ELYAS
Campus estivo - Los Angeles
17 anni
Il dormitorio femminile sembra immerso in un silenzio irreale, ma so bene che dietro queste mura si consumano le stesse depravazioni che accadono al casale e al lago. Se gli studenti non sono lì, si nascondono dentro una di queste stanze, alimentando il loro lato più oscuro sotto la facciata dell’innocenza.
Scuoto la testa e sorrido. So con certezza che i miei ragazzi si sono rifugiati in qualche camera, e il pensiero mi diverte. Ma c’è una cosa che mi rassicura più di tutto: Alys non permetterebbe mai a nessuno di varcare la soglia della sua stanza nel cuore della notte. Nessuno, tranne me. Io, che preferisco di gran lunga passare le notti solo con lei, respirare la sua essenza e possederla con lo sguardo. Finora sono riuscito a trattenermi, a non impormi, ma ogni volta che le sono vicino la mia volontà si sgretola un po’ di più.
Estraggo il cellulare dalla tasca e digito il codice di sicurezza non appena mi fermo di fronte alla sua porta. Chissà se mi sta aspettando sveglia. Le avevo promesso che sarei venuto a trovarla stanotte.
La porta si apre e faccio un passo dentro, chiudendomi il mondo alle spalle. Qui esiste solo lei.
Alys dorme, rannicchiata sul letto, il corpo per metà coperto da un lenzuolo bianco che le scivola via lasciando una gamba nuda a penzoloni sul bordo. Il suo respiro è irregolare, si agita. Forse un incubo. Mi piacerebbe sapere chi la sta tormentando, così da trovarlo e strappargli la gola prima di gettarlo nell’oceano.
Il suo viso senza occhiali rivela la perfezione delle sue ciglia, che si aprono come un ventaglio sulle palpebre chiuse. Mi sembra ancora più bella di quanto la mia mente malata non la dipinga ogni istante della giornata. È divina, ed è mia.
All’improvviso, spalanca gli occhi. La mia presenza l’ha svegliata. Mi fissa per qualche secondo, il suo sguardo passa dalla confusione alla consapevolezza mentre si raddrizza a sedere sul letto.
Il lenzuolo scivola un po’ di più, rivelando l’altra metà del suo corpo, e i miei occhi si incatenano sulla pelle nuda delle sue cosce. La canottiera bianca aderisce al suo seno, modellando i capezzoli tesi contro il tessuto leggero. Il mio respiro si fa più profondo e il mio cazzo pulsa reclamando ciò che è già suo di diritto.
«Cosa vuoi?» la sua voce è burbera ma il tono incerto.
Un sorriso si allarga sulle mie labbra mentre fisso l’unico spettacolo che abbia mai desiderato guardare in eterno.
«Princesa, speravo di trovarti sveglia. Avevo giusto fame di te.»
Il suo sguardo segue il mio e si stringe nelle spalle, tirando il lenzuolo sulle gambe in un gesto istintivo, come se potesse davvero impedirmi di strapparglielo dalle mani e tuffarmi in quell’angolo di paradiso.
«La smetterai di diffidare di me?» chiedo avanzando fino al letto, sedendomi accanto a lei.
Si ritrae appena, le pupille dilatate, le labbra leggermente dischiuse. Eppure, continua a divorarmi con gli occhi.
«No, non credo di riuscirci.»
Allunga la mano per prendere gli occhiali e, con un gesto lento ma deciso, le afferro il polso.
«Non metterli, per favore. Voglio guardare la mia ragazza brillare sotto la luce della luna.» Le parole mi escono spontanee.
Voglio che si fidi, voglio che mi desideri e che sappia di appartenere a me, e non me ne andrò finché non l’avrò incatenata con l’anima e con il corpo.
Alys ritrae la mano, ma i suoi muscoli si rilassano appena. «Perché mi tormenti, Elyas? Noi eravamo amici e tu non eri così prepotente con me. Lo sai che mi vergogno in mezzo a quelle persone.»
Mette il broncio e per un istante quasi mi fa tenerezza, se solo non sapessi cosa nasconde dietro quella corazza. Ho osservato attentamente ogni suo piccolo movimento in questi anni, l’ho studiata in ogni contesto, l’ho vista al casale, durante una delle serate della lussuria, e so per certo che le piacciono le stesse cose che piacciono a me. Lo sento nel modo in cui si irrigidisce quando la sfioro, nel tremito della sua voce quando mi parla. Il desiderio è lì, sepolto sotto strati di vergogna e paura. Devo solo farlo affiorare. Perché la chiave non è costringere qualcuno a fare qualcosa che non vuole, ma portarlo a realizzare ciò che segretamente sogna di fare.
«Secondo me ti piace» le accarezzo una guancia con le nocche, seguendo il profilo del suo volto con un tocco leggero e ipnotico. Lei segue il movimento con gli occhi socchiusi, le ciglia che tremano appena. «Sì, ti piace dimostrare a quelle ragazze che sei migliore di loro, che hai catturato la mia attenzione e che ho occhi solo per te.»
Le avvicino la mano alla fronte e scosto una ciocca di capelli che le ricade sul viso. Rabbrividisce quando tratteggio la sua pelle con le dita, e il suo naso si arriccia in una smorfia deliziosa. «Ti piace eccome. Dimentichi spesso che ti conosco, princesa.»
Lei stringe le labbra, come se stesse lottando con qualcosa dentro di sé, poi distoglie lo sguardo. Le sue mani si muovono nervose, lisciando la stoffa del lenzuolo come se volesse strapparla. «Io non sono la persona che credi. Ho fatto delle cose orribili e non sono bella come quelle ragazze. Perché insisti?»
La sua voce è spezzata, fragile. Un sussurro intriso di insicurezza. Non sa quanto la voglio, quanto ho sempre desiderato avere ogni sua parte, il suo corpo e il suo cuore intrecciati ai miei.
«Perché ti voglio dalla prima volta che ci siamo incontrati nella tua scuola, da bambini. Poi il destino ha fatto in modo che ti ritrovassi ed eccomi qui a prendermi ciò che mi appartiene. E tu sei molto più bella e intelligente di tutte quelle ragazze, nessuna può competere con te.» Mi sporgo verso di lei, il calore del mio respiro che si mescola al suo. «Mi conosci abbastanza per capire che non preferirei mai una di loro. Mai.»
Le mie parole si insinuano sotto la sua pelle, le sue braccia si ricoprono di piccoli brividi. Batte le palpebre due volte e poi sgrana gli occhi, come se un frammento di memoria fosse appena riemerso.
«T-tu? Eri il ragazzino nella mia scuola che mi ha difesa?»
Annuisco senza smettere di accarezzarle la pelle, imprimendo su di lei il ricordo di quella promessa silenziosa fatta tanti anni fa: da allora, Alys è sempre stata mia.
«E tu hai fatto quello che ti ho detto? Ti sei difesa come ti ho chiesto di fare?»
Spingo i polpastrelli intorno al suo collo e mi diverto a vedere la pelle arrossarsi mentre dalla sua bocca non esce un suono.
È una piacevole sorpresa.
Dio, non vedo l’ora di farlo su tutto il corpo. Sarà inebriante vederla prendere il colore del fuoco.
«L’ho fatto» risponde facendomi drizzare il cazzo.
Cristo, è perfetta.
Ho voglia di strapparle le mutande e addentare il clitoride così forte da farla urlare finché non viene nella mia bocca.
«E l’hai ucciso?» pianto le mie iridi verdi nelle sue blu e aspetto la sua risposta come un bambino che non vede l’ora di andare al luna park per salire sulla sua giostra preferita.
«Speravo di sì, ma non è successo» i suoi occhi puntano le mie labbra come se volesse divorarle. Potrei prenderla e darle quello che vuole ma voglio che me lo chiede. Voglio che mi implori di farle assaggiare ciò che è destinato da sempre a lei.
«Ti piacciono le mie labbra, princesa?» arrossisce ma non la smette di fissarle, poi fa sì con la testa «sono tue, lo sai vero?»
I suoi respiri si fanno intensi quando allunga l’indice per toccarle. Chiudo gli occhi e assaporo questo momento fino a iniettarmelo nelle vene.
Porca puttana, se non la smette le salto addosso e fanculo la mia cazzo di gentilezza.
Riapro le palpebre e schiudo le labbra. Passo appena la punta della lingua sul polpastrello per assaporare la sua pelle incantato dal luccichio dei suoi occhi. Segue il movimento ipnotizzata e si morde un labbro.
«Non farlo» il mio tono ruvido la fa trasalire e ritrae le dita.
«Ti dà fastidio? Mi avevi detto che…»
«Non quello» la interrompo «non morderti il labbro. Non farlo mai più» le ordino e mi irrigidisco. Se prova a farlo di nuovo sono costretto a mandare all’aria tutti i miei buoni propositi. Quelli che non ho mai avuto.
«Perché?» domanda perplessa.
«Perché mi fai venire il cazzo duro, Alys e non sono sicuro di poterlo tenere buono ancora per molto»
Ma lei ride. La prima risata che mi regala, ed è tutta per me.
Mi manda in frantumi il cervello. Riesce a catapultarmi da una parte all’altra del pianeta senza rendersi conto dell’effetto che mi fa.
Riporta gli occhi sulle mie labbra e sorride ancora.
«Vedo che continui a tenerle d’occhio, non scappano mica. Vuoi assaggiarle?» le chiedo in un attimo di loquacità.
«Come?»
«Dimmi solo di sì, princesa. Al resto ci penso io» resta in silenzio per qualche secondo e si morde di nuovo il labbro prima di rispondere un flebile: «sì»
E questo mi basta per mandare a fare in culo tutta la mia cavalleria.
Mi fiondo sulle sue labbra, inchiodandola con la schiena sul materasso. Le infilo la lingua in bocca, affamato, posseduto, esplorando ogni angolo della sua gola con una disperazione primitiva. Lei sussulta, sorpresa dall’assalto, dall’intensità bruciante con cui la reclamo. Ma poi si arrende, e cazzo se lo fa bene. Le sue mani affondano nei miei capelli, tirano, stringono. Ricambia il bacio con la stessa furia con cui io la sto divorando.
Ci baciamo come due affamati che hanno atteso una vita per questo momento. Lei si aggrappa a me, le sue dita si intrecciano dietro la mia nuca mentre le mie mani si perdono ovunque, scivolano sulla pelle calda, la reclamano come mia. Ogni nostro respiro si fonde, ogni battito si sintonizza. Sono perso, e non voglio ritrovarmi.
«Le vuoi ancora?» domando, staccandomi appena per riprendere fiato.
La sua bocca è gonfia, arrossata dai miei morsi. Il petto si solleva e abbassa velocemente. I suoi occhi mi fissano, profondi come un oceano che voglio affogare.
«Attenta a come rispondi» la avverto, la voce un ringhio basso. «Ti ho già detto che se mi menti di nuovo, ti scopo.»
Lei deglutisce, la punta della lingua scivola sulle labbra. «Le voglio ancora.»
E poi mi afferra il colletto della maglia, mi strattona a sé, affamata quanto lo sono io. Cristo santo, se mi tocca ancora così vengo nelle mutande. Spingo la mia erezione contro di lei, lento, provocatorio. La sfrego, sento il calore del suo corpo bruciarmi attraverso i vestiti. Ogni minimo movimento è una tortura.
Riaffondo la lingua nella sua bocca, gliela intreccio alla sua, la addento, le tiro il labbro. Lei geme, un suono soffocato che mi manda il cervello in frantumi.
«Mi stai facendo diventare matto» borbotto, incollando la bocca all’incavo del suo collo. Devo riprendere fiato, devo pensare ad altro. Cristo, pensa a qualcosa. Qualcosa di disgustoso. Un cane. Un gatto. Una rana. Un pipistrello.
Niente, non funziona.
Una lucertola. Un coniglio.
Merda, no. Il coniglio no. Mi fa pensare a come potrei prenderla da dietro, a tutte le cose che potrei farle mentre si arrende a me.
«Non ti piace come bacio?» sussurra, le dita ancora tra i miei capelli. Mi massaggia la nuca, la dolcezza contrastante con il fuoco che ci divora.
«No, diamine, no! Tu sei… tu sei il massimo per me» le dico, accarezzandole le guance in fiamme. Sorrido per il suo timido dubbio. «Non hai idea delle cose che vorrei farti.» La sua gola vibra con un respiro irregolare. «Mi piaci da morire, princesa» le dico piano, premendo la mia fronte contro la sua. Il mio sussurro è una promessa. «Da morire.» E poi la bacio di nuovo.
Perché non c’è un momento dopo di questo, non c’è un mondo fuori da questo letto. Non esiste niente che non sia lei, e io la voglio tutta. Ogni respiro, ogni battito, ogni gemito.
Io e lei in giro per il mondo sulla mia moto, fottendocene di tutto. Fermandoci ai bordi delle strade, sul ciglio della notte, ogni volta che la voglia di lei mi consumerà. Ogni volta che la mia princesa mi guarderà con quegli occhi e mi farà impazzire.
Cazzo, non riesco a smettere di baciarla.
Ricambia il mio bacio, lo esige con intensità, e lo desidera ancora, sempre di più, fino a quando un tremito mi scuote e mi rendo conto che devo scappare, devo correre al bagno.
Non posso cedere, non posso permettermi di fare una figuraccia così colossale e venirmi nelle mutande.
Mi sollevo, appoggiando i gomiti sul materasso, cercando di allontanarmi da lei, ma la testa mi gira e sento il battito del cuore martellare nelle orecchie, come se da un momento all’altro potessi crollare, come se un infarto potesse colpirmi all’improvviso.
È tutto surreale, un sogno che si sta realizzando. Sono riuscito finalmente ad avere la mia Alys e non posso credere che sia accaduto davvero. Il desiderio di averla tra le braccia, di sentirla completamente mia, si è finalmente concretizzato dopo anni di pura follia, anni passati a consumarmi nel pensiero di lei, anni in cui ho creduto di impazzire per quanto la desiderassi senza poterla toccare.
Ore e ore nella solitudine della notte, a perdere me stesso in sogni malati mentre la fissavo attraverso uno schermo, e ora sono con lei. Nella sua stanza. Nel suo spazio.
Apro il rubinetto della doccia, mi spoglio velocemente e mi infilo sotto il getto lasciando che l’acqua fredda scivoli sul corpo infuocato dalla tensione.
«Credo che stavolta l’hai detta tu una bugia. I miei baci non ti piacciono, vero?» La sua voce arriva da dietro, calda, penetrante, una sensazione che mi scuote.
L’acqua mi colpisce la pelle nuda, la mente in un vortice di desiderio e paura, mentre la fronte si appoggia sulle piastrelle, e con la mano destra stringo l’erezione che non si calma. Non riesco nemmeno a girarmi per affrontarla. Per la prima volta nella vita mi vergogno di mostrarmi così, completamente vulnerabile, davanti a una ragazza. Ma lei non è una ragazza qualsiasi. Lei è la ragazza che ha invaso ogni angolo dei miei sogni, quella per la quale mi sveglio nel cuore della notte con il pensiero fisso a un futuro che ho sempre desiderato ma che sembrava impossibile.
«Non sai cosa dici, princesa.»
«Allora perché sei scappato?» La sua domanda è tagliente, e mi fa tremare. Apro gli occhi e mi volto lentamente, seguendo la sua voce, quel suono morbido che mi fa impazzire. È lì, in piedi con una mano ferma sulla maniglia del box doccia, pronta a chiudere la porta in un batter d’occhio. Ma non voglio che lo faccia. Non voglio che si allontani.
I suoi occhi si spalancano quando finalmente vede la mia erezione, tesa e pronta, mentre il mio polso inizia a muoversi sopra di essa, in un movimento incontrollato che rispecchia la mia fame per lei. I suoi capezzoli sono visibili attraverso la maglia, i piccoli dettagli che mi ossessionano.
«Perché non riesco a resisterti, e voglio fare le cose per bene con te,» sussurro, il respiro stretto come se stessi cercando di trattenere il mondo intero nel petto.
Lei avanza con un passo deciso, entra nella doccia con me e chiude la porta dietro di sé, come se il mondo esterno non esistesse più. Con un movimento lento, la sua mano scivola sui miei pettorali, accarezzandomi, mentre l’acqua le bagnava i vestiti, facendole aderire la canottiera al corpo, rivelando ogni curva del suo petto.
«Posso farlo io?» Mi fissa, gli occhi pieni di desiderio, mentre il suo sguardo scivola verso il mio polso che si muove.
«Sei sicura?» La guardo cercando di capire se c’è un solo segno di esitazione, ma non c’è.
«Solo se riprendi a baciarmi» mi risponde con un sorriso malizioso, e io, sorpreso dalla sua audacia, incurvo un sopracciglio.
«Questo è un ricatto, princesa.»
Lei fa spallucce, non si scompone, e con un gesto lieve accarezza le mie dita arricciate sul cazzo.
Stacco la mano con una mossa rapida, prendo la sua e la guido lentamente mentre le mie labbra si riavvicinano alle sue con forza, travolte dalla voglia di non fermarsi. A quel punto, perdo il controllo.
Siamo un groviglio di corpi e mani sopra l’acqua che ci avvolge, incapaci di resistere all’emozione che ci travolge. La passione, così intensa da sembrare surreale, è più forte di quanto avessi mai immaginato. La sua mano pompa il mio cazzo con rapidità mentre la sua lingua mi esplora consumandomi.
Vorrei poter resistere, prolungare questa sensazione tutta la notte, ma una scarica potente mi invade, partendo dalla schiena, attraversando le ossa fino a farmi sentire come se stessero per spezzarsi. Raffiche di piacere mi scuotono, mentre il calore mi acceca e il mio corpo si arrende, riversando il mio liquido caldo sul petto di Alys.
«Cazzo, scusami» le dico con il respiro ancora spezzato. Cerco di pulirla, ma l’acqua che scorre fa metà del lavoro. Lei sorride, quella luce negli occhi che mi fa perdere ogni razionalità.
Appoggio la testa nel suo collo, stringendola forte a me, cercando di sentire il suo calore sulla mia pelle, di imprimere quella sensazione come se fosse l’unica cosa che mi tiene ancorato a questa realtà.
«Si yo pudiera darte una cosa en la vida, me gustaría darte la capacidad de verte a ti misma a través de mis ojos. Sólo entonces te darás cuenta de lo especial que eres para mì.» Borbotto tra le sue labbra.
Se potessi darti una cosa nella vita, mi piacerebbe darti la capacità di vedere te stessa attraverso i miei occhi. Solo allora ti renderesti conto di quanto sei speciale per me.
«T-tu come fai…» le sue labbra tremano, incapace di credere a quello che ho appena detto, ma la sua incredulità mi fa sorridere.
«Sono stato il tuo cazzo di stalker per anni, princesa. Conosco ogni cosa di te.»
Come potrei non sapere della sua pittrice preferita, Frida Kahlo?
Passava intere giornate a leggere libri su di lei, a ripetere a memoria le sue citazioni, sempre con un sorriso che mi rendeva debole. E io sorridevo con lei, ogni volta.
Si rilassa, accoccolandosi contro il mio petto, mentre l’acqua ci scivola sopra, mescolandosi ai nostri corpi.
Me la tengo stretta, ancora per un po’, perché ho paura che qualcosa possa strapparmela via, da un momento all’altro, e non ho la forza, né il coraggio, di pensare a uno scenario del genere, perché se lo facessi potrei impazzire sul serio.
No, nessuno ti porterà via da me, princesa.
Elyas a quanto pare è uno stalker molto dolce ma non fate l'errore di sottovalutarlo.
Secondo me, questi due, ci daranno grosse soddisfazioni da ragazzini :)
Brava la nostra Alys.
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𝖂𝖊 𝕬𝖗𝖊 𝕮𝖍𝖆𝖔𝖘 - 𝕰𝖑𝖞𝖆𝖘 - 𝖛𝖔𝖑. 2
RomansaElyas Garcia De La Cruz è un giovane hacker messicano che fa parte del Mc Tijuana, uno dei club motociclistici più famosi del nord del Messico e del sud della California. È ossessionato da Alys Kovalenko, una nerd come lui, diventando con il tempo...
