posa una mano sul mio ventre mentre l’altra mi graffia la schiena, lasciando un brivido lungo la mia pelle esposta.

«Ricordati che Alys non c’è. È Aiko ad avere il controllo. È Aiko che sceglie. È Aiko che vuole scoprire i suoi desideri nascosti. E io li esaudirò. Dimostrerò che non tutti gli uomini sono dei mostri, ma che alcuni di loro sono stati creati apposta per dare piacere alle donne. Uomini come me, pronti a tutto pur di sentire godere la loro donna sulle dita e sulla faccia». Respira il mio odore come se stesse pregustando un pasto prima di divorarlo. «Vuoi che inizi a scoparti con le dita, Aiko?».

I suoi polpastrelli toccano le pieghe della mia fica e stuzzicano il clitoride, accendendo un fuoco che mi brucia dall’interno.

«Sì, scopami con le dita. Voglio godere con le tue mani dentro di me. Inzuppale del mio piacere e poi assaggiale».

Non so nemmeno come io abbia fatto a farmi scivolare dalla bocca queste parole, ma la mia nuova personalità mi sta facendo sentire viva.

Mi penetra con tre dita senza darmi tempo di respirare, le spinge in fondo facendomi inarcare la schiena, un sussulto violento mi scuote il petto.

«Hola, mi pequeña zorra. Ti aspettavo, sai?». Non cosa significa quel termine, ma sentirlo parlare in spagnolo mi fa contorcere di desiderio. Pompa più forte e poi torna a sussurrare: «Lo senti come la tua fica risucchia la mia mano? Ma stasera ti darò molto di più, Aiko. Molto, molto di più».

Gemo per il piacere intenso che mi sta facendo provare Elyas e il solo sentirlo dire queste frasi sudice nel mio orecchio mi fa annebbiare la vista.

Scruto il suo sguardo famelico attraverso lo specchio, inchiodato tra le mie cosce che scopano la sua mano. I miei fianchi seguono i suoi movimenti e lui non la smette di pompare dentro e fuori. Gode nel vedermi godere, e non pensavo che un uomo potesse arrivare a eccitarsi in questo modo.

Quando l’orgasmo sta per esplodermi nel petto, gemo pronunciando il suo nome, ma in risposta ottengo la visione di Elyas che si ritrae e succhia le dita.

«Vuoi farti scopare dalla mia lingua adesso, o dal mio cazzo?».

«Dalla tua lingua».

«Prima vieni», spinge di nuovo le dita dentro di me e le arriccia toccando quel fascio di nervi che mi fa scuotere le gambe e le braccia.

«Cazzo», impreco, mentre sento la tensione crescere, «sto venendo sulle tue dita». Strizzo gli occhi, e l’intensità mi avvolge in una morsa che mi paralizza, facendomi aggrappare con le unghie sulla coscia di Elyas. La sensazione è travolgente, la mia mente si svuota, e tutto quello che riesco a fare è lasciare che mi consumi.
Quando le sue dita lasciano la mia fica, le porta alla bocca, succhiandole con rabbia e assaporando ogni goccia. Vederlo così affamato di me mi fa sentire desiderata.

«Voglio di più», dico, inchiodando i suoi occhi nel riflesso dello specchio. Vedo la fiamma che si accende in lui, la scintilla che divampa. La sua presa sui miei fianchi è brutale, mi spinge contro la sua erezione, dura e imponente, che sento attraverso la stoffa dei boxer. La sua pelle mi sfiora quando le sue mani salgono e afferrano entrambi i seni. I suoi pollici pizzicano i miei capezzoli, duri per il desiderio.

«E dimmi, Aiko», la sua voce è un sussurro carico di promesse oscure, «hai voglia di vedere fin dove riesci a spingerti per me, che ti sto dando piacere? Vuoi scoprire quanti uomini desiderano possederti, mentre l’unico che può farlo sono io?» La sua occhiata è penetrante, mi ipnotizza. Le sue parole mi attraversano, si infilano nei meandri più profondi del mio essere. Non riesco a capire come sia in grado di insinuarsi così in profondità. «Vuoi che ci guardino mentre ti apro in due le cosce e infilo il mio cazzo nella tua fica stretta? La mi pequeña zorra ha voglia di far vedere quanto sgocciola per me?» Ogni parola è come una scarica elettrica che mi sciocca e mi attrae.

Dovrei scappare, urlare e fuggire lontano da lui, da quest’uomo che mi fa desiderare cose così oscene, eppure non posso fare a meno di inginocchiarmi dentro di me, di implorarlo in silenzio. Sono qui, davanti a lui, e non voglio altro che farmi possedere.

«Sì, lo voglio», dico, e la mia voce trema, rotta dal desiderio.

I suoi denti si scoprono, un sorriso selvaggio si disegna sulle labbra.
Quando emette un fischio, la porta della mia camera si spalanca, e i tre motociclisti, gli amici di Elyas, entrano.
Le loro ombre si allungano nell’oscurità della stanza mentre mio respiro si ferma e le mani di Elyas scorrono sulla mia pelle, calde, sicure.

«Fidati di me, piccola Aiko», dice, la sua voce bassa e rauca. «Ti condurrò in luoghi così oscuri e depravati che, anche quando toglierai la maschera, mi supplicherai di farti tornare lì. I mostri di Alys non esisteranno più. E lei sarà libera di seguirci. Ma adesso…» I suoi denti affondano nella mia spalla, il dolore si mescola al piacere mentre prende un respiro profondo. «Benvenuta nel girone della lussuria, princesa

Preparatevi perchè adesso arriva il bello!!!!

Segue....

𝖂𝖊 𝕬𝖗𝖊 𝕮𝖍𝖆𝖔𝖘 - 𝕰𝖑𝖞𝖆𝖘 - 𝖛𝖔𝖑. 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora