Capitolo 14

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ELYAS

Campus estivo – Los Angeles

17 anni e mezzo





Ha cambiato di nuovo il codice di accesso per entrare nella sua camera, inconsapevole che il mio cellulare è collegato al suo. Dovrebbe conoscermi bene e sapere quanto riesco a essere più bravo di lei con questi programmi, eppure insiste ad allontanarmi dalla sua vita.

Cosa del tutto inutile.

È stupendo vederla dormire. Mi sono addormentato così tante volte in questi ultimi due anni con le immagini di lei rannicchiata sul letto.

Innocente, pura. Divina.

Ed è mia, è tutta mia.

Vedrà con i suoi occhi quant'è potente l'amore che provo per lei. Anche se credo lo sappia, visto che mi conosce meglio di chiunque altro.

Osservo le sue ciglia che sembrano bagnate incorniciare i suoi occhi e il lenzuolo bianco che copre di poco le sue gambe nude. Una visione che mi fa perdere il fiato. Vorrei sprofondare dentro di lei e farla risvegliare con il mio cazzo che le dà l'orgasmo migliore che abbia mai avuto. Mi piacerebbe essere il primo a cogliere quel suo dolce fiorellino che ha tra le gambe e succhiare tutto il suo nettare.

Sono sicuro che sarà dolcissimo.

Si muove, si agita nel sonno poi si volta verso di me.

Il suo corpo reagisce alla mia presenza come fosse un magnete.

Apre gli occhi e mi guarda.

«Princesa, sono venuto a prenderti. Te lo avevo promesso» le dico con un filo di voce mentre avanzo verso di lei.

Continua a fissarmi in modo strano. Si mette seduta sul bordo del letto, abbassa gli occhi e inizia a tremare.

«Non sei lo zio, vero? Lo zio è morto»

Non sarei cosa? Suo zio? Ma di che cazzo parla.

Inizio a dubitare che sia del tutto sveglia.

Mi siedo al suo fianco e faccio scivolare una mano sulla sua coscia nuda. Il tocco con la sua pelle mi manda in estasi e sento che potrei venirmi nei pantaloni da un momento all'altro. Ogni volta che sto al suo fianco il mio autocontrollo va a puttane.

«Sono il tuo ragazzo e ho voglia di te piccola, non sai da quanto ti desidero» le lambisco l'orecchio con la mia lingua cercando di addolcirle la pillola perché cazzo, le voglio fare davvero male.

La sua insolenza, il suo continuare a nascondermi le cose mi manda in frantumi la pazienza. E quelle cazzo di microcamere che ha installato al casale non penso proprio servano per spiare le coppie di adolescenti arrapati.

C'è qualcosa sotto, e dopo la conversazione che ho sentito oggi, ne ho avuto la conferma.

Non me lo dirà mai di sua spontanea volontà ma l'ho udito dalla sua voce spezzata mentre parlava con Rick, quanto sia dispiaciuta e turbata. Il ricatto di cui parlava, di sicuro riguardava il video che le hanno mandato.

Mi chiedo cosa ci fosse di così importante da indurla a tradirmi. La sua freddezza negli ultimi due mesi, il suo distacco. Tutto è più chiaro adesso.

Perché non me ne parli, piccola? Non ti volterei mai le spalle.

«Zio, io non voglio. L'ho detto a Sascia quello che mi fai fare e quello che mi ha fatto quel ragazzo. C'era tanto sangue e faceva male. Mio fratello vi ucciderà tutti»

Si allontana da me e inizia a tremare. «Vattene!» urla «vattene via non te le farò mai più quelle brutte cose» le lacrime inondano il suo viso arrossendo i suoi bellissimi occhi azzurri e io non capisco cosa cazzo stia succedendo.

𝖂𝖊 𝕬𝖗𝖊 𝕮𝖍𝖆𝖔𝖘 - 𝕰𝖑𝖞𝖆𝖘 - 𝖛𝖔𝖑. 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora